di Mario Pagni
Abbiamo visto in precedenza l’importanza dei numeri nella
vita dell’uomo che fino dall’antichità hanno assunto un notevole peso nel suo
cammino esistenziale. Dal comune senso di semplice acquisizione di sistemi di
numerazione aritmetica e geometrica, ai più profondi studi nei vari campi della
scienza sia moderna che antica. Abbiamo anche visto però che il numero può
assumere anche altri significati come ad esempio quello legato alla simbologia.
La Cabala
rientra a pieno titolo proprio in questa categoria ma soprattutto nel modo di
interpretazione del significato e del compito spesso arcano della numerologia.
Quest’ultima parte dal presupposto che l’Universo, essendo un tutt’uno
perfettamente armonico, possa essere spiegato più facilmente con l’uso delle
cifre che non a parole, forse dimenticato retaggio di un lontano sapere. In
origine la Cabala
attribuiva per sua natura un valore numerico a ciascuna delle lettere e
specificatamente per l’alfabeto ebraico, che assumeva di per se un valore di
simbolo. Così ogni parola oltre al suo significato letterale, può diventare al contempo anche un concetto
assoluto, in grado di riassumere tutti i simboli rappresentati dalle lettere
stesse. In estrema sintesi per la
Cabala l’Universo e gli equilibri di energia che lo
sorreggono, ne regolerebbero tutto il movimento e le trasformazioni da esso
derivate sarebbero deducibili dallo studio dei numeri.
Il metodo intuitivo spesso usato per la sua decodificazione, ci
dice che i cabalisti partono dal presupposto che la logica e la ragione da sole
risulterebbero inadeguate per esplorare il mondo e conoscerlo a fondo, il
nostro intelletto entrerebbe in un labirinto senza via di uscita, solo
l’intuito appunto, illuminerebbe il cammino, tracciando un sentiero ben
definito attraverso la conoscenza degli
antichi simboli e lo studio e l’interpretazione corretta degli stessi. Questo
modo di intendere l’Universo con metodo intuitivo, può sicuramente sembrare
strano alla mentalità tutta tecnologica dei nostri tempi per la quale,
ovviamente, non può esistere ciò che non è dimostrabile o riproducibile
sperimentalmente in laboratorio. Tuttavia recenti studi stanno dimostrando di
come scienza e filosofia stiano tornando a dialogare come nel passato, e le
distanze che per molto tempo si erano create, si stanno progressivamente
annullando. Secondo Henry Bergson scomparso nel 1941, la sola logica sarebbe
incapace di comprendere la vera natura delle cose, mentre l’intuizione,
consentirebbe di cogliere appieno quella realtà che il metodo scientifico
lascia da parte.
I testi cabalistici
più antichi sono tradizionalmente due: il Sepher
Yetsira e il Sepher ha –Zohar, che risalgono ai primi secoli dopo Cristo; prima
di quest’epoca la vera tradizione cabalistica era tramandata solo oralmente dal saggio al discepolo per
intere generazioni. Il Sepher ha – Zohar è
un insieme di documenti, scritti in parte in ebraico e in parte in aramaico,
contenente dottrine teologiche e filosofiche di varia e complessa natura,
insieme al racconto di miti e brani di poetica, il tutto riferito ai primi
cinque testi biblici (Pentateuco).
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L'interpretazione dell'albero sephirotico |
Tra gli argomenti fondamentali si possono trovare dotte
considerazioni sull’infinito (Ain Sof)
e sul suo modo di manifestarsi proprio attraverso i numeri. Nel Sepher Yetsira invece viene offerta al lettore la chiave per
comprendere nei suoi dettagli e nelle sue connessioni l’armonia universale,
anch’essa veicolata sulla base dei numeri. La conoscenza prima di tale chiave
di lettura viene attribuita ad Abramo che l’avrebbe ricevuta dall’alto al
momento del suo patto con Dio. (Esodo 17).
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I 72 nomi di Dio della Kabbalha |
Esiste però anche un aspetto più “intrigante” della Cabala
laddove quest’ultima avrebbe avuto origine da radici diverse e procedendo successivamente
anche su percorsi diversi, quello iniziatico segreto tramandato dalla
Tradizione Esoterica, e quello “Magico” utilizzabile addirittura sul piano
pratico per poter fare previsioni, individuare la personalità delle persone e
persino per accaparrarsi i favori della dea Fortuna.
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L'antesignano del gioco dell'Oca |
Ma la Cabala
quella vera interpretabile soltanto da profondi conoscitori dell’ebraismo e
padroni della lingua antica l’Aramaico, è un’altra cosa difficilmente
comprensibile a tutti. Storicamente come dottrina delle armonie universali,
essa esercitò grande influenza su personalità di prestigio sia della scienza
che della filosofia ad essa applicata; fra queste il filosofo e medico arabo
Avicenna, Raimondo Lullo, Pico della Mirandola, fino al grande occultista
francese Eliphas Levi che nella sua opera Dogma
rituale dell’Alta Magia fonda tutto il suo lavoro proprio sull’approfondita
essenziale conoscenza della Cabala. Dopo di lui la Cabala avrà un periodo di
grande successo ad opera di personalità famose di varie scuole di pensiero fra
queste un’altra celeberrima occultista Madame Blavatsky.
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L'uroboro con iscritta la stella di Davide e i piani cosmici |
In ultimo ma non certamente a completamento di un problema
ancora oggi aperto e studiato, la
Cabala presenterebbe anche il vantaggio di parlare attraverso
questo suo linguaggio composto da lettere e numeri simbolo, in modo da
eliminare qualsiasi dubbio sui significati delle parole stesse, specialmente
quando si tratterebbe di tradurre un concetto da una lingua all’altra. Sono
rimaste nella nostra mente soltanto alcune parole – guida di questo breve
scritto quali: “armonia universale”, “lettere e numeri in pieno accordo”, e
infine “innata capacità di lettura dei simboli” che come in altre occasioni,
rimangono l’unica se pur complessa chiave di lettura del nostro essere e dell’Universo
che ci circonda.
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