giovedì 26 marzo 2020

Enigmi dal passato: Sodoma e Gomorra fra realtà archeologica e fonti documentarie sacre

di Mario Pagni

La distruzione di Sodoma in una stampa antica
L’informazione e l’esperienza archeologica in ogni parte del mondo hanno permesso di ridisegnare ai fini della crescita e dello sviluppo della conoscenza intesa come luce simbolica necessaria a illuminare il cammino dell’uomo sulla terra, la verifica costante sul terreno di quanto le fonti storiche ci hanno trasmesso. Purtroppo ne hanno fatto le spese miti e leggende spesso notevolmente ridimensionati da studi approfonditi e scarni ma necessari all’effettivo chiarimento dei fatti come effettivamente avvennero. Persino la Sacra Bibbia altrimenti definita “Il libro dei libri” è stata ed è sotto continua verifica per quanto riguarda eventi di tipo religioso e figure di profeti e saggi che abitano da sempre le sue bellissime pagine.
A tal proposito si è parlato e scritto molto sulle due città che proprio la Bibbia definisce come esempio di empietà e covo di idolatria e vizio, tanto che la storia rischia di essere accettata troppo frettolosamente e senza la dovuta attenzione a ciò che realmente potrebbe essere avvenuto. Per gli storici, gli studiosi, che considerano la descrizione dei testi sacri come una derivazione, una immagine popolare per impressionare le menti, ma anche come uno degli elementi della vera ricerca (certo non l’unico) è necessario e fondamentale il procedimento analitico. Le ricerche archeologiche effettuate, non solo confermano infatti l’esistenza delle due città, ma tracce e reperti giunti fino a noi, ne attestano la distruzione proprio come descritta nel racconto biblico, ovvero con una tempesta di fuoco e zolfo di non ben definita natura e provenienza.
La collocazione delle due città
Siamo ancora di fronte (come in tanti altri casi) ad elementi storici e leggendari che devono forzatamente trovare il giusto compromesso per avvicinarsi nel modo più possibile alla verità scientifica.
Sodoma (nell’attuale Giordania) era un insediamento che, secondo la tradizione, divenne celebre quando vi si stabilirono le tribù di Lot in seguito a una lite con quelle di Abramo per i diritti al pascolo delle mandrie. La valle del Giordano era all’epoca un territorio molto fertile in mezzo a una regione quasi totalmente desolata e deserta nel quale, oltre a Sodoma, c’erano altre grandi città fra queste: Zeboim, Adna, Gomorra e Zoar, governate da altrettanti sovrani e tutte abbastanza potenti e ricche da autogestirsi e coalizzarsi al punto tale, da poter respingere un’alleanza di re mesopotamici che volevano imporre la loro autorità. Secondo la Bibbia, le cinque città erano caratterizzate da un certo grado di libertà dei costumi, e in particolare, Sodoma e Gomorra, dove la licenziosità di pensiero e abitudini era diventata proverbiale quanto lo è (probabilmente) ai giorni nostri. In particolare, non è molto chiara quale sia stata la causa o le caratteristiche delle perversità imperanti nelle due città, ma pare che una sia stata la assoluta inospitalità degli abitanti. Secondo i testi sacri pare che la causa scatenante sia stata la cacciata di due angeli che erano ospiti nella casa di Lot; gli abitanti avrebbero chiesto a Lot di fare uscire dalla propria casa i due angeli, non si sa se per interrogarli o per abusare di loro, quest’ultimo sarebbe stato in effetti “il peccato commesso dai sodomiti”. La gente in fermento avrebbe anche cercato di entrare con la forza nella casa di Lot, ma chiunque provava ad entrare rimaneva accecato.
Lot e gli angeli
Solo dopo, i due angeli rivelano a Lot di essere stati mandati dal Signore per distruggere le città del vizio e annunciare che solo a lui era concessa la salvezza: Egli doveva però riunire la famiglia e lasciare quei luoghi andando verso le montagne, senza mai voltarsi indietro. La moglie di Lot, contravvenendo a tale indicazione, si volta a guardare la città ridotta in macerie fumanti e viene immediatamente trasformata in statua di sale. Il racconto riferisce poi che le figlie di Lot, temendo di essere le sole sopravvissute e di rimanere senza progenie, ubriacarono il padre, che le rese inconsciamente gravide dando origine alle stirpi dei Moabiti e degli Ammoniti.
La Bibbia non offre sufficienti chiarimenti nemmeno sui peccati commessi dagli abitanti delle due città per i quali sarebbe giunta la punizione divina e anche la storia accenna seppur brevemente a presunta omosessualità del popolo, oltre a usi e costumi poco ortodossi almeno dal punto di vista religioso. Ma sia l’una che l’altra causa apparente erano abbastanza diffusi in tutto il medio oriente e persino nell’antichità in generale, non tali quindi da giustificare il castigo come è stato raccontato. Recentemente la fantasia ha viaggiato persino sulle ali di considerazioni di tipo “ufologico” confortate dal racconto in se e dai presunti “Angeli del Signore” che altro non sarebbero stati che extraterrestri la cui nave spaziale in avaria nei pressi delle mura della città rischiava di esplodere.
Sodoma e Gomorra
I due alieni avrebbero tentato di avvisare la popolazione e la famiglia di Lot in particolare di una possibile deflagrazione di tipo nucleare, ma la gente riconosciuta la loro diversità probabilmente anche fisica, li avrebbe voluti cacciare e allontanare definitivamente. Quella che seguì fu proprio l’esplosione della presunta nave spaziale con la conseguente pioggia di fuoco sulle due città che furono investite in pieno. Esistono altri esempi di insediamenti antichi interessati da eventi nefasti le cui caratteristiche sarebbero state molto più moderne rispetto ai semplici seppure devastanti incendi causati dalle guerre di allora. Una per tutte è la antichissima città di Mohenjo Daro al confine fra India e Pakistan che è stata oggetto recente di grande interesse scientifico per alcuni reperti dell’epoca presenti negli scavi e che sembra siano stati “cotti” e bruciati ad altissime temperature, impensabili per qualsivoglia evento catastrofico che prevedesse tanto ingiustificato calore.
La città di Mohenjo Daro le rovine
Tornando a Sodoma e Gomorra ancora oggi gli archeologi sono alla ricerca di certezze non solo sul loro destino ma anche come spesso succede sulla loro esistenza, seppure vari sono gli insediamenti rinvenuti nell’area prospiciente il Mar Morto.  E’ importante ricordare che nella storia e nella mitologia antica, anche il gesto di girarsi a guardare indietro per vedere ciò che non era permesso, era considerato un tabù in molti rituali,  presente anche nel mito di Orfeo che si volta a guardare il mondo dei morti mentre salva la moglie Euridice, perdendola così per sempre. Succede uguale alla moglie di Lot che si trasforma in una statua di sale come abbiamo precedentemente ricordato. Anche i romani, durante le offerte ai morti, non si voltavano mai mentre si allontanavano dal luogo votivo. Cosa fosse successo poi riguardo alla presunta punizione divina è ancora argomento di studio; si fa largo anche l’ipotesi di un colossale incendio in un territorio già molto ricco di giacimenti petroliferi, la stessa  Bibbia parla di “pozzi di bitume” molto numerosi intorno alla città di Siddim, a poca distanza da Sodoma, e il Mar Morto, all’epoca  era chiamato anche “il lago di bitume” sempre per la presenza di vasti depositi di idrocarburi solidificati. Si può anche considerare infine che la zona in questione sorge in corrispondenza dell’unione di due faglie della crosta terrestre, dove la stessa l’attività sismica può provocare devastanti incendi.
La fuga da Sodoma di Lot con la sua famiglia
Nel 1995 gli studiosi Emery e Neev, nel loro libro risultato di approfonditi studi, hanno reputato plausibile che le città in questione siano state interessate proprio da un evento sismico, molto frequente nell’Età del Bronzo. Risultati di prelievi in loco hanno confermato che nel Terzo Millennio a.C. tutta la zona era stata colpita da un violento terremoto e il fuoco sarebbe stato generato dalle fughe di gas e idrocarburi presenti nel terreno, ricco fra l’altro di elementi solforosi. Qualcosa nel nostro passato indubbiamente sfugge ancora e non trova neanche oggi sufficienti e plausibili spiegazioni, lasciando così lo spazio a considerazioni ai limiti del fantascientifico ma che a tutt’oggi a nostro avviso sono giustificatamente dure a morire.

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