giovedì 29 agosto 2019

Le terre leggendarie: la Terra Cava e il Regno di Agarthi

di Mario Pagni


Ci è stato chiesto da più parti di produrre una seconda parte nel nostro Blog dedicata al “chiarimento” di alcuni lati ancora oscuri sulla vicenda dell’ipotesi della cosiddetta “Terra Cava” e sul regno sotterraneo dell’Agartha.

Il testo di Jacolliot che ha ispirato gli altri autori

La mia formazione professionale mi impedisce totalmente di attingere a fonti scritte che non siano sufficientemente attendibili e supportate da dati storici e archeologici ben documentati. Tuttavia ho sempre pensato che ogni leggenda abbia sempre e comunque una parte di verità alla quale fare riferimento e per la quale varrebbe la pena non solo approfondirne alcuni aspetti ma anche dare credito ad ipotesi (se pure apparentemente fantasiose) ma in grado comunque di stimolare ulteriori ricerche su basi scientifiche. Per dirla alla “Roberto Giacobbo” tentare di camminare sul filo della lama “ai confini della realtà” prima di screditare del tutto qualsiasi problema legato ad un passato del quale spesso non conosciamo bene neanche la verità dimostrata. Questo è quanto scrive Dario Chioli relativamente alla vicenda del favoloso regno sotterraneo descritto non solo da Saint Yves de Alveidre ma aggiunge l’inadeguatezza scientifica di certe sue affermazioni tratte da un precedente testo di un altro autore: Louis Jacolliot. Dice Chioli:


Louis Jacolliot

“È uscita nel 2009, curata da Gianfranco de Turris per le Edizioni Arkeios, col titolo Il regno di Agarttha, la traduzione di Matteo De Chiara dell'opera Mission de l'Inde en Europe. Mission de l'Europe en Asie di Alexandre Saint-Yves d'Alveydre, uscita nel 1886 per i tipi di Calmann Lévy ma subito dopo ritirata e distrutta (salvo un paio di copie) dall'autore. Fu riedita, con qualche variazione, nel 1910 dalla "Société des Amis de Saint-Yves" fondata da Papus, e poi, in modo più conforme all'originale, nel 1981 dalle Éditions Bélisane di Cazilhac. L'edizione italiana riporta da quest'ultima l'introduzione di Jean Saunier, premettendole però l'introduzione che Joscelyn Godwin ha steso per la sua traduzione The Kingdom of Agarttha (Inner Traditions, 2008, trad. it. di Pasquale Faccia)”.

Localizzazione presunta della terra di Agarti o Agartha

Molti sono i dubbi e soprattutto le inesattezze presenti in entrambi i testi precedenti che sono stati presi e riportati come spesso avviene anche da esoteristi del calibro di Rene Guenon. Continua Chioli:
“Bisogna dire che le introduzioni di Godwin e Saunier risultano essere la parte più interessante dell'opera, in quanto forniscono dati interessanti su Saint-Yves e i suoi informatori orientali. Il testo di Saint-Yves vero e proprio, invece, è sì interessante per ragioni storiche, ma denuncia pesanti limiti. In primo luogo l'autore è scarsissimamente attendibile, con la sua fissazione per la sinarchia e la sua incredibile presunzione mentre, per quanto riguarda Agarttha, nella maggior parte dei casi si rifà a Louis Jacolliot, generalmente ritenuto altrettanto inattendibile, o alle proprie discutibili visioni in astrale (peraltro lo prese troppo sul serio anche Guénon, che così si ritrovò ne “Il Re del mondo” diversi lasciti di Jacolliot).

Copertina del libro "Bestie, uomini e Dei"

Per quanto ci riguarda iniziammo ad interessarci dell’argomento Agartha circa una ventina di anni fa scorrendo con grande curiosità l’ottimo testo di Roberto d’Amico “Le terre del Mito” Poi allo scopo di approfondire la tematica, ci siamo letti con forse ancora maggiore interesse “Bestie uomini e Dei” di Ferdinand Ossendosky una sorta di buon romanzo “all’antica” nel quale proprio nell’ultima parte del viaggio del protagonista che sta fuggendo dalla Russia, ci si imbatte nella descrizione di questo presunto “Re del Mondo” che da segni manifesti della sua presenza peraltro riconosciuta dalle tribù della regione Himalayana, che si inchinano al suo lontano richiamo sonoro. Vista la stima poi per Renè Guenon e per i suoi celeberrimi scritti, abbiamo letto proprio il suo “Il re del Mondo” nella edizione più vetusta. Infine e per tramite di Saint Yves D’Alveidre scopriamo anche l’esistenza di Louis Jacolliot forse il primo ispiratore dell’argomento, del quale Chioli denuncia oltre che una sfrenata fantasia anche una serie di errori linguistici e d’interpretazione poco giustificabili per una fonte scritta che tratta già di per se di un argomento ai confini della fantasia e della stessa psiche umana.
Scrive Chioli: “Altra serie di errori (risalenti a Saint-Yves o all'editore francese o a tutt'e due?): nel capitolo primo, tra p. 69 e p. 90 dell'edizione italiana, sono riportate una quantità di parole in sanscrito che però per buona parte sono scritte sbagliate. Anche qui, non era forse il caso di chiedere una consulenza a qualcuno e scrivere qualche nota esplicativa? Per far capire, due esempi tra tanti: la prima parola riportata, che dovrebbe essere la trascrizione di "Agarttha", è in realtà scritta "Âgashthatha", con la "a" iniziale lunga, senza "r", la prima "t" cerebrale e aspirata e seguita da una "a": quattro errori in una sola parola. E a p. 90, invece di "dham", c'è scritto "davam", con iniziale erronea e una sillaba "va" in mezzo che non c'entra niente. Ma gli errori sono tanti, senza contare le parole di cui si dà un significato sbagliato, come a p. 73 il termine "Pândava" ("n" e "d" cerebrali), che indica i "discendenti di Pându" ma viene trascritto "Pandavâm" ("n" e "d" dentali) e interpretato per "sapienti", nonché l'inqualificabile pretesa di Saint-Yves di spacciare per sanscriti composti come "Agnael", "Yamael", "Varanael" e "Uvael", che sono degli ibridi composti di pseudosanscrito e della parola ebraica "El", che indica Dio e in quella posizione caratterizza in ebraico i nomi degli angeli.

Mont Saint Michel che sarebbe la parte positiva del Regno sotterrneo

Tutto questo senza ulteriormente voler gettare ingiustificato discredito sia su chi ha scritto dell’argomento in precedenza ne tantomeno chi ne ha prolungato forse mistificandola, la stessa attività e la realtà scientifica del “Re Sacerdote” di Agartha, dobbiamo e vogliamo mettere in guardia non solo i nostri lettori ma anche coloro che come Hitler lo stesso dittatore nazista, o altri inclini a credere troppo facilmente, ne hanno fatto una sorta di bandiera legata alla razza Ariana fino a scatenare una assurda quanto sanguinosa guerra mondiale sull’onda di poche non dimostrate dicerie. Ma il “Re del Mondo” potrebbe essere veramente ancora là in Asia, protetto dalle sue barriere magnetiche a governare il mondo dalla sua “Terra Cava” pronto a tornare in auge appena i tempi e le condizioni lo permetteranno, portando speranza e forse anche vera giustizia in questi tempi dove ben altre divinità molto più ignobilmente terrene e speculative, stanno governando a pieno titolo il nostro bistrattato pianeta. Prudenza dunque ma anche voglia di scoprire o di chiarire ma sempre con i “piedi per terra”.

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