giovedì 18 giugno 2020

Il "Piccolo Popolo" fra leggende, favole e testimonianze dirette

di Mario Pagni


Il mondo nel quale si penetra quando ci si appresta a parlare e scrivere di fate gnomi elfi e folletti, risulta assai variegato se specialmente la nostra parziale ricerca tenta di spaziare nella tradizione e nel folklore di popolazioni del nord Europa, ma essa è anche assai presente nelle leggende e nelle favole della nostra bella Italia. Si tratterebbe di creature intelligenti appartenenti ad una dimensione diversa dalla nostra, talvolta spiriti dei boschi e degli alberi ma anche abitatori inconsueti di antiche dimore soprattutto di tipo rurale. Essi generalmente di piccole dimensioni, assumerebbero sembianze umane per rendersi riconoscibili all’uomo ma solo per loro esplicita volontà. Molti sono gli scrittori che si sono cimentati nel tentare di descrivere questi strani esseri, ma non tutti sono autori di favole per bambini anzi, è altrettanto facile trovare testi scritti da autorevoli studiosi delle tradizioni culturali e persino da teologi. Proprio questi ultimi in cerca di risposte plausibili anche al di fuori del loro credo religioso, li avrebbero inquadrati come entità facenti parte della teoria del “preternaturale” con una loro precisa collocazione nella gerarchia degli esseri dotati di corpo fisico più o meno denso e visibile, posta appunto a metà fra il naturale e il soprannaturale. La casistica relativa al “Piccolo Popolo” è vasta anche a livello italiano, basti pensare al cosiddetto “cerchio delle Fate” visibile spesso nei nostri boschi durante la stagione dei funghi. E’ una sorta di circolo costituito proprio da queste muffe ben sviluppate intorno ad un albero o in mezzo ad un qualsiasi spiazzato o radura.
Cerchio delle fate
Si dice che esso nasca dal vortice creato dalla danza o girotondo delle Fate intorno ad un oggetto di desiderio o ad una invisibile entità soprannaturale, gerarchicamente più potente dal punto di vista magico. Come non ricordare poi l’Amanita Muscaria, fungo non commestibile con proprietà leggermente allucinogene, tipico delle favole di ogni genere ed età. Rossa con il cappello disseminato di piccoli punti bianchi, la ritroviamo spesso disegnata nei libri per bambini, proprio con uno gnomo che si ripara dalla pioggia sotto di esso.
Gnomo e Amanita Muscaria
Anche le leggende di mare prevedono il loro gnomo presente sulle barche e persino sulle vecchie navi. Si chiama Coboldo e lo si può riconoscere perché lavora alla manutenzione dell’imbarcazione, i suoi colpi di aggiustamento e riparazione del fasciame, sono stati uditi da molti pescatori e naviganti sia nei porti che in mare aperto. Le montagne della Toscana specialmente le Alpi Apuane in alta Garfagnana sono invece abitate dal Linchetto, piccolo gnomo dispettoso che impedirebbe per invidia e gelosia, l’accoppiamento dei giovani sposi ma anche dei fidanzati, distraendoli in continuazione e caparbietà dalle loro funzioni primarie. Nel centro della Francia e del Belgio è ben viva la tradizione secondo cui alcuni folletti (per usare un termine generico), aiuterebbero i pastori nella cura delle greggi e anche le loro mogli nelle faccende casalinghe, chiedendo in cambio solo un semplice bicchiere di latte.
Coboldo o Linchetto
Gli psicologi sono concordi nel sostenere che questi esseri, le loro abitudini e i gesti e persino il loro aspetto, tendono a mutare nelle varie testimonianze riportate a seconda di chi li ha visti o ne parla, come se si trattasse di innocue fantasie e proiezioni del loro inconscio. In tutti i casi gnomi , elfi e fate si pongono sempre a metà fra buone intenzioni e prezzo da pagare nei confronti di chi li scopre o li avvista. Esaminando con cura e rigore scientifico queste varie testimonianze peraltro esternate in taluni casi anche da persone con bagaglio culturale assai rilevante e raccogliendo tutti i dati disponibili, si ottiene una immagine completa di una sorta di umanità in miniatura che sembra vivere le nostre stesse passioni e gli stessi umani difetti, sebbene inserita a pieno titolo nel contesto naturale e in quello ritenuto non a caso magico. L’età degli appartenenti al “Piccolo Popolo” sarebbe mediamente più alta di quella dell’uomo e arriverebbe a sfiorare in taluni casi anche i 400 anni; di pari passo anche la loro saggezza e le loro capacità extrasensoriali, divinatorie e magiche. Le origini di questi “Spiriti della Natura” risalirebbero alla tradizione Preceltica così come principalmente le testimonianze in merito riferite proprio a quelle antiche popolazioni.
Spiriti dei boschi
Viene da chiedersi a questo punto quanto e se bisogna credere a chi ha avuto la fortuna o meno di incontrare questi esseri, ma la risposta potrebbe in ogni caso non piacere agli stessi che sanno di essere comunque presenti sicuramente nella fantasia di ognuno di noi, ma anche in ciò che ognuno di noi vorrebbe vedere o desiderare di vedere.
“Essi si nascondono nei boschi ma anche nelle pagine dei libri,  gnomi che cavalcano topi, fate che su cavalli in miniatura scivolano sulle acque fluenti delle cascate, elfi che volano sul dorso degli uccelli, salamandre simili a fiammelle, spiriti degli alberi che si ribellano spintonando i boscaioli intenzionati ad abbatterli” Da: Il Popolo del bosco – di Marjorie Johnson – Ed. Armenia
Assai ricca è anche la cinematografia che ha trattato e tratta spesso l’argomento. Da “Magiche Leggende” film delle fine del secolo scorso, alla saga di Harry Potter o di Tolkien de “Il Signore degli Anelli”, gli Gnomi, i Trolls (compagni assai brutti e dispettosi e maleducati dei medesimi), gli Elfi, le stupende Fate delle varie leggende del nord europa o della casalinga bellissima fiaba di Pinocchio, fino al Disneyano “Campanellino” di Peter Pan, hanno sempre avuto il loro posto di riguardo nell’immaginario collettivo dell’uomo ma fino a che punto immaginario non ci è ancora dato sapere.
La Fata

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