giovedì 28 maggio 2020

Il Drago animale leggendario e specchio delle umane paure

di Mario Pagni

La minacciosa figura del drago è sempre viva nella nostra storia, nella mitologia e nelle leggende di ogni epoca. Così come l’eroica figura dell’uomo che cerca di sconfiggerlo. Esso è Perseo, Marduk, Sigfrido, San Giorgio.
Paolo Uccello, San Giorgio e il Drago
Il drago fra gli animali ritenuti leggendari è sicuramente uno dei più interessanti. Erede quasi immateriale e sfuggente dei veri grandi rettili del primo periodo preistorico, nelle leggende di quasi tutti i popoli antichi da questa e dall’altra parte del continente è nominato spesso e fa parte di molte delle tradizioni sia colte che popolari. Benchè possa apparire inconsueto, anche gli antichi simboli cinesi attribuiscono al drago le stesse valenze di potenza della natura della tradizione indo – europea e più in generale per l’occidente, esattamente come per il Feng–Shui sistema topografico che identifica proprio nella crosta terrestre e nelle sue manifestazioni di superficie, la sede di forze segrete opposte e complementari denominate proprio come l’animale leggendario.
Ciclicità del Feng-Shui
Il drago per i cinesi sarebbe la corrente o energia maschile, mentre la tigre quella femminile. Nell’immaginario collettivo del periodo medievale ricco di mostri del caos primordiale e di animali fantastici, il Drago assume una importanza notevole, esso è cacciatore e razziatore di indifesi villaggi, ma al tempo stesso è cacciato da intrepidi cavalieri in grado di sottometterlo e a volte anche di sconfiggerlo con la propria lancia o la tagliente spada. Ma il drago è capace anche di risorgere eternamente dalle proprie ceneri proprio come la leggendaria Fenice. Gigantesco, coperto di scaglie e munito di ali enormi come un grande pipistrello, emette fuoco vivo dalle proprie fauci e il suo sangue, ma soprattutto il suo cuore, posseggono misteriosi poteri. Egli è custode di tesori nascosti e guardiano della soglia che conduce ad essi attraverso grotte e difficili anfratti, ma anche per  l’accesso al regno degli inferi del quale rappresenta una delle possibili chiavi.

Il simbolismo del Drago
Nell’ampia letteratura cavalleresca ma in quasi tutte le interpretazioni di antichi testi, il drago costituisce sempre il simbolo delle umane passioni e dei desideri dettati dal corpo fisico, esso quindi deve essere sconfitto per poter mettere definitivamente a tacere tali desideri e per poter raggiungere finalmente il proprio oro interiore, ovvero l’Io purificato. L’altro vero scopo di questo modo determinato di affrontare il leggendario rettile, è l’eterno conflitto per approdare alla autentica  Conoscenza e attraverso essa all’immortalità, sfidando il mondo costituito dalla materia. Oltre a ciò chi lo affronta  sempre con purezza d’animo, deve essere capace non solo di vincere sulle tentazioni,  ma anche di sostenere la forza immensa della Natura che ci circonda, dominandola, rendendola neutra e asservendola ai propri scopi.
Drago e cavaliere
Per l’alchimia e la simbologia ermetica più in generale che non era conosciuta da tutti i potenziali lettori di testi ma nemmeno da molti eruditi, il drago ricalca pressoché gli stessi significati, approfondendoli e attribuendo ad essi maggiore valenza allegorica. L’uomo desideroso di raggiungere livelli di coscienza superiori, viene indicato con il Re che dovendo vincere la propria natura animalesca e la propria schiavitù alla materia (il drago personale), si affida al proprio intuito per la conquista della cosiddetta “Acqua di vita” simboleggiata dalla Donna. Anche nell’ermetismo i significati sono analoghi con i draghi posti a custodia degli alberi, intesi in questo caso come “Alberi della Sapienza”. Senza essere armato di lancia e di spada come il medievale cavaliere, nel suo oscuro laboratorio, ogni adepto e praticante di filosofia ermetica, lavorava per sconfiggere il suo drago interiore, con lo scopo di trovare successivamente il modo di dominare e rendere utile ai propri scopi il drago più potente, quello che come ormai sappiamo risiede nella natura materiale delle cose.
Il Drago alchemico

Il drago rosso e il drago bianco
Nell'Historia Brittomum, risalente all'VIII - IX secolo e attribuita al monaco di origine gallese Nennio, si narra che il re dei Britanni Vortigern, incalzato dagli eserciti dei Sassoni, decise di edificare una fortezza inespugnabile nella quale potesse trovare rifugio.
Il sovrano convocò le migliori maestranze di scalpellini e artigiani del reame e affidò loro il compito di erigere l'edificio, ma i lavori continuavano comunque a interrompersi e quando la costruzione raggiungeva una certa altezza immancabilmente crollava.
Drago celtico
Fu un Merlino fanciullo che invece di essere sacrificato allo scopo di annullare la magìa, svelò al sovrano l’esistenza di due draghi semi addormentati sotto le fondamenta del castello. Erano i movimenti degli animali a provocare i crolli. Appena scoperti essi iniziarono una furibonda lotta fra loro, con il drago bianco che rappresentava i Sassoni e che riuscì per tre volte a battere quello rosso.  Alla fine però quest’ultimo prevalse definitivamente. Era l’allegoria di ciò che sarebbe poi avvenuto realmente, Merlino infatti predisse anche la morte di Vortigern usurpatore del trono e il successivo sperato ritorno del legittimo sovrano Uther Pendragon, dal quale il figlio Artù avrebbe successivamente ereditato il trono.
Saga arturiana, Lotta fra Drago Rosso e Drago Bianco
Il drago dunque se pure sotto forma diversa al quale ognuno di noi anche in epoca moderna si avvicina con un certo sospetto e timore. Anche oggi infatti molti sono i draghi da affrontare semplicemente nella vita quotidiana, quando la materia con la quale noi stessi siamo costituiti, decide di prevalere sullo spirito, sulla saggezza e sull’intelletto, creando situazioni anomale , ostili e spesso incontrollabili. Ogni drago che alberga dentro di noi deve essere controllato e sapientemente ammansito. 

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