giovedì 15 agosto 2019

Le terre "leggendarie": l'AGARTHI e il Regno del Preste Gianni


di Mario Pagni

Il cammino che abbiamo intrapreso nel mondo antico, i suoi simboli e quella che potremo definire “Conoscenza Perduta”, passa anche attraverso luoghi leggendari carichi di fascino misterico e magnetismo terrestre costante. Quelli che seguono sono due esempi classici spesso ignorati dalla nostra civiltà “moderna” così lanciata e propensa a vivere la propria esistenza cancellando volentieri la fantasia e l’intuito in favore solo e soltanto dell’immediato godimento e profitto eppure la storia, non sempre quella scritta e trattata attraverso una ampia divulgazione, ma circoscritta a persone ed ambienti più attenti e nel contempo più riservati ed esclusivi, racconta che nel corso dei secoli, si sono avvicendati favolosi regni e terre mai esplorate, governate da sovrani iniziati e saggi, alcuni dei quali ancora oggi se pur relegati nel sottosuolo del pianeta o nascosti sotto apparenti mentite spoglie, influenzerebbero i destini di tutta la nostra povera e tartassata umanità.

Alexander Saint Yves d'Alveydre

Come non ricordare fra essi e probabilmente su tutti il fantastico regno del “Preste” o Prete Gianni di medievale e orientaleggiante memoria, oppure  più prossimo alla nostra epoca se pur esistito da  sempre secondo alcune teorie, il regno sotterraneo dell’Agartha o “Agarthi” (secondo la forma mongola), governato da un potente e saggio Re – Sacerdote di cui tratta anche Renè Guenon definendolo il “Re del Mondo”.

Mappa antica del favoloso Regno del Prete Gianni

Quest’ultimo fu addirittura interpellato dal folle dittatore Adolf Hitler tramite i suoi esperti di occulto, che prima di scatenare la seconda grande guerra mondiale, inviò tre spedizioni in Himalaya alla sua ricerca e per avere il suo diretto consenso per la grave decisione da prendere, guidate dallo stesso Himmler. Fu Saint Yves d’Alveydre, nel suo “Mission de l’Inde” a parlare per la prima volta del misterioso mondo sotterraneo percorso da chilometriche gallerie e isolato da una serie di ingressi protetti da barriere elettromagnetiche, i cui abitanti una sorta di popolo composto da grandi iniziati, eleggerebbero con cadenza regolare da millenni il loro Re – Sacerdote.

Planimetria generale del mondo sotterraneo dell'Agartha

Ancora oggi si dice che lo stesso Dalhai Lama (e solo lui) può parlare con il Re del Mondo soltanto tre volte l’anno, per percepirne appena, la sua grande e profonda saggezza e umanità e raccogliere le indicazioni necessarie al proseguo della sua missione terrena. Del Prete Gianni invece, la più antica menzione si trova nella cronaca di Ottone di Frisinga, storico tedesco che nel XII secolo riferisce alcune notizie in proposito, prese un po’ ovunque compresa la corte pontificia. Secondo queste notizie, il Prete Gianni sarebbe stato un cristiano nestoriano che aveva combattuto e vinto i Medi e i Persiani e diretto discendente dei re Magi.

Immagine del mondo sotterraneo secondo la teoria della cava

I potenti dell’allora europa occidentale, e orientale da papa Alessandro III all’imperatore di Bisanzio Emanuele Commeno e del Sacro Romano Impero Federico Barbarossa, trattano di questo enigmatico personaggio in lettere scritte in latino, esaltandone anche in questo caso le doti e l’indubbia grande saggezza. Il cammino dell’”illuminazione” è passato anche attraverso di loro come di tutti i grandi saggi che hanno costituito le colonne miliari della nostra umanità, un numero infinito di persone che sono riusciti a segnare la storia in modo indelebile, imprimendo ad essa con il loro contributo alla Conoscenza (quella vera), un ritmo diverso e migliore in assoluto.

Immagine di Shambhala terra o regno leggendario

Questi personaggi (scienziati, filosofi, santi nel caso del cristianesimo, ma anche poeti o artisti in generale di qualsiasi paese del mondo), per ovvi e ragionati motivi in virtù del loro  carisma e del potere di convincimento dato dalle loro stesse capacità intellettuali, non solo hanno generato nuovi adepti in grado di proseguire la loro opera, ma, talvolta, hanno saputo creare vere e proprie “scuole di pensiero” spesso spontanee intorno alle quali gruppi di individui più o meno organizzati, hanno fatto rivivere applicandoli, i concetti filosofici scientifici ed esoterici appresi.


Bibliografia essenziale utilizzata

Roberto d’Amico, Le terre del Mito. Viaggio alla ricerca delle terre leggendarie, Collana Mondi Sconosciuti, n. 47, MEB, Torino, 1979

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