di Chiara Sacchetti
In questo
periodo autunnale con cieli spesso scuri e l’aria nebbiosa quasi volesse
nascondere qualcosa è permesso raccontare anche una storia da brividi, non
soltanto dati dal freddo! La protagonista è la famosissima Bloody Mary, o “Maria
la sanguinaria” che fra l’altro, ha dato recenti origini anche all’omonimo cocktail.
La vicenda,
a quanto viene raccontato, risale più o meno alla fine dell’Ottocento in un
villaggio degli Stati Uniti d’America quando una sedicenne di nome Mary Stewart,
figlia del medico del luogo, si ammalò di tifo, o almeno al padre sembrò data
la febbre altissima e lo stato di semi incoscienza in cui si trovava la
poveretta. Il genitore con questo sospetto, dato che non c’era molto da fare
per salvare la sventurata, e per evitare che la malattia si spargesse per tutto
il paese, decise di mettere la figlia in una bara e di seppellirla. La madre, una
lavandaia cattolicissima disperata per quella decisione, pose legato al polso
della ragazza un campanello che sbucava dal terreno così che la figlia, se
miracolosamente fosse guarita, muovendosi avrebbe fatto tintinnare il sonaglio
richiamando su di sé l’attenzione in modo da salvarsi. La donna, visto che la
casa era molto distante dal cimitero, scelse di riposare proprio vicino alla
tomba, ma il marito le somministrò un sonnifero e una volta addormentata la riportò
a casa, conscio del fatto che anche se la figlia si fosse svegliata sarebbe
morta comunque per asfissia.
La mattina seguente entrambi mossi dal dolore della perdita della figlia si recarono alla tomba e qui fecero una scoperta terrificante. In terra la campanella con la cordicina che la teneva legata era rotta e quando fecero disseppellire la bara, videro il viso della ragazza con l’espressione terrorizzata, gli occhi spalancati e le mani con le dita scarnificate, le unghie aggrappate al legno della bara e il vestito completamente sporco di sangue: la giovane doveva essersi svegliata e resasi conto di dove si trovava aveva provato ad uscire ma senza fortuna fino a che non era morta per asfissia e forse per il panico.
Rimasti
sconvolti i due genitori tornarono a casa. La mattina seguente il padre fu
trovato in bagno privo di vita a causa di un infarto con lo sguardo di chi
aveva visto un fantasma e lo specchio rotto. Qualcuno dice che gli sia apparso
il fantasma della figlia, altre leggende forse anche più probabili che il peso
della morte della giovane assieme a quanto aveva lui stesso fatto, sarebbero
stati troppo per lui e di questo ne sarebbe morto. Qualcuno racconta che lo
spirito arrabbiato della ragazza sarebbe apparso nello specchio appena il padre
aveva pronunciato per tre volte il suo nome e che furioso con lui sarebbe
uscito e lo avrebbe picchiato tanto da farlo cadere e sbattere la testa
facendolo morire.
Leggenda o
meno nell’Ohio esiste veramente quella che viene identificata la casa di Mary,
la Mudhouse Mary, costruita a metà del 1800 e agli inizi del secolo successivo
venduta alla famiglia Hartman e dopo la morte, pcoco dopo del capofamiglia, la
costruzione è stata abbandonata, per motivi sconosciuti, dai discendenti. Vicino
alla dimora esisterebbe realmente un cimitero con la tomba della povera ragazza
anche se in quasi tutta l’America ogni cittadina si fa luogo di questa
terribile storia, forse e quasi sicuramente, per attirare curiosi e turisti nel
posto.
A seguito di
questa storia è nata una leggenda che agli inizi del secolo scorso è divenuta anche un gioco fra ragazze chiamato appunto
“Bloody Mary”. Davanti ad uno specchio, con la sola luce della candela, le
giovani si guardavano riflesse: secondo la leggenda avrebbero così visto il
volto del futuro marito, ma anche quello di una terribile strega se non
addirittura della stessa morte personificata.
A nominare
tre volte invece il nome della povera sventurata uccisa dal padre, davanti allo
specchio e girando su noi stessi questa sarebbe apparsa, ma guai a parlarle
direttamente si doveva infatti interagire soltanto attraverso la sua immagine
riflessa. Altre versioni della tragica storia invece dicono che Mary una volta apparsa non
avrebbe dato scampo allo sventurato, che sarebbe rimasto ucciso oppure
imprigionato per sempre nello specchio
assieme a lei.
Nel gergo
scientifico si chiama catottromanzia, la divinazione ottenuta per mezzo di uno specchio “magico” che
raccontava il passato ma prediceva anche il futuro, già conosciuta nell’Antica
Grecia con le streghe della Tessaglia.
Gli
scienziati spiegano queste apparizioni con la sola luce della candela di fronte
allo specchio come un’illusione dovuta al prolungarsi della visione della
propria immagine: alla fine le forme, per la scarsa luce, perdono i contorni e
le caratteriste del proprio volto, si possono confondere, sparire e cambiare
assieme alla comparsa di altre forme che il cervello vede per il suo naturale
tentativo di comprensione.
Se pensiamo
allo specchio e a figure che posso apparire da esso, sicuramente torna alla
mente una di quelle storie che si raccontano ai bambini, quella di Biancaneve e
i sette nani dove la strega malefica Grimilde si rivolgeva allo specchio e a
lui chiedeva “chi fosse la più bella”. Lo specchio rispondeva ovviamente che
era lei almeno finché non apparve Biancaneve che la donna decise di uccidere ma
con una fine felice che tutti noi ben sappiamo.
Ora a
pensare a Bloody Mary e alla sua leggenda ricordiamoci su e Grimilde e la notte
di Halloween non ci farà più paura!
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