Fra le feste
meno religiose ma che scaturiscono gioia e divertimento troviamo il Carnevale,
una ricorrenza mobile calcolata in base alla Pasqua che trae origini da feste
antichissime e che ancora oggi è il divertimento di grandi e piccini.
L’etimologia
La parola “carnevale” deriverebbe,
secondo alcune interpretazioni, dal latino carnem
levare, cioè "eliminare la carne" richiamando l’antica tradizione
del banchetto tenuto l’ultimo giorno prima del periodo di digiuno e astinenza
della Quaresima per l’arrivo del periodo pasquale con il mercoledì delle
ceneri. Altre
interpretazioni richiamano ugualmente l’eliminazione della carne, ma con
un’origine diversa come l'espressione latina carne levamen, mentre altre ricordano invece il divertimento o il
mettersi in maschera quali la parola carnualia
("giochi campagnoli") o la locuzione carrus navalis ("nave su ruote", esempio di carro
carnevalesco) e infine currus navalis,
ossia il "corteo navale".
Le origini
della festa
Il Carnevale trova le sue origini da numerose solennità antichissime in cui il divertimento e il camuffamento facevano da padrone. La prima di queste era sicuramente legata alle varie feste dionisiache greche, cerimonie dedicate a Dioniso, dio dell’enfasi del vino e dell’ebbrezza, durante le quali tutte le attività venivano fermate ed erano messe in scena rappresentazioni teatrali tragiche e comiche; le altre erano certamente i Saturnalia, festività romane dedicate all'insediamento nel tempio del dio Saturno e alla mitica età dell'oro, con grandi e fastosi banchetti. In entrambe le cerimonie si assisteva ad un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, con poveri e ricchi che, una volta mascherati, non si riconoscevano fra loro facendo così scomparire le differenze sociali, dediti entrambi allo scherzo e alla dissolutezza più sfrenata.
Dioniso in un ritratto di Michelangelo Maestri
Ma perfino in Babilonia, poco dopo l’equinozio
di primavera, veniva richiamato il processo originario della fondazione del
cosmo, quando il dio salvatore Marduk lottava e vinceva contro il drago Tiamat;
durante queste celebrazioni veniva organizzata anche una processione in cui si
ricordava il mito della morte e resurrezione di Marduk, il Salvatore. Nella
stessa sfilata veniva anche portata una nave con delle ruote sulla quale la dea
Luna e il dio Sole (che richiamavano la parte superiore dello Zodiaco) percorrevano
la grande via della festa verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra.
Oinochoe delle Antesterie, 430-390 a. C., museo del Louvre
Il periodo
Il momento
del Carnevale inizia il giorno successivo a quello del Battesimo di Cristo per
mano del Battista e termina il mercoledì delle ceneri che segna il successivo
periodo della Quaresima. Esso non ha una
data fissa ed è legato al giorno in cui viene celebrata la Pasqua, altra festa
mobile del calendario. Il tempo carnevalesco inizia infatti la prima delle nove
domeniche che precedono la Resurrezione del Salvatore e raggiunge il suo
massimo il giovedì grasso, quando inizia l’ultima settimana prima del periodo
di Quaresima, con i giorni in cui ci si dovrebbe riempire la pancia e
divertirsi per poi osservare per ben quaranta giorni le regole e l’astinenza.
Perché ci
mascheriamo?
Una tipica maschera carnevalesca di foggia veneziana
A parte le
maschere greche e latine delle rispettive cerimonie, l’usanza di portare una maschera in questi rituali risale all’Antico
Egitto, durante le feste in onore della dea Iside, come testimonia lo scrittore
Lucio Apuleio nel libro XI delle Metamorfosi
nelle quali si era soliti mascherarsi, usanza poi passata anche all’Impero
Romano che la inserì nelle proprie. Poi l’avvento del Cristianesimo e la
fusione con i rituali pagani hanno fatto il resto!
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