giovedì 5 marzo 2020

Il gioco degli scacchi: i simboli, la storia

di Mario Pagni

Disposizione dei pezzi sulla scacchiera
“Il gioco degli scacchi preesisteva probabilmente all’apparizione dell’uomo sulla terra, e forse anche alla creazione del mondo; e se il mondo ripiomberà nel caos, e il caos si dissolverà nel nulla, il gioco degli scacchi rimarrà, fuori dello spazio e del tempo, partecipe dell’eternità delle Idee”.
Bontempelli: La donna del Nadir.


Poco più di una cartella scritta dedicata al gioco degli scacchi non può che iniziare con una dotta citazione che raccoglie in se molti dei significati e della perenne storia legata al gioco stesso. E’ difficile riassumere la storia, i significati simbolici e persino gli insegnamenti profondi che un simile apparato ludico può trasmettere tutt’oggi in un mondo dove la tecnologia e l’informatica assumono valori che vanno anche oltre il limite della gestione umana. Eppure ancora oggi nelle periferie delle grandi città, proliferano circoli scacchistici dove i tornei si alternano a momenti di cordiale socializzazione fra concorrenti e attente dissertazioni sull’argomento, sulle aperture di partita e sulle mosse da compiere per meglio raggiungere risultati ottimali e la vittoria finale quasi sempre per abbandono dell’avversario, con il quale però si brinda poi amichevolmente fino alla sfida successiva. La scacchiera ovvero il campo di battaglia dei contendenti già di per se raccoglie concetti matematici profondi che provengono da un passato lontanissimo ma sempre presente non solo per chi fa pratica di gioco ma anche per chi vi assiste o studia l’argomento.
Partita a scacchi con orologi meccanici
La storia e l’origine del gioco degli scacchi è assai controversa e indefinita, e molti sono i luoghi e i tempi che se ne vorrebbero assumere la paternità. Come ogni gioco veramente intelligente però anche gli scacchi non sono nati così come noi li vediamo e pratichiamo oggi ma hanno subìto sia nello spazio che nel tempo, varie trasformazioni senza però mai mutare l’alto significato simbolico–matematico e la profonda coerente saggezza dei suoi insegnamenti. Dall’antica Roma con i giochi “da Tavoliere” alle più remote regioni dell’India di molti secoli fa o della Mongolia, il gioco si rivelò da subito molto ingegnoso e sottile e per questo in grado di dimostrare non solo l’abilità dei suoi contendenti ma di leggere in ognuno la capacità intellettuale e non ultimo il senso di giustizia e di democrazia.
Scacchi nel Medioevo
Si perché nelle stesse mosse appare evidente da subito che il re pur essendo la figura simbolica di maggior pregio e potere, nulla può senza l’operato di tutti (nessuno escluso) dei propri sudditi tutti pariteticamente impegnati a proteggerlo e assieme sconfiggere l’avversario. La disposizione tattica sulla scacchiera può fornire fino dall’inizio del gioco informazioni fondamentali per il buon esito da un lato e per la sconfitta dall’altro. Poche mosse e il destino dei due contendenti può essere deciso. Il gioco degli scacchi ebbe larga diffusione nel medioevo, esso era considerato una delle probitates  che distinguevano il vero cavaliere; interi poemi si imperniavano sugli scacchi come quello lunghissimo, intitolato Les èchecs amoureux dove è narrato un episodio della partita a scacchi fra la damigella e il suo amante; una narrazione delicata, ricca di gentili similitudini, facendo singolare contrasto con gli usi dei nostri prosaici tempi, e con i pezzi standardizzati di oggigiorno, quella damigella che apre la partita muovendo per primo un pedone che porta sullo scudo l’insegna di una rosa.
I Pezzi del gioco degli Scacchi
Re, Regina, Alfiere, Cavallo, Torre e Pedone
Lo stesso Dante, come è ben noto, citò gli scacchi nel suo poema dove paragonò l’infinito numero degli angeli al “doppiar degli scacchi” (Paradiso, XXVIII, 91), con riferimento alla leggenda del premio attribuita allo scopritore del gioco; un chicco di grano per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza e così via fino alla sessantaquattresima , con un numero di venti cifre pari a 2 alla sessantaquattresima – 1. E’ assai probabile che il “Divin Poeta” abbia tratto questa similitudine da rimatori provenzali, dei quali fa spesso congruo riferimento, ma giova ricordare che questa duplicatio scacherii era notissima nel medioevo ricordata già da Averroe e da Leonardo Pisano, per citare alcuni fra i più famosi maestri della cultura medievale e matematica in particolare.
Città di Marostica, Scacchi viventi
Tuttavia questo tipo di calcolo sembrerebbe denunciare l’origine indo–asiatica del gioco che successivamente fu introdotto in Europa dagli arabi all’epoca delle Crociate per la conquista della Terrasanta, assieme ad altre importanti conoscenze matematiche. Non trascurabile anche il fatto che la scacchiera è composta solitamente da riquadri bianchi e neri con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista simbolico. Secondo i princìpi dello Yin e dello Yang infatti ma anche nella più antica tradizione massonica, nello spazio del bianco albergherebbe sempre il seme del nero e viceversa. I pezzi posti sulla scacchiera guarda caso sono comunque di colore opposto a quello del riquadro, a dimostrazione del fatto che ogni cosa vivente o meno, non è mai come noi la vediamo o la vogliamo ma il suo comportamento può essere mutevole in ogni circostanza essendo in gestazione dentro di lui il seme di un colore opposto a quello che vorrebbe manifestare.
Lo Yin e lo Yang
Anche il cinema assieme ai ben noti tornei di livello internazionale degli anni 70’80’ del secolo scorso ha da sempre celebrato il gioco degli scacchi; come non ricordare a tal proposito il film “Il settimo sigillo” del celebre regista Ingmar Bergman dove proprio un cavaliere medievale alla ricerca di sostanziali risposte all’esistenza umana, incontra la Morte e con essa ingaggia la ben nota partita a scacchi per la propria sopravvivenza.
Il settimo sigillo
Quando siederete ad un tavolo davanti ad una bella scacchiera con tutti i pezzi già ben disposti alla “tenzone”, ricordatevi dunque che non state facendo solo un gioco, ma state per essere osservati anche dentro voi stessi e il vostro saggio comportarsi, vi potrà portare alla vittoria oppure alla sconfitta che avrà comunque uguale valore se ottenuta con onore e senza sotterfugi.

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