lunedì 25 maggio 2020

Viviana la Dama del Lago

di Chiara Sacchetti


È uno dei personaggi più ambigui e mutevoli del ciclo arturiano, e allo stesso tempo anche molto affascinante e ricco di mistero, ma diverso, spesso anzi confuso con quello altrettanto misterioso e ambiguo di Morgana e con un luogo di origine probabilmente comune, l’isola di Avalon. Una protagonista senza tempo e senza età, quello di Viviana, che vive come in una trasparente bolla chiusa  nella quale il tempo non trascorre,  essa non invecchia e non imbruttisce; è custode del Graal che solo l’eroe Parsifal, condottiero puro di tutta la saga arturiana, riuscirà a riscattare. Ed è proprio nel suo lago che quest’ultimo getterà la spada del re di Camelot, per suo stesso volere, come sua ultima richiesta dopo la morte.
Kingtston Maurward, statua della spada di Artù Excalibur

Viviana è considerata la Dama del Lago, quello specchio d’acqua da cui sarebbe sorta proprio la spada più famosa della letteratura, Excalibur, data ad Artù re di Camelot e con la quale egli  sarebbe divenuto invincibile. Ma Viviana è molto di più.
Bellissima e giovanissima, questa Fata, ne Lancillotto o il cavaliere della carretta di Chretien de Troyès, è colei che salva e alleva il protagonista per donargli infine un anello capace di resistere alla magia; nelle versioni successive come Il Lancillotto in prosa, scopriamo anche che il piccolo Lancillotto era rimasto orfano del padre re Ban, sovrano del regno di Benwic o Benoic, ucciso da Claudas, re delle Terre Deserte e dunque cresciuto proprio dalla Dama del Lago, qui chiamata per la prima volta Viviana.
Alfred Tennyson, Idilli del re, Viviana prende il piccolo Lancillotto
In Merlino, il famosissimo mago la vede e rimane impressionato dalla sua bellezza da innamorarsene subito perdutamente; non potendo aspettare, per averla immediatamente decide così di trasformarsi in un giovane bello e aitante ma Viviana non cade nel tranello e decide che perché ella si conceda a lui dovrà insegnarle tutti i segreti della sua magia. Ottenuto ciò che aveva chiesto, la Dama non mantiene però la promessa e anzi lo intrappola sotto un macigno nella profondità di una grotta (che diventerà la Torre di Vetro nelle versioni successive) e qui sparisce. Con le arti magiche apprese, forte di tutta la magia insegnatagli, Viviana si costruisce un meraviglioso castello nel quale alleverà il piccolo Lancillotto e dove però vivrà sola quando lui sarà divenuto grande e Primo Cavaliere della Tavola Rotonda.
Ma è nella Post-Vulgata, intorno al XIII sec.,  dove Viviana e la Dama del Lago diventano due personaggi distinti. La prima è colei che dona Excalibur ad Artù dopo che il re aveva spezzato la sua prima spada, in cambio gli chiederà di condannare a morte Balin che era stato coinvolto in una faida con la famiglia. Il secondo personaggio, invece, prende le sembianze di quello raccontato ne Lancillotto in prosa, e viene chiamata Ninianne. Infine entrambi i personaggi vengono ripresi ne La morte di Artù Thomas Mallory che lascia la prima anonima, mentre la seconda prenderà il nome di Nimue.
Merlino e Nimue
Quest’ultima diverrà protagonista e personaggio completamente diverso nel Il romanzo di Excalibur di Bernard Cornwell. Qui si racconta infatti che Nimue era una schiava, bellissima dai capelli neri e gli occhi scuri, unica sopravvissuta all’affondamento della nave che la trasportava. Questo evento fece credere a Merlino che fosse una prescelta e per questo il mago la portò via con sé, essa ne divenne poi l’amante all’età di tredici, imparando e condividendo tutte le conoscenze magiche e i segreti del Druidismo.
Merlino e Nimue
Tornando ancora più indietro nel tempo, all’origine del personaggio di Viviana non è difficile accorgersi  di come essa prenda quasi sicuramente origine da quello di Tetis della mitologia greca:  proprio questa dea infatti, uno spirito delle acque, è colei che alleva Achille ( esattamente come fa Viviana con Lancillotto),  dona ad Achille uno scudo e un’armatura forgiata da Efesto che lo rendono invincibile, come del resto fa essa stessa con Artù dandogli in dono la spada (e l’anello a Lancillottto). Essa è anche moglie di Peleo (in altri racconti lei ha un’amante che si chiama Pellas).
Giuseppe Mazzola, Il matrimonio di Teti e Peleo
Il nome Viviana, con cui essa è chiamata a partire da: Lancillotto in prosa, invece potrebbe avere origine dalla forma femminile Vi-Vianna, a sua volta derivato da Co-Vianna, uno dei nomi con cui era chiamata la divinità femminile celtica delle acque Conventina, personificazione della fonte sacra guaritrice di Brocolitia posta sul Vallo di Adriano.
Il Lancillotto in prosa
Nimue invece potrebbe derivare Mneme, abbreviazione di Mnemosyne, madre delle nove muse e ninfe delle acque che diedero le armi a Perseo.
Quello di Viviana, o Dama del Lago, è un personaggio difficile, che come altre figure femminili della letteratura antica, rappresenta l’ambivalenza femminile, con i due aspetti di madre/donna protettrice e amorevole, ma, allo stesso tempo avida e bramosa, capace di qualsiasi cosa per ottenere ciò che desidera. Essa al contrario di molte altre quello che desiderava davvero era la Vera conoscenza, come quella allora  di potestà esclusiva maschile, impossibile in una società come quella in cui viveva, fino a diventare, in Merlin addirittura una sua sostituta in assenza del mago. Tutto ciò anche in questo caso sembra così alludere ad un riscatto del genere femminile che farebbe ben sperare.

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