giovedì 25 febbraio 2021

La scienza esoterica

di Mario Pagni

“L'esoterismo è assimilabile ad un nucleo di verità appannaggio di un cerchio interno più nascosto, la cui manifestazione exoterica e profana è rappresentata invece da quello esterno”

Cerchio interno e cerchio esterno

La scienza esoterica, o se vogliamo il vero esoterismo, nel suo aspetto tradizionale, è l’insegnamento segreto trasmesso da un Maestro in senso generale al suo adepto, e la riscoperta da parte di quest’ultimo, di sé stesso, dei legami che l’uniscono alle forze cosmiche, e alle entità superiori del Cielo e della Natura vivente che lo circonda. Dato che la conoscenza esoterica si basa su un risveglio e un ampliamento della coscienza nei diversi piani della realtà che le sono propri, essa si accompagna ( e si deve necessariamente accompagnare) a una padronanza di sé e a un potere sugli elementi, perfino sugli esseri, che sono simbolicamente e analogamente in rapporto con le diverse qualità sviluppate o acquisite dall’uomo.

lunedì 22 febbraio 2021

Paracelso il primo medico moderno?

di Chiara Sacchetti

Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, o più comunemente chiamato Paracelso, nacque a Einsiedeln in Svizzera il 14 novembre 1493 da Wilhelm von Hohenheim, un medico, e da una serva ecclesiastica, in una casa vicina al monastero della cittadina e ad una delle stazioni di sosta per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela. Della madre non sappiamo praticamente niente, se non che morì o di parto o dopo pochi anni dalla sua nascita, tanto che egli fu allevato dal padre: alcuni sostengono che la madre? potesse essere una donna isterica, considerazione che nasce forse dal fatto che in età adulta nei suoi studi Paracelso ebbe una certa predisposizione nell’indagare appunto questo genere di malattia.

Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim

La scelta dell’appellativo è da ricercarsi nella scelta di mettersi sullo stesso piano (para dal greco significa vicino, presso) a Aulo Cornelio Celso, un romano del I sec. d.C. naturalista esperto delle arti mediche anche se alcuni credono che possa essere una parziale latinizzazione del suo cognome Hohenheim.

giovedì 18 febbraio 2021

Valenze e simbolismi nella Pieve romanica

di Mario Pagni

Sovicille (SI), Pieve di San Giovanni Ponte allo Spino

Il periodo o stile romanico, vede la particolare fioritura di edifici a carattere religioso molto particolari il cui uso non era soltanto tale, ma si estendeva anche al controllo e la manutenzione della viabilità servendo talora anche di alloggio o rifugio, se pur provvisorio, per viandanti e anche agricoltori o pastori della zona. Non dobbiamo confondere una pieve né con un’abbazia, né con un santuario, né con una delle tantissime chiese sparse nelle città e nel territorio, diviso all’epoca proprio in pivieri, ovvero distretti dipendenti dalla pieve stessa. La pieve, differiva dalle altre chiese per essere detentrice delle due caratteristiche fondamentali riferite alla vita dell’essere umano, ovvero, la sua nascita e la sua morte. La pieve infatti, era dotata sia di fonte battesimale per trasformare il nascituro in un vero cristiano, che del cimitero necessario al salvataggio dell’anima del defunto,  l’Alfa e l’Omega, la lettera iniziale e finale dell’alfabeto greco, ovvero il princìpio e la fine. Il periodo della massima importanza della pieve, va dall’VIII al XIII secolo. 

lunedì 15 febbraio 2021

La Sindone, il vero sudario di Cristo?

di Chiara Sacchetti

È il lenzuolo più famoso e importante per la Cristianità, una reliquia che non ha eguali e paragoni. Per chi crede è la stoffa con la quale sarebbe stato avvolto il corpo di Gesù dopo la sua morte, e tutto ciò che resterebbe della sua resurrezione, quando la domenica successiva le tre Marie sarebbero andate per preparare il suo corpo, scoprendo invece il sepolcro vuoto.

Sulla stoffa, impresso, dipinto o forse chissà in che modo, sarebbe rappresentato un uomo morto crocifisso, con una corona di spine sulla testa e la ferita sul costato, proprio come ci raccontano le Sacre Scritture nella vita di Gesù Cristo.

La Sindone

Ma è veramente un segno tangibile dei Vangeli? E quale è la storia?

giovedì 11 febbraio 2021

Castel del Monte

di Mario Pagni

Castel del Monte, panoramica

Ci troviamo nella regione Puglia nei pressi di Andria, a raccontare qualcosa circa Castel del Monte, imponente costruzione fatta realizzare da Federico II di Svevia.

Definirlo castello o secondo alcuni residenza di caccia dell’imperatore, è cosa assai riduttiva, in quanto questo "libro di pietra" è ricco in ogni sua parte di implicazioni astronomiche, geometriche, matematiche e simboliche, che nel loro linguaggio d'insieme, fanno di questa costruzione, una delle massime tappe raggiunte dalla tecnica costruttiva e nell’uso proprio della simbologia dell'epoca federiciana.

I richiami astronomici

Castel del Monte ha forma ottagonale, agli otto angoli si innestano altrettante torri ottagonali, il suo cortile è anch’esso ottagonale e conta (guarda caso) otto sale a pianterreno ed otto al piano superiore tutte trapezoidali e tutte eguali tra loro.

La distribuzione spaziale di questi elementi architettonici obbedisce a precise indicazioni dettate dal Sole nel suo cammino virtuale durante il giorno e nel corso dell'anno.

lunedì 8 febbraio 2021

Zenobia, la prima e unica Regina di Palmira

di Chiara Sacchetti

Zenobia, vero nome in aramaico Bath-zabbai (בת זבי), in greco Zēnobía (Ζηνοβία) e in arabo az-Zabba ( الزباء ), nacque a Palmira in Siria nel 240, e sappiamo, come ella si vantasse, che la sua famiglia derivava dalla stirpe dei Tolomei, avendo fra le sue antenate perfino la grande regina Cleopatra e la regina di Cartagine Didone. Non sappiamo se ciò corrispondesse a realtà, di certo Zenobia aveva conoscenze della lingua e della cultura egiziana, anche se più probabilmente potevano derivare dalla madre, forse di origini egizie.

Sir Edward Poynter, Zenobia, ritratto di fantasia

Il nome completo con la quale fu chiamata era Iulia Aureliana Zenobia, a conferma della sua discendenza romana che i suoi antenati ricevettero sotto Antonino Pio, o Commodo o più probabilmente Marco Aurelio.

Bella, intelligente, con una carnagione scura, denti bianchi come perla e occhi neri come la pece, le fonti raccontano così Zenobia, una donna di gran carattere, forte, che si comportava quasi come un uomo che amava andare a cavallo cacciare e bere. Ai suoi soldati si presentava con elmo e manto rosso porpora come un soldato romano. Parlava fluentemente greco, aramaico antico, oltre che l’egiziano, e qualche parola anche di latino, imparati forse soprattutto grazie ai salotti letterari che lei di frequente teneva poiché  amava circondarsi di filosofi e poeti. Essa conosceva così bene la storia dell’Egitto che ne scrisse addirittura un compendio.

La svolta per lei avvenne quando divenne la seconda moglie del re dei re di Palmira Settimio Odenato. Questi aveva già un figlio Hairan (Settimio Erodiano) dal precedente matrimonio e con la nuova consorte ebbe Lucio Julius Aurelius Settimio Vaballathus Atenodoro.

giovedì 4 febbraio 2021

Il simbolismo della cripta. Fra introspezione e Conoscenza

di Mario Pagni

Napoli, Grotte di via Posillipo conosciute in antico

La cripta non è soltanto una parte se pure importante di un edificio di culto, nel caso specifico scavata e costruita al di sotto di chiese e delle pievi di epoca romanica, ma anche uno dei principali archetipi che affonda le sue radici simbolico – iniziatiche nell’antichità più remota. E’ nota infatti l’importanza degli antri e delle caverne anche nei culti precedenti al Cristianesimo; era infatti negli antri che le Sibille davano gli Oracoli, e , parimenti, in essi si svolgevano culti iniziatici come quelli Mitraici. Nei “Misteri Eleusini” gli iniziati prestavano giuramento prima di poter penetrare nella caverna che simboleggiava la dimora di Persefone, e anche la stanza della Filosofia di Pitagora, a Samo, era costituita da una grotta sotterranea, ovvero il mondo definito delle “apparenze” e della prigione del corpo. Le cripte invece con il nascente cristianesimo al pari delle catacombe di epoca tardo romana, divengono principale luogo di sepoltura e conservazione delle sacre spoglie dei santi e delle reliquie e costituiscono l’ultimo baluardo fra la vita e la morte, una sorta di camera intermedia fra il mondo dei vivi e quello dei trapassati.

lunedì 1 febbraio 2021

La Madonna Nera è Iside?

di Chiara Sacchetti

Quando pensiamo all’iconografia mariana immaginiamo subito una Vergine, di pelle chiarissima quasi bianca, capelli biondi o castani chiari e occhi verdi o blu. Ma in un non troppo remoto passato, soprattutto in Oriente e successivamente in alcuni luoghi anche in Occidente, la Madonna era rappresentata come una donna dai tratti orientali, con pelle e capelli scuri, quasi neri.

Si tratta sicuramente di un’iconografia per noi assolutamente lontana dalla nostra concezione e che provoca quasi stupore, abituati come siamo a vederla raffigurata con tratti occidentali e chiari, non a caso angelici.

Ma da dove deriva questa diversa concezione iconografica?

Sappiamo che fino al 1100 circa Maria veniva rappresentata solo ed esclusivamente nelle cosiddette icone bizantine, dove la sua figura non era altro che un modello abbastanza simile ogni volta, che rendeva la Madre di Gesù uno stereotipo sempre uguale, con occhi  fissi quasi senza espressione, come anche similmente la figura del Bambino che a volte appoggiava la sua guancia a quella della madre, in un gesto d’affetto materno.

Giovinazzo,  Cattedrale, Madonna di Corsignano, Icona bizantina

Certamente molte di queste icone portano con sé tratti caratteristici scuri, forse anche per l’ossidazione dei colori usati, ma è indubbio che tale rappresentazione possa anche essere volutamente un richiamo a quelli che quasi certamente erano i veri tratti della Sacra Famiglia. Non ci dobbiamo scordare che Israele, dove Maria e Giuseppe vivevano e dove sarebbe nato lo stesso Gesù, appartiene al continente africano, cosa che rende questi personaggi di fattezze non proprio occidentali, ma anzi con occhi allungati e carnagione scura. L’arrivo di tale iconografia in Occidente deriva quasi sicuramente dai Templari e da altri cavalieri tornati dalle Crociate che in Terra Santa avevano visto tale raffigurazione e l’avevano quindi portata nelle loro menti, ma anche, probabilmente, materialmente nella loro patria.  A Costantinopoli esisteva infatti la  Vergine Hodigitria, una delle icone più importanti tanto da essere protettrice della città, distrutta però purtroppo nel 1453 con l’assedio da parte degli Ottomani. Tale rappresentazione era praticamente su tutti gli stemmi e i vessilli di battaglia e non è inverosimile che gli occidentali l’abbiano vista e poi trasportata in Europa al loro ritorno.