di Mario Pagni
Il mondo nel quale si penetra quando ci si appresta a parlare
e scrivere di fate gnomi elfi e folletti, risulta assai variegato se
specialmente la nostra parziale ricerca tenta di spaziare nella tradizione e
nel folklore di popolazioni del nord Europa, ma essa è anche assai presente
nelle leggende e nelle favole della nostra bella Italia. Si tratterebbe di
creature intelligenti appartenenti ad una dimensione diversa dalla nostra, talvolta
spiriti dei boschi e degli alberi ma anche abitatori inconsueti di antiche
dimore soprattutto di tipo rurale. Essi generalmente di piccole dimensioni,
assumerebbero sembianze umane per rendersi riconoscibili all’uomo ma solo per
loro esplicita volontà. Molti sono gli scrittori che si sono cimentati nel
tentare di descrivere questi strani esseri, ma non tutti sono autori di favole
per bambini anzi, è altrettanto facile trovare testi scritti da autorevoli
studiosi delle tradizioni culturali e persino da teologi. Proprio questi ultimi
in cerca di risposte plausibili anche al di fuori del loro credo religioso, li
avrebbero inquadrati come entità facenti parte della teoria del
“preternaturale” con una loro precisa collocazione nella gerarchia degli esseri
dotati di corpo fisico più o meno denso e visibile, posta appunto a metà fra il
naturale e il soprannaturale. La casistica relativa al “Piccolo Popolo” è vasta
anche a livello italiano, basti pensare al cosiddetto “cerchio delle Fate”
visibile spesso nei nostri boschi durante la stagione dei funghi. E’ una sorta
di circolo costituito proprio da queste muffe ben sviluppate intorno ad un
albero o in mezzo ad un qualsiasi spiazzato o radura.
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Cerchio delle fate |
Si dice che esso nasca
dal vortice creato dalla danza o girotondo delle Fate intorno ad un oggetto di
desiderio o ad una invisibile entità soprannaturale, gerarchicamente più
potente dal punto di vista magico. Come non ricordare poi l’Amanita Muscaria, fungo non commestibile con proprietà
leggermente allucinogene, tipico delle favole di ogni genere ed età. Rossa con
il cappello disseminato di piccoli punti bianchi, la ritroviamo spesso
disegnata nei libri per bambini, proprio con uno gnomo che si ripara dalla
pioggia sotto di esso.
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Gnomo e Amanita Muscaria |
Anche le leggende di mare prevedono il loro gnomo presente
sulle barche e persino sulle vecchie navi. Si chiama Coboldo e lo si può
riconoscere perché lavora alla manutenzione dell’imbarcazione, i suoi colpi di
aggiustamento e riparazione del fasciame, sono stati uditi da molti pescatori e
naviganti sia nei porti che in mare aperto. Le montagne della Toscana
specialmente le Alpi Apuane in alta Garfagnana sono invece abitate dal
Linchetto, piccolo gnomo dispettoso che impedirebbe per invidia e gelosia,
l’accoppiamento dei giovani sposi ma anche dei fidanzati, distraendoli in
continuazione e caparbietà dalle loro funzioni primarie. Nel centro della
Francia e del Belgio è ben viva la tradizione secondo cui alcuni folletti (per
usare un termine generico), aiuterebbero i pastori nella cura delle greggi e
anche le loro mogli nelle faccende casalinghe, chiedendo in cambio solo un
semplice bicchiere di latte.
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Coboldo o Linchetto |
Gli psicologi sono
concordi nel sostenere che questi esseri, le loro abitudini e i gesti e persino
il loro aspetto, tendono a mutare nelle varie testimonianze riportate a seconda
di chi li ha visti o ne parla, come se si trattasse di innocue fantasie e
proiezioni del loro inconscio. In tutti i casi gnomi , elfi e fate si pongono
sempre a metà fra buone intenzioni e prezzo da pagare nei confronti di chi li
scopre o li avvista. Esaminando con cura e rigore scientifico queste varie
testimonianze peraltro esternate in taluni casi anche da persone con bagaglio
culturale assai rilevante e raccogliendo tutti i dati disponibili, si ottiene
una immagine completa di una sorta di umanità in miniatura che sembra vivere le
nostre stesse passioni e gli stessi umani difetti, sebbene inserita a pieno
titolo nel contesto naturale e in quello ritenuto non a caso magico. L’età
degli appartenenti al “Piccolo Popolo” sarebbe mediamente più alta di quella
dell’uomo e arriverebbe a sfiorare in taluni casi anche i 400 anni; di pari
passo anche la loro saggezza e le loro capacità extrasensoriali, divinatorie e
magiche. Le origini di questi “Spiriti della Natura” risalirebbero alla
tradizione Preceltica così come principalmente le testimonianze in merito
riferite proprio a quelle antiche popolazioni.
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Spiriti dei boschi |
Viene da chiedersi a questo punto quanto e se bisogna credere
a chi ha avuto la fortuna o meno di incontrare questi esseri, ma la risposta
potrebbe in ogni caso non piacere agli stessi che sanno di essere comunque
presenti sicuramente nella fantasia di ognuno di noi, ma anche in ciò che
ognuno di noi vorrebbe vedere o desiderare di vedere.
“Essi si nascondono nei
boschi ma anche nelle pagine dei libri, gnomi che cavalcano topi, fate che su cavalli
in miniatura scivolano sulle acque fluenti delle cascate, elfi che volano sul
dorso degli uccelli, salamandre simili a fiammelle, spiriti degli alberi che si
ribellano spintonando i boscaioli intenzionati ad abbatterli” Da: Il Popolo del
bosco – di Marjorie Johnson – Ed. Armenia
Assai ricca è anche la cinematografia che ha trattato e
tratta spesso l’argomento. Da “Magiche Leggende” film delle fine del secolo
scorso, alla saga di Harry Potter o di Tolkien de “Il Signore degli Anelli”,
gli Gnomi, i Trolls (compagni assai brutti e dispettosi e maleducati dei
medesimi), gli Elfi, le stupende Fate delle varie leggende del nord europa o
della casalinga bellissima fiaba di Pinocchio, fino al Disneyano “Campanellino”
di Peter Pan, hanno sempre avuto il loro posto di riguardo nell’immaginario
collettivo dell’uomo ma fino a che punto immaginario non ci è ancora dato
sapere.
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La Fata |
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