di Mario Pagni
Firenze, Santa Maria del Fiore, veduta area |
La vista
dall’alto di un qualsiasi edificio aiuta molto a chiarire significati e scopi
per i quali esso è stato progettato e costruito, così come le sue probabili
aggiunte e trasformazioni sia in corso d’opera che durante gli anni e i secoli
successivi alla sua realizzazione.
Quello che
salta quasi subito all’occhio specialmente nel periodo o stile romanico ma
anche nel primo stile gotico è l’orientamento del quale abbiamo già parlato più
volte. Scrive Guillame Durand De Mende: “Essa
(la chiesa) deve essere costruita in
modo tale che il capo guardi dritto verso l’Oriente. L’abside della chiesa sarà
dunque rivolta verso l’alzarsi equinoziale del Sole, per significare che la
Chiesa, che combatte sulla terra, si deve comportare con moderazione e
giustizia d’animo nella gioia come nelle afflizioni; non bisogna quindi
orientare l’abside verso l’alzarsi del Solstizio come fanno alcuni”.
Inoltre:
“La disposizione della chiesa “materiale” rappresenta la forma del corpo umano, visto che la balaustra o il luogo dove si trova l’altare rappresenta la testa, e la croce dell’una e dell’altra parte le braccia e le mani; infine l’altra parte che si estende dopo occidente, tutto il resto del corpo”.
Crocifissione |
Da queste
considerazioni che ci pervengono direttamente dal medioevo profondo, si ha già
una idea di base sulla forma planimetrica di un edificio religioso cristiano,
ispirata proprio dalla figura del Cristo in croce. La cattedrale gotica ma
prima ancora le pesanti strutture di una chiesa di periodo romanico come ad
esempio una pieve (da Plebes, popolo), hanno di norma una pianta a “croce
latina”, con il braccio trasversale (transetto) più corto rispetto alla “nave
principale” o navata. La forma si richiama (come anche nelle considerazioni di
cui sopra), proprio alla croce che fu il patibolo di Gesù Cristo. La navata
principale in questa tipologia planimetrica può essere anche raddoppiata o
triplicata in larghezza, con la parte terminale dove trova collocazione
l’altare spesso circoscritto dal coro. La navata principale nel punto dove
viene “incrociata” dal transetto nel modello a croce latina, è sormontata
proprio in corrispondenza dell’altare principale da una struttura a “cupola”
che ne accentua la sacralità e il contatto verso l’alto del cielo.
Transetto di una chiesa cattedrale gotica |
Questa
pianta era stata già precedentemente adottata in molte basiliche di periodo
paleocristiano che a sua volta ricalcavano estendendola ai “bracci laterali” la
struttura delle basiliche di epoca romana che però avevano funzioni diverse. La
pianta a croce latina viene affiancata già in antico da un disegno planimetrico
del tipo “a croce greca” che invece ha i bracci uguali fra loro, come se
fossero iscritti idealmente in un cerchio. Questo perché le chiese a croce
greca, spesso legate alla tradizione bizantina, venivano generalmente
costruite, sopra la tomba di un martire cristiano martirya.
Il
significato della pianta a croce greca è quindi leggermente diverso
simbolicamente rispetto all’impianto a croce latina perché mentre nel primo
caso si è volutamente rappresentato l’uomo e il Cristo crocifisso, nel secondo
si predilige una spiegazione simbolica che viene anche da più lontano nei
secoli e che vede prevalere la centralità dell’edificio, in una sorta di figura
geometrica che raccoglie quadrato e cerchio in una unica essenziale unità
costruttiva, capace di integrare la perfezione del cerchio (da sempre simbolo
della perfezione divina), con il quadrato simbolo della Terra. Nel modello a
croce greca il fedele entra a volte da più parti ma è quasi subito in presenza del
Sacro e della sua manifestazione terrena (tempio dell’uomo o del divino in
terra), nella chiesa a croce latina prevale invece il concetto di percorso che
collega direttamente l’ingresso, (con il portale come elemento di trapasso dal
mondo profano a quello sacro) con l’abside dove è posto l’altare maggiore il
suo “Sancta Santorum”. Tipologia planimetrica delle chiese
Pianta basilicale a croce greca, Todi, Santa Maria della Conciliazione |
Un viaggio
del fedele verso la Vera Luce accentuata nel caso delle cattedrali gotiche e
portata ai massimi livelli per mezzo di grandi vetrate policrome e di rosoni
che oltre ad alleggerire razionalmente la struttura, la consacrano alla
luminosità spaziale, concedendosi da subito a quella spinta verticale che in
altri stili si ottiene solo dopo la fine del percorso al di sotto della cupola
soprastante l’altare.
Copertura a cupola su pianta a croce greca |
Vi è in
ultimo da considerare ma non per minore importanza il simbolismo della
cosiddetta “croce Commissa”, traduzione semplice ma primordiale della croce a
forma di “Tau”. Il termine fu coniato da Giusto Lipsio (1547–1606) per indicare
questo particolare tipo di croce che culminava nella parte verticale con una
trave continua (cum–missa) e la cui forma richiamava appunto la lettera greca T
o Tau, divenuta in seguito anche il simbolo del bastone con il quale i
pellegrini si accompagnavano nel loro cammini di fede e preghiera. Nella realtà
del martirio imposto dai romani ai primi cristiani, essa era la vera forma
della croce usata per il martirio stesso.
Crux commissa o Tau |
Elementi
simbolici quindi a non finire e che trovano la loro reale spiegazione
planimetrica se volutamente cercati anche negli elevati nelle sculture e nei
decori che compiutamente ne definiscono l’intero edificio.
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