di Chiara Sacchetti
Siamo in pieno attuale panico per il Coronavirus, il Covid-19
che dalla Cina si è poi esteso a tutti gli altri continenti, e che ha
mobilitato interi staff di medici e infermieri per evitare il proliferarsi
della malattia, ma il Mondo, e anche l’Europa non è certo la prima volta che affronta
rischi e pericoli simili, anzi. Si sono studiate sui libri di scuola fin da
piccoli epidemie e relative pratiche per scongiurare contagi e trovare
soprattutto, rimedi e cause per tanta inaccettabile calamità e conseguenti
decessi. Nell’antichità ci si affidava spesso a pratiche magiche, e soprattutto
si identificava la causa di tanto male in determinate tipologie di persone o
fatti altrettanto nefasti. La scienza per fortuna oggi ha fatto passi da
gigante e siamo ben consci nel sapere e comprendere che niente di malefico o di
stregonesco è la causa effettiva del tutto. Sono i virus e i batteri all’epoca
invisibili i veri responsabili, che ogni giorno migrano da persona a persona,
da paese a paese con conseguenze spesso devastanti. Facciamo adesso un passo
indietro e scopriamo cosa avveniva qualche secolo fa.
|
Il batterio della peste |
La più grande epidemia protrattasi in modo alterno ma con
periodi di costante continuità è stata generata sicuramente dal morbo della
peste. La cosiddetta “morte nera”, ha fatto capolino molte volte nel corso dei
secoli. La prima epidemia di cui abbiamo storica notizia è quella
soprannominata di “Giustiniano”,
dal
nome dell’imperatore al potere in quel periodo durante il quale essa ebbe
terreno facile per propagarsi: giunta dall’Etiopia, la pestilenza arrivò a
Pelusio, in Egitto e da qui giunse verso Costantinopoli, allora capitale
dell’Impero Romano d’Oriente. La conosciamo grazie allo storico Procopio di
Cesarea, essa si diffuse a ondate fino al 750 d.C., favorita anche dalla guerra
gotica del Mediterraneo. Difficile, per la scarsità di documentazione in
merito, poter determinare l’impatto che tale pandemia generò, ma qualche
storico si è sbilanciato stimando uno spopolamento intorno al 50-60% con un
numero di vittime compreso fra i 50 e 100 milioni complessivi nell’intero arco
dei secoli quando essa circolò.
|
Scali delle rotte commerciali delle Repubbliche Marinare |
Le più celebri e documentate epidemie avvennero però anche
successivamente. La prima fu quella del 1348: partita dalla Cina il morbo della peste arrivò prima in Grecia,
Egitto e penisola Balcanica, e infine a iniziare dal 1347 in Sicilia poi a
Genova e nel resto dell’Italia da qui si
estese in tutto il continente europeo. In quell’anno la città di Caffa, scalo
commerciale genovese in Crimea, era assediata dai Tartari, che
furono colpiti anch’essi dall’epidemia che già da qualche anno stava
sconvolgendo l’intera Asia. La colpa fu attribuita ai roditori, topi del deserto di Gobi in particolare che
portavano nel loro sangue questo batterio che si trasmise all’uomo attraverso le punture di un parassita. I Mongoli lo
portarono successivamente in Cina con conseguenze terrificanti.
Ma al male non c’è spesso limite e il comandante
dell’esercito tartaro quando decise di catapultare i corpi dei soldati morti per
espugnare la città fece altrettanti danni. I genovesi che scapparono per
tornare in patria portarono con sé il morbo che prima dai porti dell’Italia
meridionale passando per quelli del Nord, si estese in tutta Italia ed Europa.
Fu il panico per l’intero genere umano: febbri altissime e bubboni, erano fra i
più evidenti sintomi. L’unica spiegazione possibile per allora era che Dio
avesse punito l’umanità per i peccati commessi; così papa Clemente VI decise di
indire un pellegrinaggio straordinario per placare l’ira divina, e in tutta
Europa si succedettero preghiere e processioni che però ottennero il risultato
contrario diffondendo ancora di più il
contagio!
|
Il Trionfo della morte, Palermo, Galleria Regionale di Palazzo Albattellis, 1446 |
L’Europa, già in ginocchio per le carestie, risentì
fortemente anche del morbo che fece circa 35 milioni di morti, un terzo della
popolazione di tutto il continente. Fra le città colpite, Milano, a cui arrivò
attraverso la Svizzera,
ma che grazie a misure di limitazione del traffico commerciale, l’assenza
dell’esercito, e anche lo stop dei traffici verso Mantova per la guerra tra i
Visconti e i Gonzaga, riuscì a ridurre al 15% i decessi. Altra città che ebbe
conseguenze impressionanti fu Firenze. Celebre l’opera di Boccaccio, il
Decamerone, che ci racconta di come la
città fu colpita dalla pestilenza e come un gruppo di amici decise di lasciare
quei luoghi per rifugiarsi nelle campagne per sfuggire al contagio.
|
Decamerone, La peste |
Il morbo della peste restò in Europa per alcuni secoli, senza
creare altre pandemie se non rari casi, con intervalli di 6-12 anni fino al
1480 e successivamente ogni 15-20 anni, colpendo soprattutto i giovani e le
persone più povere. Molte città presero precauzioni ed emanarono ordinamenti
per limitare la proliferazione: nel 1450 Milano istituì l’Ufficio di Sanità
Permanente e tre anni dopo costruì il Lazzaretto di San Gregorio che poteva
anche essere ampliato in caso di epidemia; Venezia fece lo stesso nel 1486
mentre Firenze solo nel 1527 con Ferdinando de’ Medici. Anche molte altre città
europee misero in atto difese contro il contagio.
Tutto questo almeno fino al 1600 quando la peste tornò
nuovamente nel Nord Italia. La colpa questa volta fu dei Lanzichenecchi che
erano scesi dal Nord Europa per ristabilire l’ordine in seguito a tumulti e
lotte di mendicanti che in città cercavano migliori condizioni di vita. Ma
assieme alla pace portarono con sé il morbo. Come aveva fatto Boccaccio qualche
secolo prima, questa volta fu Alessandro Manzoni, che con due celebri testi ottocenteschi, “I
promessi sposi” e soprattutto “La colonna infame”, ben raccontò la condizione in cui si trovava
la sua città durante la pestilenza.
|
Un medico con la tipica maschera contro la peste |
L’ultima ondata, in ordine di tempo, fu quella della metà
dell’Ottocento che partita dalla nuovamente dalla Cina si propagò poi in tutta
Europa, Africa, India e Sud America, facendo in quasi vent’anni più di 12
milioni di morti solo fra il popolo Indiano. Ma quello fu anche il secolo in
cui si iniziava a fare vera ricerca scientifica con le prime scoperte in campo
medico sulla malattia, fra queste fu finalmente riconosciuto e isolato il
batterio della peste e il ruolo della pulce nella sua trasmissione, ma
soprattutto fu messo a punto il primo vaccino.
Oggi la peste è stata debellata, ed è presente solo nei roditori come malattia
enzoozica. Siamo lontani dalle credenze del mondo antico, anche se a volte le
paure e i timori restano sempre gli stessi. Cambiano però i virus che come noi
hanno una incredibile capacità di adattamento e trasformazione alle nuove
moderne condizioni e ai medicamenti messi in atto. In questi giorni ne stiamo
avendo purtroppo la riprova.
Nessun commento:
Posta un commento