lunedì 30 settembre 2019

I Culti Misterici

di Chiara Sacchetti

Quando abbiamo parlato dei Misteri Eleusini legati al mito di Demetra e Persefone abbiamo anche brevemente accennato che questi facevano parte dei cosiddetti Culti Misterici, rituali che avevano elementi comuni ma non sempre tutti presenti.

Rituale di iniziazione dalla Villa dei Misteri a Pompei
Pompei Villa dei Misteri, rituale di iniziazione
Proviamo  adesso ad approfondire l’argomento.

I Culti Misterici erano per gli antichi una forma religiosa parallela a quelle tradizionali, dove il culto si limitava ad una sola divinità specifica come Dioniso o Cibele, e individuale che dipendeva cioè  solamente da scelte personali di crescita intellettuale e soprattutto spirituale in cui ricercare la salvezza attraverso la vicinanza stessa alla divinità. Non è difficile capire quindi le ragioni per cui alcuni adepti decidevano di cambiare radicalmente la propria esistenza e donarsi ad un dio, entrando così a far parte di un gruppo ristretto di questi eletti. Le difficoltà della vita e soprattutto la paura della morte, possono far arrivare ad un momento della propria esistenza in cui si sente il desiderio ma anche la necessità, di portare se stessi e il proprio essere ad un livello superiore con un intenso lavoro di introspezione e trovando  dentro se stessi qualcosa che vada ben oltre alla mera materialità.

Samotracia, resti di un rilievo con l'iniziazione di Agamennone al culto dei Cabiri
Samotracia, resti di un rilievo con l'iniziazione di Agamennone al culto dei Cabiri

Questi culti non sono altro quindi che riti di iniziazione e di passaggio, che conducevano chi decideva di intraprendere questo viaggio, ad una più alta sublimazione e ad un più vicino rapporto con la divinità stessa, attraverso un percorso iniziatico - conoscitivo che culminava con riti segreti e ristretti a pochi eletti. Durante questi cerimoniali veniva fatto uso anche di sostanze allucinogene per provocare stati di estasi e addirittura simulare  una morte apparente e una conseguente nascita a nuova vita. Dobbiamo infatti pensare che chi decideva di entrare a far parte di questi gruppi ristretti, cercava anche di trovare benefici sia in questa vita che in quella dopo la morte,  proprio come nel caso dei Misteri Eleusini. Fra i benefici in vita vi era anche quello di essere liberati da forme di follia come i Coribanti o anche dai pericoli del mare per gli dei di Samotracia.
Nell’antichità  questi culti offrivano anche una valida alternativa alla religione per così dire “classica” ufficiale cittadina, anche se  questa particolarità, poteva creare un fitto alone di mistero , senza trascurare il fatto che veniva offerta  una personale e unica via alla propria felicità in questo mondo e una speranza per l’altro.
Da un punto di vista etimologico mysteria significava “segretezza” e coloro che infatti decidevano di entrare in questi ordini erano obbligati al silenzio e a non profanare i segreti che venivano svelati durante le cerimonie, pena la morte. Le pochissime informazioni che abbiamo sono tratte da quelli che una volta convertiti non erano più obbligati a tacere. E’ il caso del cosiddetto “nasseno” delle Confutazioni di tutte le eresie di Ippolito di Roma datata prima del 350 d.C., ad opera di un anonimo cristianizzato ad una corrente gnostica ed ex iniziato che ci racconta che «gli Ateniesi, mentre danno inizio alla gente nei riti eleusini, mostrano anche a coloro che sono ammessi al più alto grado di questi misteri, il potente, il meraviglioso e il più perfetto segreto adatto per un iniziato alle più alte verità mistiche: ha raccolto una spiga di grano in silenzio».

Casa della Farnesina, scena in stucco con iniziazione al culto dionisiaco

L’elemento sicuramente più interessante è il carattere salvifico, in cui grazie a tutti i passaggi iniziatici, l’adepto arriva alla visione della divinità stessa, che, morta e rinata, riesce a liberarlo, ossia superare lo stato umano e materiale,  dimostrando con ciò la possibilità di una nuova nascita sempre in questo mondo.
Gli oggetti di devozione ritrovati , per la maggior parte spesso eliminati per fare posto ad altri, restano una testimonianza della storia di tutti quelli che nel passato hanno intrapreso questo cammino spirituale, fatto di paure, ansie, speranza, ma anche di preghiera e di compimento, e come in una sorta di do ut des, essi servivano per cercare di placare la divinità e chiedere aiuto in un momento particolare della propria esistenza.
Alcuni studiosi sostengono che lo stesso Cristianesimo, almeno nelle sue origini, sia stato esso stesso un culto misterico proprio e soprattutto per questa caratteristica: non è un caso infatti che ancora oggi, nelle preghiere e nelle cerimonie della  Santa Messa, sia presente, con l’accezione di precetto, di verità assoluta, la parola “mistero”. E non solo. Se si pensa che i primi cristiani vivevano in gruppi e spesso rischiavano persecuzioni o altro, non è difficile ritenere che essi stessi venissero in ogni caso visti proprio come un altro gruppo misterico che conviveva con altri.

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