di Mario Pagni
Abbiamo visto nel precedente scritto come sia tutt’ora
dibattuto il problema delle vere origini del popolo Etrusco e le ipotesi in
controtendenza con quella che potremo definire la loro storia ufficiale non
sono poche. La mia esperienza personale in una Soprintendenza archeologica mi
ha talvolta reso dubbioso anche in merito all’interpretazione dei reperti
mobili. Essi infatti se pur ben riconosciuti e catalogati nella forma (esistono
precise tabelle e criteri di identificazione cronologica in proposito),
sembrano sfuggire invece nella loro sostanza, ovverosia per ciò che essi
vorrebbero e potrebbero effettivamente raccontarci sia dal punto di vista
simbolico che spirituale. Scrive Giulio Lensi Orlandi nel suo saggio ormai introvabile
“Noi e gli Etruschi”: Il significato
della spiritualità etrusca lo possiamo comprendere tenendo conto della
differenza che passa fra ciò che costituì la sua essenza e il pullulare delle
varie credenze delle popolazioni mediterranee tra le quali si affermò”.
Cippo funerario a clava |
Ciò sta a significare che ci si deve confrontare con un certo
numero di civiltà presenti in tutto il bacino mediterraneo e con tutta la loro
ritualità e spiritualità. Scrive ancora Lensi Orlandi: Una nazione etrusca non è mai esistita, analogamente a quanto si
verificò per altri popoli contemporanei, gli Etruschi non conobbero forme di
unità politica nel senso che noi diamo a questa definizione, genti e famiglie
costituirono piccoli stati aristocratici e autonomi, ciascuno con leggi, terre
ed esercito propri, con usanze particolari, ma tutti uniti da una superiore
ragione ideale che trovò la realizzazione nella partecipazione alla medesima
visione tradizionale”.
Acroteri |
Ecco che il terreno di sfida dell’archeologo ma
anche dell’epigrafista, inizia a complicarsi perché come in altri casi presenti
per altro in tutto il resto del mondo seppure con cronologie diverse, si ha a
che fare con una multidisciplinarietà di episodi di culto e di abitudini,
accomunate soltanto da una visione costante della spiritualità e della
coscienza interiore di ciascun individuo. Il reperto assieme alla strato in cui
esso viene rinvenuto, possono dirci soltanto e anche in taluni casi con
sufficiente approssimazione, la sua cronologia e (attraverso il raffronto con
altri reperti dello stesso tipo) anche le caratteristiche legate ad un semplice
esame autoptico che non serve però a chiarire nella sostanza il suo reale
recondito significato. La mitologia e le cronache di antichi scrittori ci
vengono spesso in aiuto e se ne fa largo uso ma anche abuso come archeologi, ma
l’unica reale possibilità di messaggio trasmesso da allora ad oggi sono i veri
significati simbolici legati all’esoterismo e alla spiritualità dell’essere
umano stesso che mai sono mutati nel tempo. Questa a nostro avviso è l’unica
chiave di lettura che permette la “comprensione” reale di ciò che proviene
dalla notte dei tempi ovvero i dubbi , le certezze, le paure e la vera
Tradizione degli uomini di allora, prima ancora della loro appartenenza a
questo o a quel popolo ormai scomparso. Proviamo adesso con qualche esempio che
ci aiuti a capire cosa abbiamo voluto intendere:
Il Tumulo etrusco
Tomba a camera in un tumulo |
“Un basamento circolare
di bozze di pietra affilarate, un cono di terra erbosa, un basso passaggio per
arrivare al centro della cella quadrata, ed ecco un tumulo di Populonia.
Nonostante la frana della volta e della terra sovrastante, la monumentalità è
sorprendente. Fu questa architettura che Augusto e Adriano vollero per i loro
grandiosi sepolcri familiari, una architettura matematica come quella delle
piramidi, immagini simboliche della montagna sacra”. Questa descrizione di una tomba
etrusca del tipo “a camera” basta a dimostrare la valenza sacrale e spirituale
attribuibile a qualsiasi monumento o reperto antico.
Necropoli etrusca di Cerveteri, tumuli con tombe a camerw |
Si parla di “Montagna
Sacra” come riferimento simbolico e niente nel mondo può essere più vero; dalle
piramidi egizie appena citate alle Ziggurat babilonesi e mediorientali in
genere, fino ai grandi templi a gradoni degli antichi popoli del Sud America,
della penisola dello Yucatan o del Messico come Aztechi, Inca o Maia, la
rappresentazione del microcosmo “a cupola” a imitazione della grandezza
dell’universo che ci circonda, nel culto e nella vera tradizione è sempre
rimasta la stessa.
Ziggurat |
Non a caso perfino il cristianesimo che tanto ha ripreso dai
culti antichi seppure considerati pagani, ha costruito le sue chiese con tanto
di absidi semicircolari orientate verso est ma sormontate anche da trionfali
cupole come quella brunelleschiana di Firenze o della stessa San Pietro a Roma
tempio della cristianità, come immagine del soprastante cosmo e delle
astronomiche costellazioni circumpolari visibili dalla nostra Terra,
traducendole in sontuosi e quasi irraggiungibili paradisi pittorici o scultorei
come unica chiave di lettura in questo caso della spiritualità cristiano –
cattolica.
Firenze, Santa Maria del Fiore, Cupola del Brunelleschi |
Vasari e Zuccari, Il Paradiso, Cupola del Brunelleschi interno, Santa Maria del Fiore, Firenze |
Tornando alle nostre “colline erbose” di cui l’Etruria è
piena sia quella settentrionale che meridionale, esse altro non sono quindi che
la “casa del defunto” e il viatico simbolico cultuale per un Aldilà al quale
gli Etruschi pur celebrandone le caratteristiche, non hanno mai creduto fino in
fondo se non rapportandosi con una realtà di tipo iniziatico che andrebbe ben
oltre la stessa vita terrena. Non molti sanno però che i “segnacoli” posti
sulla sommità di tutti i tumuli, servivano (anche se non sempre)
all’identificazione generale di chi vi era sepolto. Si usava l’Acroterio se si
trattava di una singola sepoltura femminile o con caratteristiche prevalenti
del tipo di sesso indicato, mentre per le sepolture maschili il “cippo” (questo
era il nome del segnacolo sul vertice della tomba), era a “clava” o di forma
sferica in marmo o in pietra come ad attestare nell’uno e nell’altro caso il
maschile e il femminile presente.
L’esempio semplice che abbiamo fatto, ci introdurrà per il
proseguo delle nostre paginette di studio, ad altre e più complesse simbologie
che offriranno nuovi e ugualmente interessanti spunti di studio se proveremo ad
usare gli stessi criteri di ricerca e traduzione dei loro significati come in
questo primo caso.
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