Fra le impercettibili e incorporee
grandezze con cui l’uomo ha da fare i conti c’è sicuramente il tempo che procede
inesorabile e inavvertibile, senza essere apparentemente visto ma che con il
suo trascorrere mostra comunque i segni di quanto ne sia passato. Le rughe sulla pelle, alberi piccoli
e scheletrici che poi appaiono alti e robusti pieni di verde, le loro foglie
che con le stagioni cambiano colore facendoci emozionare ogni volta in modo
diverso e ad indicarci in che momento dell’anno siamo. E gli esempi potrebbero
essere infiniti.
Orologio con la sola lancetta delle ore, 1643
Che cosa è il
tempo
Da un punto strettamente scientifico il tempo è una grandezza fisica fondamentale, cioè una misura che sta alla base per ogni analisi dimensionale. La sua unità di misura tradizionale è il secondo, in base al quale vengono poi definite tutte le altre misurazioni come il minuto, l’ora, il giorno, la settimana, il mese e così fino all’infinito. Lo strumento attuale per misurare il tempo è l’orologio che ha fatto la sua comparsa nel 1656 per invenzione, così si dice, dell'olandese Christiaan Huygens, anche se il nostro Galileo è stato il primo a dimostrare la regolarità del tempo e la sua possibilità di essere misurato. Prima di ciò esisteva la clessidra, uno strumento usato fin dai tempi degli antichi egizi e in particolare del faraone Amenophi III come conferma il ritrovamento di questo dispositivo nelle rovine del tempio Akh-Menu a Karnak, nei dintorni dell'antica città egizia di Tebe, conosciuta come la clessidra di Karnak. Per leggere le ore poi esisteva la meridiana, strumento astronomico importantissimo, posto spesso sulle facciate delle Chiese o disegnato in spazi aperti, che sfruttava il sole e il suo movimento per sapere in quale momento della giornata ci si trovasse.