lunedì 17 gennaio 2022

La Compagnia di Gesù

di Chiara Sacchetti

Fondata nel 1534 a Parigi da Ignazio di Loyola assieme ad altri colleghi universitari, la Compagnia del Gesù ha avuto nel corso della sua storia vicissitudini  varie ed illustri membri. L’ordine vide appunto la sua luce nel 1534 quando il futuro santo assieme a colleghi universitari, fecero voto di servire Dio in castità e povertà volontaria e di recarsi in Terra Santa; tre anni dopo essi si ordinarono sacerdoti e la società religiosa venne ufficialmente creata nel 1540 con la bolla Regimini militantis, grazie alla quale ebbe esistenza giuridica come ordine religioso.

Emblema della Compagnia di Gesù L'emblema dell'ordine un disco raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere IHS, il monogramma di Gesù. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi della Passione.

Chi decideva di entrare a far parte della Compagnia di Gesù doveva fare quattro voti, i tre classici di castità, obbedienza e povertà a cui si sommava anche quello dell’obbedienza speciale al Papa alle missioni che decideva di assegnare loro.

Ma quali erano i compiti che svolgevano i Gesuiti?

Uno dei principali, come leggiamo nella formula del 1550, è sicuramente quello della “consolazione spirituale dei credenti, con l'ascoltarne le confessioni e con l'amministrazione degli altri sacramenti”: in un periodo come quello della nascita della Compagnia durante il quale si stava diffondendo anche il Protestantesimo che predicava il sacerdozio universale e di conseguenza anche la non necessità della confessione e della penitenza, l’ordine religioso faceva di questi sacramenti uno dei pilastri della sua predica.

Il voto di Montmartre

Un altro aspetto fondamentale dell’opera di carità da parte dei Gesuiti, consisteva nella riconciliazione fra litiganti e il servizio ai carcerati e ai malati negli ospedali: spesso questi monaci si trovavano infatti a dover fronteggiare lotte fra le famiglie, vere e proprie faide che sfociavano nella maggior parte dei casi anche in vendette sanguinose che si protraevano per anni. In questi luoghi e in questi casi, i sacerdoti si prodigavano così a fare le cosiddette liturgie della riconciliazione fra i nuclei, aggiungendo una messa con una predica, al termine della quale le due fazioni dovevano riconciliarsi. Importanti allo stesso modo erano la cura dei malati e ai detenuti, anime perse e spesso sole, a cui portavano aiuto e parole di salvazione.

Pierre Coton(1564-1626) confessore di Enrico IV

Incaricati già da Paolo III nel 1537, i Gesuiti si dedicarono anche all’insegnamento, tanto che alcuni dei fondatori dell’Ordine ricevettero una cattedra in alcune prestigiose scuole, mentre uno di loro divenne precettore dei figli di Giovanni III del Portogallo. Negli anni subito successivi al riconoscimento della Compagnia, vennero fondati numerosi collegi per formare i futuri membri dell’ordine stesso come a Parigi, Colonia o Padova: inizialmente si trattava però di semplici residenze che davano alloggio agli studenti delle varie università,  ma che con il tempo, divennero centri di educazione veri e propri costituendo così anche uno strumento per la diffusione dell’ordine nel mondo. Scopi principali della formazione erano quindi confermare i cattolici dubbiosi, ottenere la conversione dei giovani dal protestantesimo e influire sui loro genitori, facendo divenire così questi luoghi veri e propri centri per i ministeri gesuitici.

Il collegio di Monaco di Baviera

Venne così elaborata la Ratio atque institutio studiorum Societatis Iesu, un manuale composto da 463 regole sul metodo educativo e l'ordinamento delle scuole che codificava un criterio pedagogico basato sull'insegnamento del latino e dei classici, sull’emulazione tra studenti e una severa disciplina. La fortuna di questi centri furono sicuramente la gratuità, l'apertura a studenti di tutte le classi sociali (almeno in linea di principio), l'insegnamento delle "umane lettere", assieme a quello delle scienze, la divisione in classi con insegnanti propri e la progressione da una classe all'altra in base a obiettivi curricolari predefiniti e, infine, l'adozione di un programma chiaro e coerente.

Ma a tanta fama corrisponde spesso anche un grande odio. Il potere e la grandezza dell’ordine assieme anche a risorse economiche importanti, generarono una forma di risentimento soprattutto perché molti lo consideravano il più potente alleato della Chiesa e il principale ostacolo alle riforme dei sovrani. I seguaci della Compagnia vennero così accusati di regicidio, di pervertire l'ordine sociale, di corrompere la gioventù e di essere artefici della supremazia del papa sul potere monarchico, e per questo motivo molti gesuiti furono espulsi dai principali regni europei e dalle loro colonie. Pian piano i re europei infatti chiamarono a gran voce la Chiesa affinché prendesse provvedimenti contro di loro ma lo Stato Pontificio dimostrò così tutta la sua debolezza. Alla fine, sotto la pressione dei sovrani borbonici, con il Dominus ac Redemptor del 21 luglio 1773 papa Clemente XIV soppresse la Compagnia, mentre quella ufficiale a Roma fu eseguita il 16 agosto successivo con il preposto generale Lorenzo Ricci che venne incarcerato in Castel Sant'Angelo, dove  morì il 24 novembre 1775.

La soppressione dell'ordine in un'incisione del 1773

Numerosi furono i tentativi di restaurare l’ordine immediatamente dopo la sua soppressione, senza però fortuna. Fra loro citiamo la carmelitana Teresa di Sant'Agostino, figlia di Luigi XV, che provò ad assicurarsi dal papa l'autorizzazione per gli ex gesuiti a organizzarsi in fraternità di preti secolari, ma richiesta che Clemente XIV non approvò. Altri ex-gesuiti provarono invece a riunirsi in nuovi ordini ma con pochi risvolti positivi costituendo congregazioni piccole e mal organizzate. Migliore e sicuramente con più fortuna fu la Società della Fede di Gesù, le cui regole ricalcavano le costituzioni dei gesuiti, che venne approvata temporaneamente da Pio VI, anche se i padri entrarono in una profonda crisi dopo l’arresto del fondatore Niccolò Paccari.

La nuova vera rifondazione della Compagnia di Gesù vide la luce tra la fine del 1700 e i primi del secolo successivo.

Papa Pio VII che restaurò l'ordine

Nel 1793 la Santa Sede approvò segretamente i gesuiti della Russia Bianca, dove essi di fatto avevano continuato il loro cammino religioso. Il 17 marzo 1801 essi vennero riconosciuti pubblicamente con il breve Catholicae fidei di papa Pio VII. Con la bolla Sollicitudo omnium ecclesia rum del 30 luglio 1814 Pio VII ripristinò definitivamente la Compagnia di Gesù in tutto il mondo.


Nessun commento:

Posta un commento