lunedì 20 aprile 2020

Il Diluvio Universale

di Chiara Sacchetti

È la punizione  per eccellenza che la divinità manda agli uomini per castigarli di tutte le azioni malvagie commesse distruggendo per punizione, l’intera umanità. Anche se sicuramente quella più conosciuta è senza dubbio la versione che parla di Noè e di come riuscì a salvare solo chi meritava veramente di vivere,  anche nei racconti di altre civiltà passate sono moltissime le versioni riguardanti l’argomento. Vediamole.
Michelangelo Buonarroti, Il Diluvio Universale, Roma, Cappella Sistina, 1508-10
Quella che conosciamo tutti fin da bambini è appunto la storia di Noè e del Diluvio che distrusse tutto e tutti ad eccezione di quelli individui più buoni e meritevoli. La Bibbia racconta infatti che gli esseri umani erano da tempo divenuti malvagi e corrotti, solo Noè, la sua famiglia e pochissimi altri, conducevano una vita retta e giusta. Il Signore allora decise di mandare un castigo talmente forte che avrebbe messo fine all’intera società salvando soltanto quelli che non meritavano una fine simile.
«Allora Dio disse a Noè: Mi son deciso, la fine di tutti i mortali è arrivata» e ordinò così a Noè di costruire una enorme arca, «l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza.  Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore».  Qui realizzò anche stanze per la sua famiglia, tutte le specie animali allora presenti sulla Terra e magazzini dove conservare il cibo necessario fino a quando non sarebbe tornato tutto alla normalità.
L'arca di Noè, Cronache di Nuremberg, F11, r1
Il diluvio durò quaranta giorni e quaranta notti, «così fu sterminata ogni creatura esistente sul suolo terrestre, con gli uomini,  anche gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi  sparirono dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.». Ma le acque ricoprirono tutto il pianeta per ben centocinquanta giorni e solo dopo quasi sette mesi, apparvero finalmente le vette dei monti; fu solo allora che Noè fece volare in cielo una colomba che tornò con un ramoscello di ulivo, segno che la natura stava ricominciando a crescere.
William Bell Scott, L'inizio del Diluvio
Nella mitologia greca troviamo più o meno la stessa storia. Deucalione, figlio di Prometeo, e sua moglie Pirra, figlia di Pandora ed Epimeteo, governavano le loro terre i modo corretto e leale, mentre il resto dell’umanità, si allontanava dal bene, trascurando gli obblighi religiosi, e coltivando superbia e cattiveria, tanto da sentirsi superiori perfino agli dei. Zeus, padre degli dei, infuriato con gli uomini, ormai troppo corrotti e abbruttiti, decise di mandare un grande diluvio per distruggere tutta l’umanità, ad eccezione dei due ragazzi. Inviò così Ermes da loro che li avvisò di ciò che sarebbe accaduto, ma comunque di non preoccuparsi perché Zeus li voleva graziare. Essi si sarebbero dunque salvati se avessero seguito alla lettera tutte le indicazioni. Deucalione così fece. Costruì una grande arca di legno, tanto forte da poter navigare nelle acque in tempesta, e tanto grande da poterla riempire con vivande, abiti, coperte e tutto quanto serviva per sopravvivere alla tremenda catastrofe.
Dopo nove giorni e nove notti, la tempesta finalmente cessò e i due sposi poterono sbarcare sul monte Parnaso: Ermes, mandato dal Padre degli dei per esaudire un loro desiderio, fu poi chiamato per far rinascere l’umanità. Egli ordinò ai due giovani di prendere delle pietre e di buttarle dietro le loro spalle durante il loro cammino, da queste, nacquero nuovi esseri umani  che dettero inizio alla ripopolazione ripopolarono dell’intero pianeta.
Virgil Solis, Deucalione e Pirra, Incisione
Nella civiltà sumerica possiamo leggere il mito del diluvio in una tavola, più antica di quasi un secolo di quella mesopotamica e forse per questo si tratta del più antico scritto riguardante tale calamità. Nel mito sumerico gli uomini furono creati dagli Anumnaki, per lavorare al posto degli Igigi, Dei inferiori che si rivoltarono per l’eccessivo carico di lavoro imposto. Ben presto però, dopo circa mille anni dalla loro creazione, gli uomini divennero troppo numerosi e soprattutto rumorosi a tal punto che infastidivano le stesse divinità le quali cercarono prontamente un modo per “zittirli”. Dopo vari tentativi falliti per l’aiuto di Enki, l’unico dio buono, si decise per la calamità più forte e distruttiva, un diluvio che avrebbe sterminato tutto il genere umano, con la promessa fra gli dei di non dire nulla. Ma Atraḫasis lo venne a sapere grazie ad uno stratagemma dal buon dio che si adoperò per avvertire che prima della catastrofe avrebbe mandato giù la mattina focacce e grano la sera come segnale dell’imminente catastrofe. Così l’uomo chiamò attorno a sé amici e parenti e in sette giorni costruì una grande nave, di dimensione simili a quella di Noè ma di forma cubica, con la quale lui e le persone avvisate riuscirono a trovare riparo.
Il diluvio durò sette giorni e sette notti e fu tanto violento che perfino gli dei che lo avevano voluto si spaventarono, rimanendo accovacciati come animali in attesa della fine. Tornato tutto alla normalità Atraḫasis offrì come sacrificio agli dei ottima carne arrostita, essi sentendone l’odore decisero di scendere sulla Terra per gustarsela.
Altre civiltà, fra cui quella indiana, ci raccontano altre versioni di questo avvenimento storico leggendario.
Tavoletta sul Diluvio Universale, British Museum
Nel 1998 due geologi della Columbia University, William Ryan e Walter Pitman, pubblicarono un articolo in cui elencavano le prove di una grande inondazione del Bosforo intorno al 5600 a.C., probabilmente e verosimilmente per lo scioglimento dei ghiacciai, le cui acque, si riversarono poi nel Mar Nero e nel Mar Caspio che a loro volta, si riversarono nel Mar Egeo, lasciando però il livello dei mari invariato. Nel frattempo i fiumi che si riversavano nel Mar Nero, trovarono nuovi sbocchi nel Mare del Nord, andando così ad ingrossare il Mediterraneo che straripò oltre il Bosforo.
Un’altra ipotesi che riguarda il Diluvio Universale è quella di uno tzunami che sarebbe stato causato dall’eruzione del vulcano di Thera nell’isola di Santorini che colpì Creta e il Mar Egeo. Come possiamo capire è da tempo che l’umanità deve confrontarsi con catastrofi di ogni tipo, quali diluvi, terremoti e incendi colossali provocati da vulcani in eruzione. In antico però i nostri predecessori sapevano a chi attribuire la responsabilità di tutto,  si trattava della collera degli Dei o delle divinità in genere, dovuta alla umana insubordinazione, oggi le guerre scatenate sempre in nome di un mondo migliore, altro non sono che uno squallido pretesto per nascondere complesse problematiche di natura economica fra popoli. In tempo di Coronavirus è fin troppo facile capire che i mandanti siamo purtroppo noi stessi e la natura che ci circonda non può altro che ribellarsi a tutto ciò.

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