lunedì 20 dicembre 2021

I Re Magi e i loro doni

di Chiara Sacchetti

Chi di noi da piccolo non ha aspettato la mezzanotte per mettere nel presepe le statuine di Melchiorre Baldassarre e Gasparre assieme ai loro cammelli davanti alla grotta che portavano i doni al piccolo Gesù  guidati dalla Stella Cometa che indicava loro la via? E cosa significano però le offerte che avevano con se?

I Re Magi che seguono la Stella Cometa

Partiamo prima di tutto dallo scoprire chi sono questi personaggi dal nome così curioso, Re Magi, che di suo incarnano e rappresentano tutti i fedeli che si recarono a rendere omaggio alla culla del Messia. Il numero, dedotto dallo stesso di quello dei doni, richiamerebbe simbolicamente i tre Continenti allora conosciuti, cioè Asia, Europa e Africa chiaramente identificati anche nelle varie raffigurazioni che nei secoli sono state prodotte dai capolavori iconografici degli artisti. In questa accezione andrebbero a richiamare, secondo alcuni studiosi, anche le tre razze generate dai figli di Noè, ovvero Sem, Cam e Iafet, anche se a volte vengono rappresentati come le tre età dell’uomo, giovinezza, maturità e vecchiaia.

Il termine “Magi” inoltre non indicherebbe alcun potere sovrannaturale bensì la loro appartenenza ad una casta dello zoroastrismo riferito ai sacerdoti, anche se in Erodoto con questo termine si intendevano i membri dell’aristocrazia della Media e in particolare i sacerdoti astronomi, ritenuti capaci di uccidere i demoni o ridurli in schiavitù e non stupisce quindi anche il loro legame con la celeberrima e amata stella cometa. Non a caso infatti, all’inizio essi venivano raffigurati con il berretto frigio, tipico degli iniziati di Mithra (legato allo Zoroastrismo), poi sostituito con la corona.

Beato Angelico e Filippo Lippi L'Adorazione dei Magi, National Gallery of Art, Washington

Melchiorre dei tre era il più anziano e portava con se l’oro, il suo nome deriverebbe da Melech che significa Re; Gasparre  che portava l’incenso, è il più giovane e il suo nome pare derivi dal greco Galgalath che significa signore di Saba. Infine Baldassare (scuro di pelle) portava con se la mirra, il suo nome deriverebbe da Balthazar (re babilonese) e potrebbe suggerire anche la sua origine.

Mandati da re Erode per trovare dove si trovasse il Messia, affinché anche lui potesse poi giungere ad onorarlo, i Re Magi «udite le parole del re essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.»

«Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro (χρυσὸν chryson), incenso (λίβανον libanon) e mirra (σμύρναν smyrnan).»

Ma cosa significano questi doni così particolari?

L’oro, il più nobile fra i metalli, è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re, andando a simboleggiare la rivelazione divina, l’abbondanza divina, la gloria, la corona regale e il potere di governare; l’incenso, emblema del potere sacerdotale, invece, che ancora oggi viene utilizzato durante i rituali cristiani, richiama la vita divina e rappresenta l’adorazione della sua divinità per Gesù e Dio fatto uomo, mentre la Mirra, quasi a presagire la sua fine, è l’amarezza che precede la dolcezza della rivelazione, rappresenta il corpo mortale del re, e viene usata nel culto dei morti. Gesù in quanto anche uomo era mortale e si sacrificherà proprio per salvare dal peccato tutti gli uomini. Su un piano spirituale (e di fede) invece l’oro sarebbe la nostra scintilla divina che si manifesta nel mondo con il nostro corpo e tutto quello che qui riusciamo a creare, l’incenso invece rappresenterebbe la nostra parte in contatto con la Fonte, che sa direzionarsi e progetta. La mirra infine, la nostra capacità di trasformare errori e dolore in materia nobile.

I Re Magi in presenza di Erode

Curioso è che i Re Magi si intreccino anche con la storia della Befana. Si racconta infatti che nel loro lungo viaggio verso la grotta del Messia appena nato, abbiano incontrato una vecchia alla quale avrebbero chiesto indicazioni per la strada da intraprendere perchè si stavano smarrendo. La donna, non fidandosi di quegli uomini, avrebbe detto che non sapeva aiutarli e li avrebbe lasciati andare incontro al loro destino. Una volta scomparsi dalla sua vista però la donna si sarebbe pentita di quello che aveva fatto e sarebbe andata di casa in casa a cercare quel Bambino così importante: in cambio di aiuto, visto il lungo viaggio, come scarpe o calzette nuove, la vecchietta avrebbe lasciato dei doni nelle case lungo il suo tragitto.

Tante sono poi le leggende anche sui  presunti resti mortali dei re Magi e sul loro luogo di sepoltura. Marco Polo nel Milione ci racconta di aver visitato la loro tomba «In Persia è la città ch'è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch'andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co' capegli: l'uno ebbe nome Beltasar, l'altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente.»

Fidenza, Duomo I Re Magi

A Milano nella chiesa di Sant’Eustorgio esiste la Cappella dei Magi dove possiamo ammirare un enorme sarcofago, oggi vuoto, che risalirebbe all’epoca imperiale romana e che sarebbe stato per un periodo,  (sempre secondo la leggenda), il luogo di conservazione delle spoglie, arrivate lì per volere del Santo. La tradizione milanese ci racconta infatti che l’uomo avrebbe voluto farsi seppellire accanto a queste tre importanti figure e dopo aver fatto costruire la chiesetta, si sarebbe fatto mandare i resti dalla chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. Ma quando Federico Barbarossa scese in Italia, prima distrusse la chiesa e poi rubò le reliquie che poi giunsero alla fine nel duomo di Colonia grazie all’arcicancelliere imperiale Rainaldo di Dassel dove ancora oggi sarebbero conservate. Oggi molti luoghi in Italia, Francia Germania e Svizzera si fregiano di aver ospitato in quel lungo viaggio i resti dei Re Magi, e in molti di essi sarebbero conservati alcuni frammenti di ossa appartenuti ai tre mitici personaggi.

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