lunedì 11 maggio 2020

Ginevra la regina di Camelot

di Chiara Sacchetti

È la leggendaria moglie di re Artù, e da sempre ricordata come l’amante di Lancillotto, Primo Cavaliere della Tavola Rotonda e più fidato uomo del marito. Ma chi era davvero Ginevra? E nella sua figura mitologica esiste un fondo di verità?
Il suo nome, nella forma gallese Gwenhwyfar, significa “incantatrice bianca” oppure anche fata/fantasma bianca, mentre in celtico, Gwena, donna, bella e regina nell’animo.
Dalle fonti letterarie che sono giunte fino a noi, le origini di Ginevra non sono concordi: per Goffredo di Monmouth era figlia di un nobile romano, mentre autori successivi la indicano invece di Leodagan di Carmelide. Quella che è certa la sua origine aristocratica, cosa che influenzerà la sua intera esistenza.
William Morris, La Regina Ginevra
Bellissima, lineamenti fini, bionda, occhi verdi, di una grazia mai vista, Ginevra incontrò Artù, secondo la letteratura, durante una sontuosa festa a cui il padre aveva invitato il futuro re di Camelot assieme al suo esercito per sdebitarsi di quanto fatto. Leodagan, circondato dai suoi nemici contrari al suo insediamento sul trono, fu infatti aiutato da Artù che, a sorpresa, si presentò in suo soccorso, uccidendo tutti gli assedianti e liberandolo. Per ricambiare Leodagan organizzò così questo ricco banchetto a cui parteciparono Artù, tutti i suoi soldati e la famiglia del re. Ed è proprio durante questa circostanza che Artù notò la bella Ginevra: l’uomo rimase talmente colpito dalla giovane che se ne innamorò  chiedendola subito  in sposa. Il re acconsentì  al matrimonio non solo perché ormai avanti con gli anni si preoccupava della sorte della giovane figlia, ma anche perché l’unione, rappresentava un’alleanza militare utile al suo regno, che ne sarebbe sicuramente uscito fortificato e più sicuro.
Merlino, celebre e leggendario mago della saga arturiana, la cui figura può essere facilmente associata nella società celtica ad un sacerdote druido, era da sempre il fedele consigliere di Artù, al quale fece da mentore e da padre insegnandogli tutto ciò che era necessario ad un futuro sovrano e cavaliere. Merlino esortò Artù a non convolare subito a nozze con Ginevra bensì di aspettare di aver combattuto (e sconfitto) i Sassoni che stavano imperversando su tutta la Britannia. Così accadde. Finita la guerra e travolto l’esercito nemico in Britannia, il futuro re di Camelot fece ritorno dalla sua amata e i due si sposarono.
Il matrimonio di Artù e Ginevra
Da quel momento la figura di Ginevra divenne la moglie fedele e consigliera del marito, colei che dava all’amato quella sicurezza e serenità necessaria per governare bene, con determinazione e giudizio. Presiedeva perfino alla Tavola Rotonda creata per gli incontri fra tutti i cavalieri di corte e ideata anche su suo consiglio offrendo anche in quella occasione tutti i suoi preziosi suggerimenti. Ma la favola ebbe vita breve e sull’orizzonte del loro matrimonio arrivò il personaggio di Lancillotto a mettere scompiglio. Giovane e possente uomo, il cavaliere stupì Artù che lo volle come uomo più fidato e primo cavaliere vicino a sé, fra i cavalieri della Tavola Rotonda, ma questi come ci e narrato si innamorò della bella e giovane moglie. Ginevra non riuscì a resistere alla tentazione di Lancillotto, probabilmente anche per l’età più matura del marito, e i due divennero presto amanti.
Ginevra nascondeva però anche un’immagine di donna dura e determinata. Lancillotto, innamoratissimo di lei tanto da rischiare di affogare la prima volta che la vide, apparve subito come l’uomo senza macchia e senza paura capace di tutto per la sua amata. Nel romanzo di Chretien, infatti, quando la donna viene rapita da Melegant Lancillotto si umilierà al punto tale da sedere persino sulla “carretta della vergogna” per lei, mentre Ginevra lo riprenderà addirittura facendogli notare la sua esitazione prima di farlo.
Lancillotto salva Ginevra
L’amore clandestino finirà nel peggiore dei modi con la distruzione del Regno di Camelot, oltre ovviamente che con la fine di un’amicizia. Nella versione di Chretien Lancillotto, preso dal rimorso e dalla solitudine, con Ginevra in preda a tormenti e gelosia, decide di andarsene da Camelot e di ricercare, purtroppo senza fortuna, il Graal assieme ad altri eroi. Tornato scopre che la donna è stata scoperta e condannata a morte per tradimento: inizia così una battaglia che si conclude con la morte del re e con Lancillotto che alla fine si dedicherà alla vita eremitica.
La morte di re Artù
La figura di Ginevra purtroppo rispecchia e conferma lo stereotipo antico della donna frivola e soprattutto tentatrice, senza scrupoli, che non resiste alla passione e al peccato e anzi con la sua indole, riesce persino a  distruggere l’amicizia fra due prodi cavalieri sia nell’animo che nel corpo e persino un regno felice, quello di Camelot senza alcuna remora se non quella dei suoi personali desideri.
Di contro troviamo anche un’antica leggenda celtica in cui si parla di una Dea Terra, condivisa da due uomini, uno più in là con l’età e con il quale ha un rapporto duraturo e pieno di ricordi, e l’altro, giovane e bello.  E’ interessante notare come questo mito venga spesso inserito nelle leggende che trattano dei cicli stagionali della Terra, con il vecchio marito volto a simboleggiare l’inverno, mentre il giovane possente, la primavera che rinverdisce e rallegra soppiantando la stagione fredda e tetra portatrice di morte. La Dea diviene quindi amante di entrambi, a completamento dei cicli della nascita-morte-rinascita che il pianeta compie. La figura di Ginevra viene spesso associata e compresa in questa leggenda, non solo per essere stata amata da due uomini, ma anche per il ruolo che nonostante tutto le viene dato, come portatrice di equilibrio e assieme di sconvolgimento. Per questo viene ad essere indicata essa stessa come la Dea Madre e madre di tutti noi.
Inutile dire quante siano le variabili legate sia al ciclo arturiano che alla stessa figura femminile di Ginevra, della quale ne parlerà anche in epoca recente molta cinematografia. Sicuramente le “nebbie di Avalon” si sono nuovamente addensate sulla vicenda e sui reali aspetti storici che la contraddistinsero, ma ci piace che leggenda e realtà ancora oggi rimangano tali  per condurci per mano a trovare le “nostre” verità, quelle che forse più ci piacciono e ci interessano.

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