lunedì 29 marzo 2021

Le ultime ore di Gesù

di Chiara Sacchetti

La Passione di Cristo, uno degli episodi più famosi e conosciuti della vita del Messia, il momento più importante per la religione cristiana, quello in cui  egli compie il sacrificio massimo morendo sulla croce e salvando così l’intera umanità. È il simbolo per antonomasia della rinascita, di vita eterna dopo la morte. Dio ha mandato suo Figlio per questo, per portare a compimento la sua alta missione.

Alla sera del giovedì santo, come da tradizione ebraica della Pasqua, Gesù si riunì assieme ai suoi discepoli per quella che oggi conosciamo come “l’ultima cena”. In 13 mangiarono i cibi principali della ricorrenza e che era tradizione consumare da quando il popolo ebraico era fuggito dalla schiavitù dell’Egitto e Mosè aveva diviso il Mar Rosso facendo passare gli ebrei e affogando invece gli egizi. Sulla loro tavola si trovavano quindi l’uovo, simbolo di rinascita, l’agnello che ricordava il sacrificio ma anche il sangue degli agnelli versato e posto sul ciglio della porta per salvare i primogeniti, le erbe amare che richiamavano l’amarezza della schiavitù, il pane azimo, non lievitato per la fretta della partenza. Ma Cristo durante quella cena compì  anche un rituale che ancora oggi viene ricordato durante la Santa Messa il miracolo dell’Eucarestia. Prese il pane lo spezzò e dandolo ai suoi discepoli disse che si trattava del suo corpo, lo stesso fece con il vino, che dette a tutti i presenti dicendo che era il suo sangue e ammonendoli di fare la stessa cosa.

giovedì 25 marzo 2021

Simbologia e architettura della cattedrale di Santa Maria la Real a Sasamon (Spagna)

(Prima Parte)


                                                                

di Mario Pagni

Da questo scritto per “Le Vie della Conoscenza” abbiamo deciso di intraprendere un giro guidato sulle maggiori evidenze legate alle cattedrali gotiche fiorite in tutta Europa in tutto il medioevo cristiano. La prima di esse però riguarda una chiesa cattedrale non molto nota se non per l’interesse suscitato da un intervento di lettura e di conseguente restauro che ha visto la nutrita partecipazione del Laboratorio Rilievo e Architettura dell’Università di Firenze, con la quale a suo tempo partecipai per quanto concerneva la lettura dei simboli pertinenti la medesima. Considereremo perciò la cattedrale di Sasamon come una sorta di “fossile guida” che ci porterà verso altre e più note costruzioni dello stesso periodo storico artistico.

lunedì 22 marzo 2021

La Grande Opera

di Chiara Sacchetti

È il processo alchemico totale che porta, dopo una lunga e attenta lavorazione alla trasformazione della materia,  fino alla realizzazione della Pietra Filosofale, l’oggetto ma anche la realtà più desiderata che darebbe a colui che lo possiede l’immortalità. Solo uno, si dice, nella storia sarebbe riuscito a realizzare questo straordinario manufatto, e quell’uomo sarebbe stato Nicolas Flamel, un notaio e traduttore che dopo lunghissimi studi sarebbe riuscito a terminare l’intero processo e appunto a realizzarlo.

Ma parlare di trasformazione e di cambiamento significa anche entrare in quei processi di metamorfosi spirituale e personale che coinvolgono anche colui che compie tali reazioni, l’alchimista stesso, come fosse un percorso iniziatico di crescita individuale, che conduce da uno stato di impurità e “ignoranza” ad uno  invece decisamente superiore di conoscenza e maggior vicinanza al Divino. È un processo circolare quindi che coinvolge la materia e l’individuo e che ha nelle sue tappe di laboratorio, caratterizzate da specifici cambiamenti di colore, altrettante tappe di maturazione dell’essere umano che le compie. E non è un caso se il simbolo principale usato per rappresentare l’alchimia, sia il celebre uroboro, il serpente (o anche il drago) che si morde la coda  simbolo della ciclicità che non ha mai fine.

L'Uroboro, simbolo della ciclicità della vita

Punto iniziale di questa trasformazione è la materia impura, grezza che deve essere plasmata e portata a putrefazione, per renderla pura e malleabile pronta per diventare il metallo più prezioso e importante, con il fine massimo di arrivare alla Pietra Filosofale.

giovedì 18 marzo 2021

Il Fiore della Vita

di Mario Pagni

 

Schema grafico del Fiore della Vita

Fra i simboli riscontrabili con maggior frequenza riportati pressoché in ogni dove sia scolpiti che dipinti vi è quello che viene definito il “Fiore della Vita” Qui il discorso si farebbe complesso fino dall’inizio in quanto se pure in modo limitato è impossibile non trattare l’argomento senza aver accennato ad altri simboli che ne formano il risultato finale come la ruota e la centralità del punto di congiunzione dei raggi che di per se ne identificano non solo quello che per i carri sarebbe il “mozzo” ma che nel nostro caso considerando la stessa un simbolo solare, vedono in esso la stessa natura creatrice e per la religione lo stesso Verbo rivelato. Se poi ci riferiamo più in generale al simbolismo dei fiori e delle piante, ecco che emerge l’aspetto fecondo di quella centralità che in natura diviene la corolla del fiore stesso come grembo accogliente della raccolta del suo polline  da parte degli insetti che ne succhiano la linfa vitale assumendola e trasmettendola altrove per nuove nascite. Altro elemento importante sarebbero i raggi che si diramano dal centro verso l’esterno anche qui con significati diversi a seconda del numero degli stessi nel nostro caso sei. Come poi non dimenticare che la stessa forma rotonda già simbolo di perfezione divina dimostri quanto sia importante la ciclicità degli eventi nella vita stessa del mondo che ci circonda e di quella del mondo animale, vegetale e minerale. Siamo dunque in presenza di una simbologia complessa che nel suo insieme si dispiega in molte informazioni utili alla sua effettiva lettura finale.

lunedì 15 marzo 2021

Nostradamus

di Chiara Sacchetti

Nostradamus, pseudonimo di Michel de Nostredame, nacque il 14 o il 21 dicembre del 1503 a a Saint-Rémy-de-Provence nel sud della Francia da Aume (o Jacques) de Nostredame, un ricco commerciante di cereali e notaio, e Reynière (o Renée) de Saint-Rémy, entrambi di origine ebrea.

Nostradamus

La sua formazione fu un lento e travagliato percorso in cui le vicissitudini personali e quelle storiche si misero contro di lui. Intorno al 1518 entrò all’università di Avignone per il baccalaureato, il primo grado del titolo di studio rilasciato dalle università laiche e religiose, dove lui studia matematica, astronomia, astrologia e retorica, dopo solo un anno però fu costretto ad abbandonare a causa della peste. Preso dalla curiosità di questa malattia e dall’idea di poter aiutare il prossimo (secondo quanto raccontano i suoi diari), avrebbe compiuto  un viaggio durato per ben 8 anni in cui avrebbe cercato rimedi con le erbe per la cura di questa terribile malattia ma purtroppo senza alcun risultato. Dieci anni dopo si iscrisse all’università di Montpellier per il dottorato in medicina ma alla scoperta del suo passato da speziale fu cacciato. Riuscì solo nel 1532 a conseguire il titolo di dottore  divenendo famoso per aver inventato una pillola rosa che secondo lui avrebbe protetto dalla peste.

giovedì 11 marzo 2021

Il Nodo di Salomone

di Mario Pagni

«Il simbolo come abbiamo detto a proposito della Triplice Cinta si differenzia dal segno per le caratteristiche interne che stabilisce fra significante e significato. Le funzioni del simbolo sono principalmente tre: esso sintetizza una molteplicità, e nello stesso tempo la offre; infine, apre il sistema delle relazioni alla vita stessa del mondo.

Aquileia, Mosaico con il Nodo di Salomone

Secondo la leggenda Salomone da giovane era molto romantico e anche ispirato, ma allo stesso tempo piuttosto crudele con le persone. Un giorno facendo una passeggiata nel bosco, udì degli strani rumori, iniziò a camminare più velocemente verso il luogo da dove provenivano sentendoli sempre più vicini. Salomone aveva lunghissimi capelli raccolti dentro un cappello, ma un fortissimo vento trascinò il copricapo che volò via e nei suoi capelli si formò un nodo. Dallo spavento egli svenne e nel sonno, sentì una voce che lo invitava ad essere più buono; quando si svegliò salutò tutte le persone che incontrava, e le abbracciò, per incanto, il nodo dei suoi capelli si sciolse. In realtà questo simbolo ne racchiude altri di origine molto antica, persino preistorica, come la croce e la svastica. Esso possiede un profondo significato spirituale che può considerarsi come il paradigma grafico, dell’intreccio fra la realtà trascendente e quella reale, nell’ardua ricerca della salvezza e dell’assoluto. Il nodo di Salomone risulta presente anche in epoca tardo-antica, come elemento decorativo sia di mosaici, che di marmi e capitelli. In epoca alto-medievale, è presente su monili di epoca longobarda, sulle sculture architettoniche delle chiese e in incisioni rupestri della Valcamonica, (stele del Maloia, Engandina). 

lunedì 8 marzo 2021

Nicolas Flamel l'inventore della Pietra Filosofale?

di Chiara Sacchetti

È uno dei personaggi esoterici ed enigmatici più conosciuti, ricordato soprattutto per la presunta creazione della Pietra Filosofale, il magico strumento grazie al quale si può avere la vita eterna. Di lui sono state dette e raccontate moltissime leggende, non ultima quella con la quale lo si vuole immortale e ancora vivente nella Parigi dove lui è nato. La sua figura e soprattutto la sua storia sono stati anche fonti di ispirazione per moltissimi film e libri, come quello del primo libro della saga di Harry Potter dedicato proprio alla Pietra Filosofale.

Nicolas Flamel

Nato a Pontoise vicino a Parigi, Nicolas divenne un pubblico notaio e uno scrivano del mondo degli affari e almeno all’inizio non ebbe mai interesse né un particolare desiderio di studiare l’alchimia, anche se ogni tanto nel suo lavoro gli capitavano libri sull’argomento.

giovedì 4 marzo 2021

Il Simbolo dei Simboli: la Triplice Cinta

di Mario Pagni

Schema della Triplice Cinta

I simboli possiedono in se un carattere intersoggettivo, in quanto condivisi e interpretabili sia singolarmente, che da un gruppo o comunità di persone, culturale, politica o religiosa. In questo caso, esso può parlare in modo diverso a ciascun soggetto che ne può trarre un suo messaggio personale. Più spesso i simboli, soprattutto quelli comunemente o storicamente riconosciuti, trasmettono in chiave sintetica, un sapere complesso e articolato che in taluni casi non tutti sanno leggere e interpretare. I simboli antichi ad esempio, richiedono una capacità interpretativa non comune e una buona preparazione pertinente la materia stessa del simbolo o la civiltà da cui esso proviene. All’interno dello stesso simbolo, vi sono frequentemente evocazioni simboliche molteplici e gerarchicamente sovrapposte, che non si escludono reciprocamente, ma concordano anzi tra loro, esprimendo le applicazioni e le funzioni di uno stesso princìpio in ordini talvolta diversi. Il simbolo differisce dal linguaggio qualunque esso sia, per la sinteticità dei concetti da esprimere che nel secondo caso, necessitano di un certo numero di frasi composte da varie parole e lettere, in grado di costruire un discorso completo ed esaustivo del concetto stesso da esprimere.

lunedì 1 marzo 2021

Storia dell'Alchimia

di Chiara Sacchetti

Quando parliamo di alchimia immaginiamo subito un  buio e zeppo laboratorio dove si vede un uomo intento ad armeggiare liquidi e sostanze nelle sue boccette di vetro, magari con un fuoco acceso dove riscaldare le sue essenze e compiere i suoi esperimenti.

L’alchimia, come del resto altre scienze antiche come l’astrologia e l’erboristeria, portano con sé quell’alone di mistero e di curiosità che fanno di queste conoscenze antiche qualcosa di magico. L’origine di questa disciplina risale alla notte dei tempi, già gli antichi egizi studiavano e preparavano composti nel tentativo di riprodurre l’oro: gli artigiani compivano qualcosa che per molti poteva ritenersi una magia, cercando di dare vita ai metalli più preziosi, a quell’epoca come del resto nella nostra, costosi e rari.

Heinrich Khunrath, Il laboratorio dell'alchimista

La leggenda vuole che il fondatore dell’alchimia nell’Antico Egitto sia stato il dio Thot chiamato Ermes Thot o Ermete Trismegisto (tre volte grande) e quello stesso Ermete dei Greci che avrebbe scritto ben 42 libri con il quale si sarebbero coperti tutti i campi dello scibile. Paragonando i due personaggi è facile accorgersi come le somiglianze siano moltissime: entrambi dei della parola e messaggeri o scribi delle divinità superiori e dei psicopompi, capaci cioè di passare da un regno all’altro. Con l’arrivo della civiltà occidentale in Egitto Ermete divenne il dio rivelatore e il mediatore fra gli uomini e gli dei. Autore importantissimo del famoso Corpus Hermeticus, fondamento della filosofia ermetica e soprattutto del Neoplatonismo rinascimentale, Ermete sarebbe secondo la leggenda anche colui che avrebbe inciso con un diamante la Tabula Smeraldina, un testo sapienziale ritrovato prima dell’Era cristiana. Secondo quanto raccontato sarebbe stata Sara, la moglie di Abramo, a scoprirlo nella tomba del filosofo, mentre per altre versioni sarebbero stati o Alessandro Magno o Apollonio di Tiana. La tavola, base dello sviluppo dell’alchimia, si proponeva di riassumere tutti i mutamenti della natura accentuando anche l’influenza astrale non solo sugli esseri umani ma anche su minerali e metalli.