di Mario Pagni
Molto spesso
la gente comune ovvero quella che più difficilmente tende ad approfondire
argomenti che almeno all’apparenza sembrano lontani dal vivere quotidiano, non
sa ben distinguere certe differenze di aggregazione di gruppi di persone organizzate fra loro,
aventi scopi e finalità simili e spesso nobili, ma altrettanto spesso tese al
raggiungimento di ideali poco consoni al bene comune. La differenza fra una confraternita e una setta ad esempio non è molto
chiara e spesso anche gli studiosi non sono d’accordo nel considerare l’uno o
l’altro aspetto degli stessi affiliati ai due sodalizi. Per molto tempo si
è discusso ad esempio sulle vere ragioni, gli scopi e le finalità della
“confraternita” dei Fedeli D’Amore che raccoglieva al suo interno adepti del
calibro di Dante Alighieri, Guido Guinizzelli o Guido Cavalcanti tanto per fare
alcuni nomi. Eppure ancora oggi anche
negli ambienti fiorentini si parla dei Fedeli D’Amore usando a nostro avviso
impropriamente il termine “Setta”.
Assuefazione ad un tipo di credo guidati dal terzo occhio |
Definizione
di Setta
Molto di moda e assai pericolosa oggi è la psicosetta |
Nonostante
il trascorrere del tempo e un clima più orientato al dialogo e tollerante al
rispetto delle varie diversità di opinione, questo termine viene ancora oggi
utilizzato in senso dispregiativo per
indicare gruppi che hanno credenze, miti e ritualità fuori da schemi comuni già
consolidati come quelli religiosi, o di una certa mentalità ritenuta
maggioritaria. Il termine “culto” ad
esempio viene spesso preferibilmente utilizzato al posto di “setta” o come
sinonimo della medesima specialmente negli Stati Uniti.
La setta
nella stregoneria
Alcuni
studiosi ritengono che le sette si erano già formate e sviluppate a partire dai
primi gruppi di individui della età della Pietra, che iniziarono a seguire i
culti legati alle divinità presenti in natura e anche nelle prime attività
dell’uomo, fra queste quella della fertilità e della caccia, e che gli adepti
continuarono ad incontrarsi anche durante le persecuzioni, seppure con
appuntamenti alterni e in luoghi prescelti e nascosti. Si pensa che il numero ideale per la formazione di una setta fosse di
tredici individui e di ciò si hanno spesso testimonianze in fonti d’archivio
antiche sia in Francia, in Germania ma anche in Scozia e Inghilterra. Proprio
questo numero di adepti è indicato e comunicato nel 1662 da una strega scozzese
Isobel Gowdie durante la confessione fatta ai suoi esaminatori: “ Ci sono
tredici persone in ogni setta” disse testualmente, ma è probabile che non si
trattasse di vera regola soprattutto al mutare delle epoche e delle tradizioni
presenti su ciascun territorio. Ogni setta aveva un capo carismatico (sacerdote
o sacerdotessa) ma a volte in alcuni paesi i vari gruppi erano coordinati e
sottoposti ad una sorta di governatore capo dei praticanti dell’intero
distretto.
Emblema di setta satanica |
Gli
oppositori di certe teorie insistono invece nel far notare che la maggior parte
degli autori si basa su confessioni ottenute con la tortura e quindi ritenute
poco attendibili. Molto spesso infatti
gli imputati non sapevano nulla o quasi delle pratiche occulte delle quali
erano accusati ed erano costretti ad ammettere tutto quello che faceva piacere
sentire agli inquisitori per la successiva pratica di condanna. Inutile
dire quale fosse la confusione che fra l’altro regna ancora oggi dal punto di
vista storico-antropologico sull’intera questione. Alcune di queste sette molto
ben organizzate erano seguaci della cosiddetta “Antica Religione” ritenuta il
vero legame con la Natura e i suoi fenomeni e il dominio sulla medesima
era il loro scopo primario.
Memorie sulle società segrete risorgimentali presenti in tutta Italia con riferimento del testo al meridione d'Italia |
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