di Chiara Sacchetti
Quando
pensiamo all’iconografia mariana immaginiamo subito una Vergine, di pelle
chiarissima quasi bianca, capelli biondi o castani chiari e occhi verdi o blu.
Ma in un non troppo remoto passato, soprattutto in Oriente e successivamente in
alcuni luoghi anche in Occidente,
Si tratta
sicuramente di un’iconografia per noi assolutamente lontana dalla nostra
concezione e che provoca quasi stupore, abituati come siamo a vederla
raffigurata con tratti occidentali e chiari, non a caso angelici.
Ma da dove
deriva questa diversa concezione iconografica?
Sappiamo che
fino al 1100 circa Maria veniva rappresentata solo ed esclusivamente nelle
cosiddette icone bizantine, dove la sua figura non era altro che un modello
abbastanza simile ogni volta, che rendeva
Giovinazzo, Cattedrale, Madonna di Corsignano, Icona bizantina |
Certamente molte di queste icone portano con sé tratti caratteristici scuri, forse anche per l’ossidazione dei colori usati, ma è indubbio che tale rappresentazione possa anche essere volutamente un richiamo a quelli che quasi certamente erano i veri tratti della Sacra Famiglia. Non ci dobbiamo scordare che Israele, dove Maria e Giuseppe vivevano e dove sarebbe nato lo stesso Gesù, appartiene al continente africano, cosa che rende questi personaggi di fattezze non proprio occidentali, ma anzi con occhi allungati e carnagione scura. L’arrivo di
tale iconografia in Occidente deriva quasi sicuramente dai Templari e da altri
cavalieri tornati dalle Crociate che in Terra Santa avevano visto tale
raffigurazione e l’avevano quindi portata nelle loro menti, ma anche,
probabilmente, materialmente nella loro patria. A Costantinopoli esisteva infatti
Ma a parte
le icone di aspetto scuro, esistono vere e proprie statue della Madonna di
colore nero che nulla farebbero pensare ad una trasformazione dovuta a qualche
reazione chimica, bensì rappresenterebbero una vera e propria iconografia diversa
dalla consueta. Alcuni studiosi sostengono che esse siano realmente una
trasposizione della egizia dea Iside, in alcuni casi rappresentata con in
braccio il figlio Horus esattamente come Maria e Gesù.
Dea Iside con in braccio il figlio Horus |
Ne possiamo
ammirare anche alcune in Italia, come quella di Loreto nella Basilica della
Santa Casa, venerata e contemplata dai fedeli in processione, ma anche in
Francia a Puy-en-Velay, nell'Alta Loira e a Chartres, due luoghi legati ai
percorsi dei pellegrini verso Santiago de Compostela. Non a caso in entrambi i
luoghi, il culto della Vergine era subentrato a precedenti culti pagani. A Puy
la cattedrale venne costruita per accogliere una antichissima statua della
Vergine sostituita poi da una Madonna Nera donata dal re Luigi IX di ritorno
dalla settima crociata e che proveniva appunto dall’Egitto. È lecito supporre
data la provenienza del simulacro che in origine fosse una rappresentazione
della stessa dea Iside per poi essere trasformata in quello di Maria.
Basilica della Santa Casa, Madonna Nera |
A Chartres
invece esisteva il culto di una Vergine Nera che andò progressivamente
aumentando quando fu posta la reliquia del Velo di Maria sul luogo legato anche ai Cavalieri Templari.
Sappiamo
infatti che il culto di Iside era migrato in Asia Minore dove aveva subìto
delle trasformazioni e aveva generato altre divinità simili e materne, come
Cibele, Astarte e la stessa Diana, mentre le statue della Vergine avevano fatto
la loro comparsa obliterate o nascoste da altri culti. La conferma di una
trasmigrazione dagli antichi culti a quelli cristiani sarebbe infatti nella
cittadina francese di Saint Marie sur Mar, dove secondo la leggenda, le tre Marie
sarebbero approdate dopo un lungo viaggio: qui troviamo il culto della figura
di Sara, una delle serve di Maria, in una statua che pare, per il suo sguardo
quasi allucinato che crea inquietudine, potesse essere stata precedentemente
usata per antichi culti misterici. Assieme anche quello della Maddalena dove,
secondo alcune teorie, avrebbe dato origine alla stirpe reale o Sang Real
ovvero quella del Cristo.
Saint Marie su Mar, Statua di Sara |
Che
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