giovedì 28 ottobre 2021

La Costellazione dello Scorpione

di Mario Pagni

La costellazione dello Scorpione

Con questa costellazione riprendono i nostri appuntamenti astronomici con riferimento alla mitologia antica. Non possiamo negare che l’interesse per lo Scorpione è anche maggiore essendo esso stesso quello che dovrebbe in qualche modo guidare anche i destini dello scrivente e di molti carissimi amici. Siamo anche nel periodo dell’anno fra la fine di ottobre e quella di novembre che sarebbe governata da questo bellissimo ma anche inquietante segno zodiacale. Come abbiamo visto nei precedenti schemi stellari che gli antichi hanno saputo raffigurare nella mitologia ma anche astrologicamente parlando, la costellazione dello Scorpione è indissolubilmente legata a quella di Orione il mitico cacciatore della Beozia dalla statura gigantesca che si accompagnava ad Artemide dea della caccia  durante le battute venatorie sull’isola di Creta. Sappiamo che la sua fama legata alla innegabile abilità ne accrebbero anche la superbia al punto tale da dichiarare che non esisteva sulla faccia della terra animale che non potesse sfuggire ai suoi inseguimenti e alla sua mira eccezionale. Per punire anche questa eccessiva vanità Era la regina degli dei, creò uno scorpione in grado di affondare nel suo piede il mortale pungiglione. La beffa maggiore fu anche quella di vedere un animale così piccolo uccidere il gigante cacciatore di prede molto più grandi e feroci di lui.

lunedì 25 ottobre 2021

L’amor cortese

di Chiara Sacchetti

Il termine Amore cortese è relativamente recente, e fu coniato nel 1883 da Gaston Paris per indicare quella corrente filosofica, letteraria e artistica tipica dei primi decenni dell’XII secolo della zona nord della Francia, fondata sull’idea che soltanto chi ama possiede un cuore nobile.

Considerato l’antesignano del Dolce Stilnovo, l’amor cortese presenta sostanzialmente due temi principali: l’avventura e l’amore, quest’ultimo spesso legato alla prima e che esorta a compiere gesti cavallereschi ed eroici. Quello che ne viene fuori è un sentimento che si distingue per due caratteristiche, il desiderio erotico, materiale e la tensione spirituale, entrambi calibrati nella cosiddetta mezura, un misura giusta fra sofferenza e piacere, tra angoscia ed esaltazione che il sentimento provoca.

Scene di corte realizzate dietro ad uno specchio

Un amore del genere non può che realizzarsi al di fuori del matrimonio; fino a pochi decenni fa l’unione matrimoniale era un atto prettamente economico e politico, spesso deciso dalle famiglie per proprie scelte di comodo e di avvalersi di un appoggio con una famiglia potente, cosa che poco aveva a che fare con il sentimento. Ma al di là di questo aspetto, quello cortese doveva anche essere un amore forte, profondo, ma allo stesso tempo tormentato affinché facesse scaturire opere come poesie  o racconti colmi di passione e fantasia. Quello che esso doveva esprimere quindi doveva essere qualcosa che poco aveva a che fare con una unione calma e sicura come quella matrimoniale. Ciò nonostante la passione dell’artista non metteva in pericolo la figura del marito, anzi, né tantomeno quest’ultima era un ostacolo per il poeta: quell’amore rimaneva per la maggior parte delle volte inappagato e proprio grazie a questa frustrazione con pochi attimi felici, faceva sì che potessero venire fuori quelle opere letterarie colme di tensione e sentimento. La sola visione della donna amata era per il poeta un modo per sollecitarne l’immaginazione per far così sgorgare la facoltà di scrivere poesie e realizzare opere di un grande valore.

giovedì 21 ottobre 2021

La Tanella di Pitagora

di Mario Pagni

Nei pressi della celeberrima antica città di Cortona facente parte di una delle dodecapoli etrusche, salendo verso l’attuale centro abitato, con una breve deviazione è possibile incontrare a mezzacosta, una strana costruzione che secondo chi scrive avrebbe bisogno di ulteriori verifiche riguardanti proprio la sua funzione già attribuita di sepoltura del tipo “tomba a camera”.

Localizzazione della Tanella di Pitagora

La Tanella di Pitagora (questo è il suo nome) è situata proprio sul pendio che discende dalla collina di Cortona verso la Valdichiana  La prima notizia certa che si ha su di essa fa riferimento ad una visita di Giorgio Vasari nel 1566.

lunedì 18 ottobre 2021

Il Vodoo

di Chiara Sacchetti

Quando sentiamo parlare di vodoo immaginiamo subito una bambolina che rappresenta una persona infilzata da uno spillo che provoca nello stesso momento nella persona interessata la sensazione di essere punta nello stesso posto. Niente di più sbagliato.

Classica bambola punta da uno spillone associato al vodoo

Nata ai primordi della civiltà nel continente africano, la religione vuduista ebbe però intorno al Seicento, con le deportazioni degli schiavi nelle nuove colonie, una nuova linfa vitale con nuovi caratteri più moderni, dove venivano unite le credenze spirituali con alcuni elementi del Cattolicesimo. Fu l’incontro fra questi due culti che influenzò questa religione portandola a mutare la sua natura e unirla in quelle più cristiane anche se fu sempre combattuta fin dai suoi inizi, per la sua connessione con la Magia Nera e per le superstizioni che insegnava. Per gli schiavi il vodoo andò però a significare anche e soprattutto un sentimento di unione e coesione, una fede che li legava facendoli sentire parte di una unica comunità, in un momento come quello dello schiavismo in cui venivano sfruttati e maltrattati.

giovedì 14 ottobre 2021

Quadratura del cerchio

di Mario Pagni

Quadratura del cerchio
 

Un cerchio e la sua "quadratura", hanno la stessa area

La quadratura del cerchio, assieme al problema della trisezione dell'angolo e a quello della duplicazione del cubo, costituisce un problema classico della geometria greca. In sostanza quello della quadratura del cerchio non è altro che un problema di matematica (più precisamente di geometria) il cui scopo è costruire un quadrato che abbia la stessa area di un dato cerchio, con uso esclusivo di riga e compasso.

lunedì 11 ottobre 2021

Marie Laveau

di Chiara Sacchetti

È una delle figure femminili più enigmatiche del recente passato, sempre avvolta da un alone di mistero, una donna che è divenuta negli anni una regina dei salotti buoni inglesi, compiendo rituali e cerimonie di pratiche oscure. Sto parlando di Marie Laveau. Ma chi era veramente?

Le  notizie su Marie Laveau sono purtroppo piuttosto scarne e difficili, soprattutto perché spesso vengono confuse con quelle di alcune delle sue figlie che portavano lo stesso nome e in particolare con una, Marie Laveau II, anch’essa maga e praticante del vodoo. Ma non solo. Le sue avventure e curiosità sono spesso avvolte da mistero e leggenda, come quella che vorrebbe che avesse sempre con sé addirittura un serpente di nome Zombie, così chiamato in onore di una divinità africana.

Marie Laveau

Figlia della schiava liberata Darcental Marguetto (Marguerite Darcantrel) e di Charles Laveau, un ricco uomo d'affari mulatto, Marie nacque a New Orleans forse il 10 settembre 1794, anche se alcune date si allungano fino al 1801.

giovedì 7 ottobre 2021

La Regina Sibilla

di Mario Pagni

La Tradizione e il culto delle  Sibille parte dalla notte dei tempi per arrivare fino a noi pressoché incontaminata se specialmente studiata con metodo scientifico e tenuto ben conto della parte dedicata alle leggende e alle vicende storiche ad essa legate. Abbiamo visto di come la Sibilla “Appenninica” avesse alcune particolarità diverse dalle altre legate principalmente queste ultime, alla classicità di popoli e culture più antichi e radicati nella mitologia. Abbiamo visto anche come invece la Sibilla oggetto del nostro studio, albergasse in una grotta in cima alla montagna che ancora oggi porta il suo nome e che le leggende ad essa legate, affondassero a piene mani non solo in culti pagani ma anche seppure in epoca più recente, nel folklore popolare presente della zona e assai legato alle tradizioni contadine, alla semina, alle fasi lunari e al ciclo perenne delle stagioni, come testimoniano i simboli presenti in ogni dove nelle case e sulle facciate delle antiche chiese presenti sia nella parte umbra che in quella marchigiana. Fasci di grano scolpiti nelle architravi di pietra di porte e finestre con astri posti vicino ad essi  come probabile costante memoria del periodo di riferimento stagionale, fiori della vita e emblemi solari e lunari, indicano una sorta di devozione alla magnificenza della Natura e a ciò che essa ha saputo e saprebbe ancora offrire se trattata nel giusto modo o tradotta in una sapiente opera di agricoltura per mano dell’uomo.

lunedì 4 ottobre 2021

Il Sufismo

di Chiara Sacchetti

È la disciplina di perfezionamento spirituale che attraverso metodi e dottrine consente di arrivare all’approfondimento interiore.

L’origine della parola non è certa, secondo alcuni deriva dal sostantivo ṣūf, ossia «lana», riferito forse al saio che indossarono i primi adepti in segno di povertà e di reverenza verso Dio, il cosiddetto “vestito della pietà” menzionato nella sura del Limbo; secondo altri, (ed è la versione più probabile), il termine deriva da ṣafā’ (purezza) o da ṣuffa (portico) e richiama forse il portico della casa di Maometto a Medina dove l’uomo ospitava personaggi illustri e teneva le sue lezioni.



Ma è dall’ottavo secolo. che si ha la prima documentazione ufficiale della presenza dei sufi, ossia i devoti di al-Kūfa e già nel secolo successivo con questo termine venivano indicate le persone che si dedicavano ad un percorso mistico attraverso le discipline spirituali. Nel tempo poi anche il rapporto fra il Maestro e l’allievo  inteso come relazione che porta ad uno sviluppo spirituale di quest’ultimo, si evolse poi diventando sempre più stretto e strutturato fino a quando, nel XII e XIII secolo si arrivò alla costituzione di vere e proprie confraternite e ordini, favorita anche dalla crisi del mondo islamico classico e dall’islamizzazione di nuovi territori in Africa e Asia. I nuovi nuclei che traevano il proprio nome dal santo fondatore, si presentavano con una struttura piramidale, favorendo così anche la crescita e la diffusione del culto dei santi, vivi e defunti. Ogni congregazione aveva e ha tuttora al suo centro il Maestro, l’unico in grado di poter trasmettere e influenzare gli adepti al nuovo cammino, ed è lui a svolgere il rituale di iniziazione per i nuovi allievi, attraverso l’insegnamento del sapere e delle pratiche tipiche, come la preghiera, il canto e balli ripetuti freneticamente assieme a parole che formano una sorta di varie formule magiche che stimolano alla vicinanza con il divino. Quando il Maestro fondatore muore gli succede un altro già designato precedentemente.