di Chiara Sacchetti
Pur essendo
un atto completamente naturale, da quando l’essere umano ha iniziato la sua
vita sulla terra c’è sempre stato bisogno di qualcuno che aiutasse la donna nel
periodo della gestazione e poi soprattutto durante (e dopo) il parto. Piccoli ma importanti consigli spesso, dati
da donne con «una particolare
sensibilità e conoscenza della natura umana, tanto da tirar fuori i veri
bisogni ed emozioni della donna stessa attraverso l’arte maieutica». Ma chi erano
queste figure femminili? E come si è evoluta questa professione che oggi è del
tutto regolamentata dalla leggi vigenti?
Le antiche
ostetriche
Se immaginiamo questa figura di donna
vediamo una persona di una certa età con alle spalle un importante bagaglio di
esperienza, ma quasi sicuramente in realtà con meno anni di quanto ne dimostri, soprattutto a causa delle difficili
e ostili condizioni di vita fra attività agricola e generici lavori di fatica
che ne alteravano purtroppo l’aspetto.
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Antico rilievo romano rappresentante un'ostetrica |
Nell’Antica
Grecia si parla di Maiai, donne
anziane che si occupavano non soltanto del parto ma anche di tutti i problemi
connessi a questo evento, quali la sterilità, l’isterismo e altre malattie
tipiche femminili. Perfino Socrate, famoso filosofo e figlio lui stesso di
un’ostetrica, si autodefinì “Ostetrico delle Anime” «perché faceva venir fuori dalla mente dei suoi discepoli le
concezioni filosofiche, nella stessa maniera in cui la madre aiutava i feti a venir
fuori dall’utero materno». Mentre Platone riteneva la levatrice una donna «che ha fatto studi
classici, che ha intelligenza sveglia e memoria pronta. Deve essere studiosa,
attiva, robusta, compassionevole, sobria, paziente, riflessiva e prudente».