lunedì 31 gennaio 2022

Metodi di divinazione dei Tarocchi

di Chiara Sacchetti

I Tarocchi sono delle carte che provengono da molto lontano di cui non abbiamo alcuna certezza ma soltanto supposizioni e leggende che contribuiscono a rendere questo sistema di divinazione ancora più affascinante e misterioso.

Ma come si leggono i Tarocchi?

Gli Arcani Maggiori

Leggere e interpretare i Tarocchi è una cosa piuttosto complessa che richiede un’immersione spirituale e una capacità di introspezione molto profonda. La sola e “banale” lettura della carta di cui abbiamo imparato il significato specifico, come ci dicono gli esperti che le usano, non basta, serve anche una capacità personale data da una sensibilità e una visione ampia e intensa della mente umana.

Tanti e vari sono i Tarocchi. Sceglierli per interpretarli non è cosa facile anzi. Esistono infatti i Tarocchi cosiddetti Marsigliesi, i Visconti-Sforza e altri tipi di carte, tutti con raffigurazione e caratteristiche diverse l’uno dall’altro, a cui corrispondono anche personalità e proprietà diverse, e assieme anche differenti raffigurazioni degli Arcani. La condizione per il giusto uso e soprattutto per poi capirli e riuscire a leggerli è quella di scegliere quello che più si sente vicino a noi, quello che ci provoca emozioni e sensazioni forti e benevole.

Pagina tratta da Sermones de Ludo cum Aliis XV sec.

I più antichi manuali suggerivano di esporre queste carte alla luce della luna nuova per 9 notti prima di cominciare ad usarli ma la cosa più importante in realtà è sentirli propri e prendere come si suol dire una certa confidenza, senza far avvicinare persone scettiche o poco affini a questa metodologia di divinazione. Altri invece consigliano a chi intende cominciare a leggerli di prendere il mazzo in un momento importante  e significativo per una settimana, sempre alla stessa ora, sparpagliare le carte, toccarle, rivoltarle prenderne alcune, lasciarle guardarle e poi mischiarle di nuovo. Solo a quel punto si può cominciare a leggerli.

I Tarocchi genericamente si dividono nei cosiddetti “Arcani Maggiori” e “Arcani Minori”. I primi, composti da 22 carte, consistono nella raffigurazione di personaggi, edifici e oggetti in particolari situazioni, da cui poi  può scaturire una lettura e quindi un’interpretazione e una risposta ai propri quesiti. Vediamone alcuni.

Il Bagatto

Il Bagatto, primo degli Arcani Maggiori, è conosciuto anche come il Mago, il Giocoliere e l'Artigiano, questo perché la sua rappresentazione si è sviluppata nel tempo ed è andata per così dire trasformandosi fino a quella attuale. All’inizio raffigurava un artista di strada, quasi un giocoliere di bussolotti (da qui il nome), poi con i Tarocchi Marsigliesi, teneva nella mano sinistra un bastone quasi fosse un prestigiatore, di solito non guarda verso l’interlocutore ma di lato. In quelle più recenti invece ritraeva prima un artigiano nel suo laboratorio intento nel suo lavoro e infine in quelli contemporanei è diventato un Mago.

Tarocchi Visconti-Sforza Tarocco 13 La morte

Uno degli arcani che più fanno paura è il numero 13, la Morte, ma quello che viene sempre detto è che essa non deve essere letta nel significato etimologico del termine, bensì come un qualcosa che finisce ma che poi ricomincia, una sorta di rinascita da un momento magari difficile che improvvisamente si chiude per riaprirsi a qualcosa di nuovo e magari migliore. Proprio per questa sua rappresentazione nei Tarocchi Marsigliesi  essa viene conosciuta come l’Arcano senza nome e contrassegnata semplicemente dal suo numero, mentre in alcuni mazzi la carta viene sostituita dalla Filosofia. In ogni caso l’Arcano viene così rappresentato da uno scheletro spesso con un mantello armato, come nelle più famose raffigurazioni della antropomorfizzazione della morte, con la falce fienaia. In quelli Visconti-Sforza essa impugna un arco, in atto di falciare teste e membra umane tra le piante. In altri mazzi ancora questo arcano è rappresentato come il dio egizio dei Morti Anubi, mentre nei Tarocchi Rider-Waite invece lo scheletro è vestito con un’armatura nera su un cavallo bianco che regge uno stendardo con una rosa a cinque petali.

Bembo-Visconti Tarocco il Matto

L’ultimo dei 22 Arcani Maggiori è il Matto. Di solito rappresentato come un personaggio povero con abiti strappati e finiti, il Matto in alcuni Tarocchi è a piedi nudi, mentre in altri porta i calzari con un lungo bastone al quale è legato un fagotto, come nelle classiche rappresentazioni dei poveri medievali, con lo sguardo rivolto verso l’alto, quasi a chiedere aiuto a Dio, o perso verso l’orizzonte, come se fosse ormai rassegnato alla sua vita. In alcuni Tarocchi l’uomo viene assalito anche da un cane randagio, un gatto o addirittura una bestia feroce: questa visione appare per la prima volta con quelli marsigliesi e dai quali poi i successivi si ispireranno, e dove infine è rappresentato come un giullare, che poi avrebbe influenzato anche la raffigurazione del jolly delle carte da gioco.

Gli “Arcani minori” invece, non sono altro che il nostro mazzo da gioco, diviso in 4 gruppi (i cosiddetti semi i bastoni, le coppe, i denari e le spade) di 14 carte, ciascuna delle quali numerate dall’1 al 10 e quattro raffiguranti, cioè il fante, il cavaliere, il re e la regina per un totale di 56 carte che rappresentano la vita degli affetti e quella quotidiana di ciascun individuo.

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