giovedì 9 dicembre 2021

Santa Lucia, il “giorno più corto che ci sia” fra tradizione e verità scientifica

di Mario Pagni

Santa Lucia la santa della luce protettrice degli occhi e della vista

Nella tradizione popolare ma che anche noi abbiamo vissuto fino da bambini, il famoso detto “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia” era tipico del periodo cristiano dell’Avvento in vista dell’approssimarsi del Santo Natale. Il calendario indicava questa ricorrenza con il 13 dicembre ma nella realtà scientifica, l’evento astronomico del Solstizio d’Inverno ci dice senza nessuna possibilità di errore che il giorno dell’anno durante il quale la luce del Sole sarà più breve cade fra il 21 e il 22 dello stesso mese e non il 13 dicembre.

Francesco del Cossa Santa Lucia protettrice degli occhi

Nonostante il tramonto anticipato del Sole quindi, il 13 dicembre risulta leggermente più lungo del solstizio d’inverno nel quale l’alba è ritardata di qualche minuto. A Santa Lucia, però, si potranno comunque ammirare le stelle cadenti, Luna piena o particolarmente luminosa permettendo. Il 22 dicembre il Sole raggiungerà la posizione posta più a sud dall’equatore celeste durante il suo moto apparente attraverso la fascia zodiacale. La possibile ragione dell’equivoco potrebbe essere che prima della riforma del calendario attuata da Papa Gregorio XIII, il solstizio invernale cadeva fra il 12 e il 13 dicembre facendo coincidere la festa di Santa Lucia con il giorno più corto dell’anno.

 

Che cos’è e come avviene il Solstizio d’Inverno

Scientificamente il solstizio d'inverno è il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo il cerchio che l'astro sembra percorrere attorno alla Terra (questo cerchio si chiama eclittica), la minima altezza rispetto all'orizzonte terrestre.

Le stagioni e i Solstizi e gli Equinozi

Di norma tutto ciò accade il 21 dicembre, che come da calendario è il primo giorno d'inverno, ma a volte (come accaduto nel 2019),  la data può slittare o essere anticipata di un giorno. Il “fenomeno” (se così si può definire) è dovuto all'inclinazione dell'asse di rotazione terrestre rispetto, appunto, all'eclittica. In parole più semplici, il solstizio d'inverno è il giorno in cui il Sole illumina per meno ore un parte del nostro pianeta. Sono dunque da sfatare i miti secondo cui il solstizio d'inverno corrisponde al giorno in cui il tramonto e l'alba sono anticipati, oppure in cui il sole è più vicino alla terra: sono solo credenze oppure fenomeni del tutto slegati al vero solstizio. Tuttavia viste le particolari caratteristiche astronomiche di questa giornata, nei secoli e nelle varie culture sia antiche ma anche a volte recenti, il 21 dicembre doveva accadere qualcosa di magico e straordinario e soprattutto di alto valore simbolico. Sappiamo per esempio di celebrazioni a Stonehenge (in Gran Bretagna), a Newgrange (in Irlanda), a Bohuslan (in Iran) e anche in Val Camonica (Lombardia). In tutti questi luoghi il solstizio rappresenta la nascita delle diverse divinità nel mondo e la vittoria del Sole sulle tenebre. A Stonehenge il sito neolitico più famoso del mondo ad esempio anche al giorno d'oggi si radunano “druidi moderni" che celebrano riti a metà tra la rievocazione storica e profondo folklore ancestrale.

Sito megalitico di Stonehenge sole d'inverno

Gli esempi poi possono continuare: nell'Antico Egitto si celebrava il dio Horo; nel Messico pre-colombiano (ossia nei tempi antecedenti la scoperta del continente da parte di Cristoforo Colombo) in quei giorni, veniva alla luce il dio Inca Inti mentre per  gli Atzechi  Huitzilopochtli e Bacab; In Grecia era invece il tempo del dio Bacco nonché di Ercole e Adone. Più a nord i popoli antichi festeggiavano il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya; in Azerbaigian infine, veniva festeggiato Zaratustra; mentre in Oriente il Buddha.

Tramonto invernale

Il solstizio d'inverno inoltre ha rappresentato nei secoli anche l’occasione di grandi festività religiose, mentre per i pagani era il trionfo del  Sol Invictus. i Saturnalia trionfavano nell'antica Roma (dove ci si scambiavano regali proprio come oggi e si perdonavano pene e ammende), Infine il Kwanzaa per alcuni afroamericani e lo Yule (o Juul) per gli adepti del Neopaganesimo scandinavo, una festa dove il protagonista era un ceppo di legno che veniva bruciato tutta la notte per propiziare il ritorno della luce e del calore. Celeberrima è ancora oggi sempre nelle regioni scandinave la festa di Santa Lucia, dove giovani fanciulle compiono disposte in cerchio con candele in mano e anche sulla testa, rituali propiziatori e di gioia per il nuovo cammino verso la Luce.

Svezia, Rituale della Festa della Luce

Questo solo per citare alcuni dei tanti significati che questo giorno assume in epoche e culture molto diverse tra loro ma simili nel contenuto simbolico e che vedono nel moto del Sole, qualcosa di importante e comunque da celebrare perchè  in qualche modo scaccia la paura delle tenebre sempre in agguato..

Nessun commento:

Posta un commento