giovedì 16 aprile 2020

I reperti archeologici. La ceramica e il suo messaggio esoterico

di Mario Pagni


I reperti ceramici, Castello di Miranduolo, Val di Merse
Nella mia più che trentennale esperienza in campo archeologico mi è stato facile comprendere l’importanza del reperto che non sempre è tale per la sua particolare bellezza o la sua rappresentatività in rapporto al significato trasmesso. Anche un semplice “coccio” definito dagli esperti come “ceramica d’uso” può essere determinante per la sua forma, l’impasto da cui è composto e anche (forse più di tutto), lo strato archeologico nel quale esso viene rinvenuto. Le informazioni che si ottengono sono molteplici e raccontano oltre al periodo di frequentazione del sito storico – archeologico oggetto dello scavo, anche le abitudini, i culti e persino i timori e le esigenze quotidiane più elementari  delle popolazioni antiche. La cronologia di appartenenza che il reperto ci restituisce grazie al livello di profondità nel quale si trovava, è il primo sostanziale inquadramento storico per capire a che cosa siamo di fronte, poi la successiva documentazione in merito e la catalogazione finale, completano per così dire l’iter informativo di base. La ceramica è quindi una delle più antiche fra le forme artigianali dei manufatti, dei quali ci siano pervenute ininterrotte testimonianze attraverso i secoli, e che hanno permesso la reale classificazione delle tappe della storia dell’uomo.
Il ceramista nella trasformazione e nella lavorazione dell’argilla, al pari del fabbro per il ferro e degli artigiani in genere, era ritenuto in antico (e non senza ragione), un artefice e un riproduttore nel microcosmo terreno, della stessa azione divina del Creatore, il quale come le sacre scritture ci hanno trasmesso, “plasmò l’uomo a sua immagine e somiglianza”.
Lavorazione dell'argilla
Presso gli antichi egizi ma con analogia simile in molti culti di popoli mediorientali, assieme al fatto naturale del concepimento degli uomini, esisteva riconosciuto un piano parallelo ma trascendente, nel quale gli stessi venivano modellati e sagomati da un dio “ceramista” di nome “Khnum”. Lo stesso Golem ebraico del quale abbiamo già trattato, assumeva sembianze umane plasmato da un sapiente ceramista – alchimista con un impasto di argilla. Le stesse statuette fittili gli “Ushabti” che venivano poste nelle tombe egizie a guardia e cura del corpo del defunto ma soprattutto a protezione del “corpo magnetico” (astrale, eterico, doppio), avevano (se pur in scala ridotta) sembianze umane, esse all’inizio venivano poste singolarmente nelle sepolture, in seguito crebbero di numero fino a coprire ciascuna ogni giorno dell’anno, divise per decadi e per zone.
Ushabti egizi
Lo stesso possiamo dire per i cosiddetti vasi “Canopi” abitudine in uso anche presso gli Etruschi dove all’interno degli stessi, venivano posti separatamente gli organi principali del defunto come in una sorta di involucro di protezione. Ma la funzione esoterica del vaso o del manufatto ceramico, non era stata ben compresa fino a qualche decennio fa dagli archeologi, che per molto tempo hanno ritenuto semplicemente questi manufatti strettamente necessari ma legati più alla vita e all’uso quotidiano, se non per taluni casi specificatamente riconosciuti per funzioni votive e religiose. L’esoterismo della ceramica però è altro e può essere riassunto anche se solo apparentemente e in modo superficiale, nei quattro elementi presenti in natura e tanto cari agli alchimisti del medioevo e del rinascimento. Tali elementi definibili “primordiali”, vengono nominati in molte delle dottrine filosofiche: Orfica, Indù, Vedica, Pitagorica e Ortodossa, sono: la Terra, l’Acqua, l’Aria e il Fuoco, La terra e l’acqua formano l’argilla che è essiccata e compenetrata dall’aria per essere cotta infine dal fuoco.
I Quattro elementi della Natura
Ma per completare l’operazione anche secondo gli alchimisti, deve intervenire un cosiddetto “Quinto Elemento” senza il quale si otterrebbe semplicemente della terra cotta. Esso può essere esteriore o interiore: quello esteriore è l’Etere, denominato appunto dagli ermetisti medievali la “quinta essentia” ovvero l’elemento diverso dagli altri, eterno, immutabile e incorruttibile, che forma i corpi e la materia di tutto il “Creato”. Anche la scienza ha ammesso l’esistenza di un ETERE che interpenetra tutte le sostanze conosciute, dai più densi solidi ai gas più rarefatti. Però per “attivare” la ceramica rendendola “viva” e del tutto partecipe ai processi cosmologici, secondo alcune teorie occorrerebbe anche l’elemento cosiddetto “interiore” ovvero l’energia prodotta dalla ghiandola pineale degli esseri umani o “epifisi”, che impregnerebbe (il condizionale è d’obbligo in questi campi) i microcristalli contenuti nella stessa ceramica, fissando su di essi una sorta di “forma pensiero”.
Cristalli di quarzo
Fra questi microcristalli già presenti negli impasti di argilla, sono presenti in quantità cospicua la silice e il quarzo (quest’ultimo composto da cristalli di biossido di calcio). Il cristallo del quale il quarzo è elemento trasportatore, che ha delle proprietà fantastiche, rappresenterebbe il piano intermedio fra il mondo visibile e quello invisibile, come lo testimonia la sua materia che è tangibile ma trasparente, come se non lo fosse. Da qui l’ipotesi di un materiale (quello ceramico), con grandi e talvolta nascoste proprietà, alle quali la forma dell’oggetto e lo scopo per il quale esso verrebbe fabbricato e usato, aggiungerebbero quel necessario supporto “esoterico” avendo in se il privilegio (volendo), di poter essere letteralmente “attivati” sia a livello mentale che astrale.
Piani paralleli del corpo eterico
Teorie che recentemente hanno trovato il loro spazio e la ragion d’essere anche a livello accademico, aprendo nuove strade a campi inesplorati del mondo materiale, ma anche alla stessa intenzione legata alla stessa psiche umana. Oggetti vivi dunque e non solo reperti da catalogare, se a suo tempo (nell’antichità), fosse stata correttamente infusa in loro, assieme alla struttura molecolare, la scintilla della presenza vitale di chi li ha plasmati.

Nessun commento:

Posta un commento