di Mario Pagni
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La distruzione di Sodoma in una stampa antica |
L’informazione e l’esperienza archeologica in ogni parte del
mondo hanno permesso di ridisegnare ai fini della crescita e dello sviluppo
della conoscenza intesa come luce simbolica necessaria a illuminare il cammino
dell’uomo sulla terra, la verifica costante sul terreno di quanto le fonti
storiche ci hanno trasmesso. Purtroppo ne hanno fatto le spese miti e leggende
spesso notevolmente ridimensionati da studi approfonditi e scarni ma necessari
all’effettivo chiarimento dei fatti come effettivamente avvennero. Persino la Sacra Bibbia altrimenti
definita “Il libro dei libri” è stata ed è sotto continua verifica per quanto
riguarda eventi di tipo religioso e figure di profeti e saggi che abitano da
sempre le sue bellissime pagine.
A tal proposito si è
parlato e scritto molto sulle due città che proprio la Bibbia definisce come
esempio di empietà e covo di idolatria e vizio, tanto che la storia rischia di
essere accettata troppo frettolosamente e senza la dovuta attenzione a ciò che
realmente potrebbe essere avvenuto. Per gli storici, gli studiosi, che
considerano la descrizione dei testi sacri come una derivazione, una immagine
popolare per impressionare le menti, ma anche come uno degli elementi della
vera ricerca (certo non l’unico) è necessario e fondamentale il procedimento
analitico. Le ricerche archeologiche effettuate, non solo confermano infatti
l’esistenza delle due città, ma tracce e reperti giunti fino a noi, ne
attestano la distruzione proprio come descritta nel racconto biblico, ovvero
con una tempesta di fuoco e zolfo di non ben definita natura e provenienza.
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La collocazione delle due città |
Siamo ancora di fronte (come in tanti altri casi) ad elementi
storici e leggendari che devono forzatamente trovare il giusto compromesso per
avvicinarsi nel modo più possibile alla verità scientifica.
Sodoma (nell’attuale Giordania) era un insediamento che,
secondo la tradizione, divenne celebre quando vi si stabilirono le tribù di Lot
in seguito a una lite con quelle di Abramo per i diritti al pascolo delle
mandrie. La valle del Giordano era all’epoca un territorio molto fertile in
mezzo a una regione quasi totalmente desolata e deserta nel quale, oltre a
Sodoma, c’erano altre grandi città fra queste: Zeboim, Adna, Gomorra e Zoar,
governate da altrettanti sovrani e tutte abbastanza potenti e ricche da
autogestirsi e coalizzarsi al punto tale, da poter respingere un’alleanza di re
mesopotamici che volevano imporre la loro autorità. Secondo la Bibbia, le cinque città
erano caratterizzate da un certo grado di libertà dei costumi, e in
particolare, Sodoma e Gomorra, dove la licenziosità di pensiero e abitudini era
diventata proverbiale quanto lo è (probabilmente) ai giorni nostri. In
particolare, non è molto chiara quale sia stata la causa o le caratteristiche
delle perversità imperanti nelle due città, ma pare che una sia stata la
assoluta inospitalità degli abitanti. Secondo i testi sacri pare che la causa
scatenante sia stata la cacciata di due angeli che erano ospiti nella casa di
Lot; gli abitanti avrebbero chiesto a Lot di fare uscire dalla propria casa i
due angeli, non si sa se per interrogarli o per abusare di loro, quest’ultimo
sarebbe stato in effetti “il peccato commesso dai sodomiti”. La gente in
fermento avrebbe anche cercato di entrare con la forza nella casa di Lot, ma
chiunque provava ad entrare rimaneva accecato.
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Lot e gli angeli |
Solo dopo, i due angeli rivelano a Lot di essere stati
mandati dal Signore per distruggere le città del vizio e annunciare che solo a
lui era concessa la salvezza: Egli doveva però riunire la famiglia e lasciare
quei luoghi andando verso le montagne, senza mai voltarsi indietro. La moglie
di Lot, contravvenendo a tale indicazione, si volta a guardare la città ridotta
in macerie fumanti e viene immediatamente trasformata in statua di sale. Il
racconto riferisce poi che le figlie di Lot, temendo di essere le sole
sopravvissute e di rimanere senza progenie, ubriacarono il padre, che le rese
inconsciamente gravide dando origine alle stirpi dei Moabiti e degli Ammoniti.
La
Bibbia
non offre sufficienti chiarimenti nemmeno sui peccati commessi dagli abitanti
delle due città per i quali sarebbe giunta la punizione divina e anche la
storia accenna seppur brevemente a presunta omosessualità del popolo, oltre a
usi e costumi poco ortodossi almeno dal punto di vista religioso. Ma sia l’una
che l’altra causa apparente erano abbastanza diffusi in tutto il medio oriente
e persino nell’antichità in generale, non tali quindi da giustificare il
castigo come è stato raccontato. Recentemente la fantasia ha viaggiato persino
sulle ali di considerazioni di tipo “ufologico” confortate dal racconto in se e
dai presunti “Angeli del Signore” che altro non sarebbero stati che
extraterrestri la cui nave spaziale in avaria nei pressi delle mura della città
rischiava di esplodere.
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Sodoma e Gomorra |
I due alieni avrebbero tentato di avvisare la popolazione e
la famiglia di Lot in particolare di una possibile deflagrazione di tipo
nucleare, ma la gente riconosciuta la loro diversità probabilmente anche
fisica, li avrebbe voluti cacciare e allontanare definitivamente. Quella che
seguì fu proprio l’esplosione della presunta nave spaziale con la conseguente
pioggia di fuoco sulle due città che furono investite in pieno. Esistono altri
esempi di insediamenti antichi interessati da eventi nefasti le cui
caratteristiche sarebbero state molto più moderne rispetto ai semplici seppure
devastanti incendi causati dalle guerre di allora. Una per tutte è la
antichissima città di Mohenjo Daro al confine fra India e Pakistan che è stata
oggetto recente di grande interesse scientifico per alcuni reperti dell’epoca
presenti negli scavi e che sembra siano stati “cotti” e bruciati ad altissime
temperature, impensabili per qualsivoglia evento catastrofico che prevedesse
tanto ingiustificato calore.
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La città di Mohenjo Daro le rovine |
Tornando a Sodoma e Gomorra ancora oggi gli archeologi sono
alla ricerca di certezze non solo sul loro destino ma anche come spesso succede
sulla loro esistenza, seppure vari sono gli insediamenti rinvenuti nell’area
prospiciente il Mar Morto. E’ importante
ricordare che nella storia e nella mitologia antica, anche il gesto di girarsi
a guardare indietro per vedere ciò che non era permesso, era considerato un
tabù in molti rituali, presente anche
nel mito di Orfeo che si volta a guardare il mondo dei morti mentre salva la
moglie Euridice, perdendola così per sempre. Succede uguale alla moglie di Lot
che si trasforma in una statua di sale come abbiamo precedentemente ricordato.
Anche i romani, durante le offerte ai morti, non si voltavano mai mentre si
allontanavano dal luogo votivo. Cosa fosse successo poi riguardo alla presunta
punizione divina è ancora argomento di studio; si fa largo anche l’ipotesi di
un colossale incendio in un territorio già molto ricco di giacimenti
petroliferi, la stessa Bibbia parla di
“pozzi di bitume” molto numerosi intorno alla città di Siddim, a poca distanza
da Sodoma, e il Mar Morto, all’epoca era
chiamato anche “il lago di bitume” sempre per la presenza di vasti depositi di
idrocarburi solidificati. Si può anche considerare infine che la zona in
questione sorge in corrispondenza dell’unione di due faglie della crosta
terrestre, dove la stessa l’attività sismica può provocare devastanti incendi.
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La fuga da Sodoma di Lot con la sua famiglia |
Nel
1995 gli studiosi Emery e Neev, nel loro libro risultato di approfonditi studi,
hanno reputato plausibile che le città in questione siano state interessate
proprio da un evento sismico, molto frequente nell’Età del Bronzo. Risultati di
prelievi in loco hanno confermato che nel Terzo Millennio a.C. tutta la zona
era stata colpita da un violento terremoto e il fuoco sarebbe stato generato
dalle fughe di gas e idrocarburi presenti nel terreno, ricco fra l’altro di
elementi solforosi. Qualcosa nel nostro passato indubbiamente sfugge ancora e
non trova neanche oggi sufficienti e plausibili spiegazioni, lasciando così lo
spazio a considerazioni ai limiti del fantascientifico ma che a tutt’oggi a
nostro avviso sono giustificatamente dure a morire.
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