Seconda parte
di Mario Pagni
Croce celtica |
Nel simbolismo del rosone quindi è il centro ad assumere
particolare importanza, da esso infatti si dipartono gli elementi
architettonici posti a raggiera, come dal Creatore verso la sua grande opera:
scriveva Nicola Cusano che: “Dio è circonferenza e centro, Lui che è
dappertutto e in nessun luogo”. Torna dunque in evidenza la forma circolare
proprio come quella di una ruota della quale assume sostanziale importanza
simbolica il suo “mozzo” o perno centrale, come dispensatore di energia vitale
simile proprio a quella dei raggi solari. Fra rosone e ruota vi è la forma “a
croce” quella per intendersi a braccia uguali, ritenuta fino dalla lontana
preistoria un vero simbolo solare come più volte ricordato. Si rende a questo
punto necessario il riferimento alla cosiddetta “Ruota Cosmica” che ritroviamo
in quasi tutto l’oriente, ma anche l’occidente medievale ne celebrerà le sue
caratteristiche con il termine forse non proprio esatto di “Ruota della
Fortuna” o dello Zodiaco, o “rotella celtica”. La ruota sarà il simbolo di
riferimento della ciclicità delle stagioni, dei periodi e cicli solari e lunari
e di tutto ciò che nel tempo costituirà una andata ed un ritorno pressoché
continuativi. Presso gli antichi popoli Celti tutti questi richiami erano
palesi, ma essendo essa stessa una figura cruciforme, assieme a ciò, ci
descrive e ci confina anche lo spazio abitato dall’uomo con le “le quattro
direzioni principali, ovvero le quattro strade attraverso le quali egli prende
coscienza del suo dominio terreno”.