di Mario Pagni
La minacciosa figura
del drago è sempre viva nella nostra storia, nella mitologia e nelle leggende
di ogni epoca. Così come l’eroica figura dell’uomo che cerca di sconfiggerlo.
Esso è Perseo, Marduk, Sigfrido, San Giorgio.
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Paolo Uccello, San Giorgio e il Drago |
Il drago fra gli animali ritenuti leggendari è sicuramente
uno dei più interessanti. Erede quasi immateriale e sfuggente dei veri grandi
rettili del primo periodo preistorico, nelle leggende di quasi tutti i popoli
antichi da questa e dall’altra parte del continente è nominato spesso e fa
parte di molte delle tradizioni sia colte che popolari. Benchè possa apparire
inconsueto, anche gli antichi simboli cinesi attribuiscono al drago le stesse
valenze di potenza della natura della tradizione indo – europea e più in
generale per l’occidente, esattamente come per il Feng–Shui sistema topografico che identifica proprio nella crosta
terrestre e nelle sue manifestazioni di superficie, la sede di forze segrete
opposte e complementari denominate proprio come l’animale leggendario.
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Ciclicità del Feng-Shui |
Il drago per i cinesi
sarebbe la corrente o energia maschile, mentre la tigre quella femminile.
Nell’immaginario collettivo del periodo medievale ricco di mostri del caos
primordiale e di animali fantastici, il Drago assume una importanza notevole,
esso è cacciatore e razziatore di indifesi villaggi, ma al tempo stesso è
cacciato da intrepidi cavalieri in grado di sottometterlo e a volte anche di
sconfiggerlo con la propria lancia o la tagliente spada. Ma il drago è capace
anche di risorgere eternamente dalle proprie ceneri proprio come la leggendaria
Fenice. Gigantesco, coperto di scaglie e munito di ali enormi come un grande
pipistrello, emette fuoco vivo dalle proprie fauci e il suo sangue, ma
soprattutto il suo cuore, posseggono misteriosi poteri. Egli è custode di
tesori nascosti e guardiano della soglia che conduce ad essi attraverso grotte
e difficili anfratti, ma anche per
l’accesso al regno degli inferi del quale rappresenta una delle
possibili chiavi.
Il simbolismo del Drago
Nell’ampia letteratura cavalleresca ma in quasi tutte le
interpretazioni di antichi testi, il drago costituisce sempre il simbolo delle
umane passioni e dei desideri dettati dal corpo fisico, esso quindi deve essere
sconfitto per poter mettere definitivamente a tacere tali desideri e per poter
raggiungere finalmente il proprio oro interiore, ovvero l’Io purificato.
L’altro vero scopo di questo modo determinato di affrontare il leggendario
rettile, è l’eterno conflitto per approdare alla autentica Conoscenza e attraverso essa all’immortalità,
sfidando il mondo costituito dalla materia. Oltre a ciò chi lo affronta sempre con purezza d’animo, deve essere
capace non solo di vincere sulle tentazioni,
ma anche di sostenere la forza immensa della Natura che ci circonda,
dominandola, rendendola neutra e asservendola ai propri scopi.
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Drago e cavaliere |
Per l’alchimia e la simbologia ermetica più in generale che
non era conosciuta da tutti i potenziali lettori di testi ma nemmeno da molti
eruditi, il drago ricalca pressoché gli stessi significati, approfondendoli e
attribuendo ad essi maggiore valenza allegorica. L’uomo desideroso di
raggiungere livelli di coscienza superiori, viene indicato con il Re che
dovendo vincere la propria natura animalesca e la propria schiavitù alla
materia (il drago personale), si affida al proprio intuito per la conquista
della cosiddetta “Acqua di vita” simboleggiata dalla Donna. Anche
nell’ermetismo i significati sono analoghi con i draghi posti a custodia degli
alberi, intesi in questo caso come “Alberi della Sapienza”. Senza essere armato
di lancia e di spada come il medievale cavaliere, nel suo oscuro laboratorio,
ogni adepto e praticante di filosofia ermetica, lavorava per sconfiggere il suo
drago interiore, con lo scopo di trovare successivamente il modo di dominare e rendere
utile ai propri scopi il drago più potente, quello che come ormai sappiamo
risiede nella natura materiale delle cose.
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Il Drago alchemico |
Il drago rosso e il
drago bianco
Nell'Historia Brittomum, risalente all'VIII - IX secolo e
attribuita al monaco di origine gallese Nennio, si narra che il re dei Britanni
Vortigern, incalzato dagli eserciti dei Sassoni, decise di edificare una
fortezza inespugnabile nella quale potesse trovare rifugio.
Il sovrano convocò le migliori maestranze di scalpellini e artigiani del reame
e affidò loro il compito di erigere l'edificio, ma i lavori continuavano
comunque a interrompersi e quando la costruzione raggiungeva una certa altezza
immancabilmente crollava.
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Drago celtico |
Fu un Merlino
fanciullo che invece di essere sacrificato allo scopo di annullare la magìa,
svelò al sovrano l’esistenza di due draghi semi addormentati sotto le
fondamenta del castello. Erano i movimenti degli animali a provocare i crolli.
Appena scoperti essi iniziarono una furibonda lotta fra loro, con il drago
bianco che rappresentava i Sassoni e che riuscì per tre volte a battere quello
rosso. Alla fine però quest’ultimo
prevalse definitivamente. Era l’allegoria di ciò che sarebbe poi avvenuto
realmente, Merlino infatti predisse anche la morte di Vortigern usurpatore del
trono e il successivo sperato ritorno del legittimo sovrano Uther Pendragon,
dal quale il figlio Artù avrebbe successivamente ereditato il trono.
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Saga arturiana, Lotta fra Drago Rosso e Drago Bianco |
Il
drago dunque se pure sotto forma diversa al quale ognuno di noi anche in epoca
moderna si avvicina con un certo sospetto e timore. Anche oggi infatti molti
sono i draghi da affrontare semplicemente nella vita quotidiana, quando la
materia con la quale noi stessi siamo costituiti, decide di prevalere sullo
spirito, sulla saggezza e sull’intelletto, creando situazioni anomale , ostili
e spesso incontrollabili. Ogni drago che alberga dentro di noi deve essere
controllato e sapientemente ammansito.
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