lunedì 31 gennaio 2022

Metodi di divinazione dei Tarocchi

di Chiara Sacchetti

I Tarocchi sono delle carte che provengono da molto lontano di cui non abbiamo alcuna certezza ma soltanto supposizioni e leggende che contribuiscono a rendere questo sistema di divinazione ancora più affascinante e misterioso.

Ma come si leggono i Tarocchi?

Gli Arcani Maggiori

Leggere e interpretare i Tarocchi è una cosa piuttosto complessa che richiede un’immersione spirituale e una capacità di introspezione molto profonda. La sola e “banale” lettura della carta di cui abbiamo imparato il significato specifico, come ci dicono gli esperti che le usano, non basta, serve anche una capacità personale data da una sensibilità e una visione ampia e intensa della mente umana.

giovedì 27 gennaio 2022

Il cammino verso Santiago di Compostella

di Mario Pagni

Il Cammino di Santiago è conosciuto da sempre come il percorso che i pellegrini, fin dal Medioevo ma forse anche in precedenza, intrapresero per giungere alla venerazione del santuario dedicato a San Giacomo apostolo.

Questo pellegrinaggio nasce infatti dalla storia del martirio di San Giacomo Maggiore, uno dei dodici apostoli, figlio di Zebedeo, e dal culto che in seguito ne nacque. Secondo la tradizione dopo la morte di Gesù egli avrebbe predicato il Vangelo in Spagna, spingendosi fino in Galizia, remota regione all’estremità ovest della Penisola Iberica, in quel tempo dominata dai Romani, ma (particolare interessante) di antica cultura celtica.

Nella storia degli Apostoli si riporta che Giacomo, tornato a Gerusalemme, fu fatto giustiziare con la spada nel 44 d.C. da re Erode Agrippa, il quale proibì che il corpo decapitato fosse sepolto. A questo punto la leggenda narra che i suoi discepoli Attanasio e Teodoro ne raccolsero le spoglie, e lo trasportarono segretamente su una barca fino alle coste della Galizia. Secondo la versione più diffusa il sarcofago avrebbe risalito il fiume Ulla e, dopo varie peregrinazioni, alla fine il corpo dell’apostolo sarebbe giunto a Iria Flavia (capitale della Galizia romana) su di un carro trainato da una coppia di buoi: il mausoleo (per alcuni un tempietto romano) sarebbe stato eretto proprio nel punto dove i buoi si erano fermati alla fine del percorso.

Il corpo dell’apostolo, a causa dei continui sconvolgimenti politici che in quell’epoca afflissero la Penisola Iberica e anche a causa della dominazione araba, rimase ignorato per secoli e se ne perse memoria. Una notte dell’813 d.C., per un eremita, Pelagio, fu attratto da una stella di colore azzurro, o forse secondo altre fonti da ben dodici stelle indicanti un luogo preciso a ovest sul monte Libredon, presso il quale doveva essere stato presente un antico insediamento militare romano di cui rimanevano tracce in un vecchio cimitero. L’archeologia ha in effetti recentemente dimostrato l’esistenza di tombe romane e di fondamenta che in seguito sarebbero state sancite e identificate dal Sator, il celeberrimo “Quadrato Magico” con scritta palindroma, mentre l’astronomia potrebbe presumibilmente confermare l’identificazione delle dodici stelle con la costellazione del Boote-Seminatore o Bifolco e la stella azzurra con “Spica” della costellazione della Vergine.

lunedì 24 gennaio 2022

Storia dei Tarocchi

di Chiara Sacchetti

Non sappiamo con certezza quale sia l’origine degli attuali Tarocchi, e varie e molteplici sono le teorie che si sono susseguite nel corso dei secoli, anche se la loro storia si perde nella notte dei tempi fino a intrecciarsi con racconti leggendari e misteriosi.

Thoth divinità egizia

Per Court Gebelin, uno studioso francese del 1700, i Tarocchi sarebbero una rappresentazione su carta degli antichi geroglifici del Libro di Thot, testo in cui veniva raccolta tutta la conoscenza e la religione degli antichi egizi, e dove i tarocchi stessi sarebbero l’alfabeto riservato inizialmente ai sommi sacerdoti dove è raccolto il sapere originario e da cui poi sono iniziate tutte le forme di conoscenza. In questa accezione quindi, secondo lo storico, queste carte sarebbero state anticamente la chiave per aprire i sigilli dei geroglifici ieratici e sarebbero arrivate in Europa grazie alle migrazioni dei nomadi verso il XIV sec..

giovedì 20 gennaio 2022

La Disciplina Etrusca alla base delle antiche credenze dei Romani

di Mario Pagni

Ormai da tempo gli studiosi sono concordi nel ritenere che l’unico vero esempio sostanziale di religiosità praticata dai Romani nel primo periodo di fondazione di Roma provenisse dagli Etruschi.

Come sappiamo infatti, dal punto di vista religioso la dottrina etrusca si presentava in forma di religione “rivelata”, e il complesso dei rituali divinatori, in seguito trasferiti proprio ai Romani, erano raccolti e tramandati nei libri sacri che costituivano la cosiddetta “disciplina etrusca”.

Quest’ultima nasce dalla leggenda di Tagete, figlio di Genio e nipote di Giove, “bambino-saggio” scaturito da una zolla di terra toccata dall'aratro di un contadino, destinato a insegnare all'intera Etruria tutta la disciplina che avrebbe abbracciato il sapere umano, ispirato direttamente dal sapere divino.

La leggenda racconta che un giorno Tarconte, (questo e il nome del contadino etrusco), mentre arava il suo podere accanto al fiume Marta, nel territorio di Tarquinia, volgendo lo sguardo al lavoro già eseguito si accorse che da un solco appena tracciato era venuto fuori un fanciullo che, come se fosse una cosa normalissima, cominciò a cantare. Alle grida spaventate di Tarconte accorsero un gran numero di persone, tra cui i sacerdoti etruschi (i lucumoni), ai quali il bambino disse di chiamarsi Tagete. Questi continuò a cantare versi contenenti insegnamenti e profezie sul popolo etrusco, che i sacerdoti sembra trascrissero parola per parola.

Tomba etrusca degli auguri sacerdoti e Tagete

È interessante notare che qui il racconto prima a carattere tradizionale, assume il senso di “ierofania simbolica”, che si fonda su un patrimonio di valori,  proprio come quello trasferito al popolo etrusco ma largamente orientato sulla sfera agraria. Il “principio generatore” coincide, infatti, con l’atto agricolo, inteso non solo come semplice aratura, ma anche come rituale impiegato per fondare le nuove città. Gli scritti e appunti presi dagli antichi sacerdoti etruschi furono raccolti in veri e propri testi sacri di riferimento fra questi abbiamo:

lunedì 17 gennaio 2022

La Compagnia di Gesù

di Chiara Sacchetti

Fondata nel 1534 a Parigi da Ignazio di Loyola assieme ad altri colleghi universitari, la Compagnia del Gesù ha avuto nel corso della sua storia vicissitudini  varie ed illustri membri. L’ordine vide appunto la sua luce nel 1534 quando il futuro santo assieme a colleghi universitari, fecero voto di servire Dio in castità e povertà volontaria e di recarsi in Terra Santa; tre anni dopo essi si ordinarono sacerdoti e la società religiosa venne ufficialmente creata nel 1540 con la bolla Regimini militantis, grazie alla quale ebbe esistenza giuridica come ordine religioso.

Emblema della Compagnia di Gesù L'emblema dell'ordine un disco raggiante e fiammeggiante caricato dalle lettere IHS, il monogramma di Gesù. La lettera H è sormontata da una croce; in punta, i tre chiodi della Passione.

Chi decideva di entrare a far parte della Compagnia di Gesù doveva fare quattro voti, i tre classici di castità, obbedienza e povertà a cui si sommava anche quello dell’obbedienza speciale al Papa alle missioni che decideva di assegnare loro.

Ma quali erano i compiti che svolgevano i Gesuiti?

giovedì 13 gennaio 2022

Il calendario “Ante Litteram” dei Romani

di Mario Pagni

Fino dai tempi più remoti  gli uomini osservavano il cielo, alla ricerca di risposte alle loro domande o per il semplice ma sempre necessario bisogno di conoscenza. Tutte le antiche civiltà, dai Babilonesi agli Egizi, dai Greci ai Romani hanno sviluppato di fatto, un’ampia cultura sia astronomica che astrologica.

Benché non abbiano fornito un rilevante apporto scientifico alla materia, i Romani praticarono comunque intensamente l’osservazione del cielo, con particolare riferimento all’uso dell’astronomia nelle attività pratiche, come l’agricoltura ma anche nell’arte edificatoria. Seguendo i loro maestri Etruschi  esperti in rituali e vaticini, essi ne razionalizzarono quasi sempre le loro indicazioni, trasformandole per un uso simile ma più immediato e funzionale.

lunedì 10 gennaio 2022

Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti

di Chiara Sacchetti

È il fondatore di uno degli ordini religiosi più importanti e forti, definito il braccio armato della Chiesa, ma chi è davvero Ignazio di Loyola?

Minore di tredici figli, Íñigo López de Loyola, più conosciuto come Ignazio di Loyola nacque nel comprensorio municipale di Azpeitia, il 23 ottobre 1491 da Beltrán Yáñez de Oñaz y Loyola, soldato al servizio di Enrico IV, dei Re cattolici, e Marina Sáenz de Licona y Balda, quest’ultima figlia di Martín García de Licona, cortigiano dei re di Castiglia e consigliere dei Re cattolici, che possedeva il dominio e il maggiorascato della casa di Balda.

Sant'Ignazio di Loyola fondatore dei Gesuiti

Cresciuto sotto l’attenzione del fratello maggiore Martín e della cognata Magdalena Araoz, il futuro fondatore dei Gesuiti rimase orfano molto presto e nel 1506 venne mandato alla corte di Giovanni Velázquez de Cuéllar, ministro delle finanze del re Fernando il Cattolico per ricevere un'educazione cavalleresca e religiosa e dove si mise in evidenza per le sue doti artistiche nel suonare uno strumento e nella danza, ma assieme anche per la sua abilità nei tornei.