giovedì 8 ottobre 2020

Modulistica architettonica applicata al sacro e alla preghiera. L'architettura cistercense

 di Mario Pagni

San Bernado
San Bernardo
L’architettura cistercense imponente e al tempo stesso sobria, povera e disadorna ha fra le sue principali caratteristiche stilistiche, una certa ripetitività modulare di elementi costruttivi sia di tipo strutturale che decorativo.

Essa inizia verso il 1135 quando San Bernardo pone le fondamenta (non solo fisiche) per la costruzione di Clairvaux, superando il primo incerto periodo quando le abbazie erano un semplice complesso di baracche lignee per diffondersi poi rapidamente in tutta Europa.

Abbiamo subito accennato alle abbazie perché saranno proprio questi edifici a veicolare quello che potremo definire lo “stile dei monaci costruttori cistercensi”. L’esempio classico di tale stile sarà l’abbazia di Fontenay, realizzata fra il 1139 e il 1147, voluta dallo stesso Bernardo di Chiaravalle e della quale ancora oggi si conservano tutti gli ambienti originali.

Abbazia di Fontenay
Abbazia di Fontenay

In quelli stessi anni si intensificherà in tutto il nostro vecchio continente la costruzione di altre fabbriche, promosse dalla stessa Claivaux e dalle altre quattro proto abbazie, quali Citeaux , La Fertè, Pontigny e Morimond, nel rispetto di una rigorosità architettonica non solo planimetrica ma anche in alzato, da esigere l’aderenza nei rispettivi cantieri ad un progetto dettagliato sino ai minimi dettagli che (come abbiamo accennato inizialmente) non saranno casuali ma guida ripetuta di modulistica architettonica vera e propria che ne costituirà l’intera ossatura progettuale da seguire da parte dei maestri – monaci in ogni dove. L’impianto architettonico cistercense, codificato dallo stesso abate di Claivaux e comunemente indicato come Pianta Bernardina nei confronti di quella borgognona, cluniacense e monastica in genere, consisteva nella distribuzione dello spazio “puro come un cristallo e razionale come un solido geometrico”. Determinante era anche la scelta del luogo, (pianura o fondovalle che fosse) ma anche bassa collina purché abbondante di acqua in virtù delle numerose esigenze legate alla grande comunità ecclesiastica.

Abbazia di Cluny
Abbazia di Cluny

Abbazia di Citeaux
Abbazia di Citeaux

La pianta tipo delle abbazie cistercensi, almeno per i secoli XII – XIV,  (fatti salvi ulteriori sviluppi in periodi successivi) esportata in tutta Europa, si sviluppava in suddivisioni ad quadratum in modo da avere proporzioni e rapporti perfetti fra il piano e l’alzato. Ogni ambiente doveva risultare oltre che fisico e materiale anche spirituale e intellettuale, espresso con rigorose forme geometriche simili ad un blocco quadrato (simbolicamente l’elemento terra), moltiplicato per accostamento e sovrapposizione ma concluso da una cuspide triangolare. L’impianto costruttivo era ricco di tali motivazioni a carattere simbolico con chiari riferimenti e rimandi alla biblica Gerusalemme Celeste, descritta nei capitoli 21 e 22 dell’ Apocalisse. La nascita delle abbazie come delle di poco successive gigantesche cattedrali, trasse le conoscenze necessarie a favorirne l’edificazione su progetto scritto, dalla conoscenza matematica portata da Otremar per tramite delle campagne militari spesso infauste in Terrasanta, che assieme ad un proficuo traffico di reliquie, permise anche la trasmissione di un nuovo pensiero scientifico – razionale, motore e guida di queste grandi fabbriche medievali.

Schema abbaziale tipo
Schema abbaziale tipo

Pianta tipo dell'abbazia cistercense
Pianta tipo dell'abbazia cistercense

Anche il territorio Italiano in generale e della Toscana medievale in particolare, è ricchissimo di testimonianze architettoniche culturali e religiose pertinenti a quel periodo storico, quali Pievi, Chiese suffraganee e appunto abbazie. Queste ultime (come abbiamo visto altrove), costituirono una vera e propria potenza economica e una sede effettiva di conoscenze storiche e scientifiche di altissimo livello, sia per quel periodo e sia a carattere generale. Le abbazie furono vere e proprie cattedrali del sapere per l’ingente  e preziosissimo materiale cartaceo, collocato in grandiose e fornite biblioteche, il cui accesso era comunque riservato a pochi e ben informati studiosi quasi mai laici, bensì in abito talare.

Siena Abbazia di San Galgano
Siena, Abbazia di San Galgano

Anche in ambito italiano l’edificio ben dislocato sul territorio e a contatto con la viabilità antica principale, costituiva un valido e potente punto di riferimento sia per gli abitanti della zona,  che per le vicine e già organizzate città. In altri casi invece, l’abbazia sorgeva isolata in luoghi non facilmente accessibili, permettendo in tal modo ai suoi monaci, un ritiro spirituale completo e meditativo, lontano da tentazioni terrene e a contatto con una natura spesso primordiale e ostile ma ispiratrice del Creato. Nelle abbazie italiane, nascevano sì vere e proprie scuole di pensiero mistico, ma anche ottimi maestri costruttori di edifici, la cui ispirazione nelle forme e negli arredi era chiaramente e direttamente suggerita dalle conoscenze trasmesse da altri predecessori e dalla stessa Divina Creazione.

Nessun commento:

Posta un commento