giovedì 2 aprile 2020

Quando Sacro e Profano si incontrano. L'iniziazione

di Mario Pagni

Pompei, Villa dei Misteri, Rituale di Iniziazione
La peggiore infermità della nostra epoca è che scienza e religione si presentano come due forze nemiche e antitetiche. L’infermità intellettuale tanto più perniciosa tanto viene dall’alto e si insinua in maniera subdola ma inarrestabile nell’animo di tutti, come sottile veleno respirato con l’aria. Ora ogni infermità dell’intelletto diviene a lungo andare infermità dell’anima e, di conseguenza, infermità sociale.  Edouard Schurè “ I grandi iniziati”
Più volte abbiamo provato a spiegare il nostro pensiero e provare a trasmettere la nostra opinione relativamente al confine assai labile esistente fra ciò che è ritenuto sacro nel senso generale del termine e non solo in quello religioso, e il profano ovvero l’aspetto ritenuto (spesso a torto) quello quotidiano della vita dell’uomo, ma anche suoi tentativi di avvicinarsi attraverso tecniche e rituali complessi a mondi o livelli superiori della vera conoscenza.
L’iniziazione praticata fino dall’antichità ma ancora oggi ben in uso, è al contempo un inizio e una fine: colui che viene iniziato dovrebbe assurgere ed elevarsi ad altri livelli di coscienza e percezione, una sorta di rinascita che potrebbe avvenire (e a volte avviene) anche in età adulta come se all’improvviso dentro di noi si risvegliasse una volontà ma anche un reale bisogno, di trascendere le esigenze e le realtà imposte dal mondo terreno, per porsi almeno in apparenza al di sopra di tutto ciò.
L’iniziazione può essere considerata un dono, che si ricollega alla antica “rivelazione” e può riguardare in concreto una data persona singola considerabile per questo un “adepto”. Si può essere iniziati da un Maestro, un Guru, o uno Sceicco a seconda del percorso sacrale e rituale che si è effettuato durante l’esistenza considerata fino a quel punto “profana”. La dottrina trasmessa, o il mistero svelato, propongono e a volte impongono al tempo stesso, l’universalità del nuovo messaggio e il cosiddetto “potere di chiave” che entra in possesso proprio del singolo adepto. Il Maestro d’ascia, del legno, o della pietra del periodo medievale, trasmetteva soltanto oralmente le sue conoscenze all’allievo, riconosciuto da esso, come l’unico capace di proseguire la sua opera e le sue esperienze di cantiere. Si trattava anche in questo caso di una sorta di iniziazione trasmessa, solo apparentemente profana perché racchiudeva in se, la sacralità del gesto e le finalità per cui esso veniva compiuto.
Il destino dell’iniziato dovrebbe essere quello di spezzare o almeno “corrompere” la circolarità Karmica, alleggerendo il suo peso e sostituendo ai pesanti fardelli delle umane pene, le ragioni che lo inducono a servire progetti celesti. Il termine in se sta a significare quindi un nuovo modo di essere ma anche di operare nei confronti degli altri, una rinascita a se stessi e per se stessi come una  nuova creatura dotata di una spiritualità più consapevole e di una “saggezza in essere” in grado di fare vera Luce sul cammino da percorrere. Infiniti sono i “mezzi” o tramiti per essere iniziati, e altrettanto lo sono le varie situazioni che generano l’adepto. Dall’antichità provengono esempi di ogni genere non certo descrivibili in questa sede, dall’antica Grecia (Misteri di Eleusi) ai culti Etruschi e Romani, per non parlare della complessità dei loro predecessori Egizi. Persino la Cristianità  prevedeva e tutt’ora prevede una sorta di iniziazione ai misteri divini, il sacramento del Battesimo celebrato per primo sul fiume Giordano, ha tracciato il percorso di ogni nuovo attuale nascituro, con San Giovanni il Battista che attingendo all’acqua cospargerà su sua specifica richiesta, la fronte del Cristo giovane, che si sottoporrà comunque volentieri a quel gesto di immensa natura e religiosità profonda.

San Giovanni Battista battezza Cristo nel Giordano
Qui per primo si pose il delicato problema dell’iniziatore e dell’iniziando, che giustamente si riteneva indegno a tale funzione, fu lo stesso Gesù che disse a Giovanni Battista di stare tranquillo e celebrare il gesto al quale lui stesso come “Salvatore del mondo” doveva comunque sottoporsi in nome di Dio in questo caso. I grandi teosofi o grandi iniziati non erano semplicemente dei sognatori o ancor peggio uomini dediti alla semplice contemplazione di ciò che accadeva loro intorno, tutt’altro, essi erano uomini d’azione le cui filosofie di vita e ideologie, superavano di gran lunga sia la politica che la religione cercando di accomunare però proprio le loro anime presenti in ciascun individuo, per ottenere un dialogo inteso in senso universale fra popoli e credo diversi. “I loro nomi sono Krishna, Buddha, Zoroastro, Ermete, Mosè, Pitagora, Gesù, che come tanti altri meno conosciuti erano dei possenti forgiatori di spiriti, formidabili scuotitori di anime, salutari organizzatori delle società”.
Queste figure immense della nostra storia passata , presente e ancora di più futura, con i loro insegnamenti hanno forgiato migliaia di individui che si ispiravano al loro credo e al loro modo di trasmettere una Luce universale perenne e sempre valida e costante in qualsiasi situazione.
Si diviene dei veri iniziati attraverso varie tecniche e possibilità, sempre indotte da chi ci ha preceduto in tale esperienza; difficile poi è valutare la reale capacità di esserlo realmente e di operare per il progresso e il bene dell’umanità. Ancora oggi la differenza netta fra le associazioni culturali riguarda proprio l’essere o meno degli “iniziati”. Questo termine infatti separa nettamente la mera organizzazione generale o l’appartenenza a qualsiasi tipo di associazione, gruppo o congrega, se non avviene all’interno della medesima, un rituale preciso e ben celebrato, durante il quale si trasmettono attraverso gesti e simboli, non solo l’esperienza di chi ci ha preceduto in tale difficile compito ma anche le sue intenzioni, che diverranno “nostre” se ben comprese e accettate. Il cammino precedentemente tracciato diverrà quello del nuovo iniziato al quale, come in antico, verrà consegnato un testimone prezioso che egli stesso dovrà preservare, sviluppare e conservare per il nuovo futuro adepto. Tanti sono stati a torto o a ragione quelli che si sono considerati degli iniziati a cominciare dai medievali cavalieri che soggiacevano per parte di un re sacerdote ad una iniziazione di tipo “cavalleresco” senza la quale non si poteva avere e usare il blasone e il vessillo di vero cavaliere “senza macchia e senza paura”.
L'iniziato da re-sacerdote
Anche molte moderne istituzioni prevedono con l’ingresso anche una sorta di “iniziazione ai misteri”. Ad essi si accede attraverso una complessa e meditata simbologia che prevede un vero e proprio cammino iniziatico che se ben effettuato porterà ad alti e meritati gradi oltre a stati di coscienza superiori “per il bene dell’umanità e alla gloria del grande architetto dell’universo”.
L'iniziazione in un Tempio Massonico
Uno di questi linguaggi è appunto quello “Libero Muratorio” o massonico che dal medioevo sapienziale sarebbe giunto fino a noi per essere ratificato definitivamente agli inizi del XVIII secolo. Anche la stessa religione nei suoi infiniti e mutevoli aspetti prevede se pure in maniera totalmente diversa, una sorta di iniziazione attraverso la cosiddetta “presa dei voti” che sentenzia una vita dedicata al culto cristiano in generale e al cattolicesimo in particolare, sulle orme dei predecessori siano essi Pontefici o semplici Monaci o Preti. La religione si differenzia da altri tipi di iniziazione ritenuti di tipo laico, per il “legame” con la Sacra Bibbia, il Vangelo, e tutto ciò che riguarda la vera Fede cristiana. Gli altri iniziati che siano essi stessi appartenenti ad alcune confessioni religiose diverse da quella occidentale ma anche da quella orientale cristiana, così come appartenenti a quelle laiche prima citate, si differenziano da essi per abbracciare una fede che potremo definire di più ampio respiro e considerando il “libero arbitrio” e la vera Luce della Gnosi, la loro principale guida alla filosofia dell’essere e dell’esistere. “Conoscere se stessi per conoscere ed aiutare gli altri”, è una delle frasi celebri ricorrenti nella filosofia iniziatico–esoterica di tipo massonico, così come per altri Ordini moderni che si ispirano al Templarismo (seguendo cioè l’etica e la professione di fede e di aiuto al prossimo degli antichi cavalieri del Tempio o Templari), come per altri enti associativi che prevedano comunque celebrazioni di rituali atti alla conversione spirituale del soggetto e ad una sua nuova rinascita interiore.
Persino nei rituali di alta magia sono previste e forse più di altre situazioni, vere e proprie iniziazioni di adepti destinati al proseguo dell’opera del Maestro e alla evocazione e governo degli spiriti, siano essi Angeli o Demoni, con istruzioni e gestualità tratte da testi antichissimi e  a culti magico – esoterici di magia egizia e assiro - babilonese tanto per citarne alcuni.
Rituale di magia per un iniziatico
Ancora oggi sono molte le scuole che intenderebbero professare la vera magia sia bianca che purtroppo anche nera, ma altrettanto numerosi sono i ciarlatani che approfittano della buona fede di chi per necessità fa loro ricorso con risultati spesso drammatici se non altro dal punto di vista dei compensi economici e dei vantaggi che i suddetti ne traggono.

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