lunedì 22 giugno 2020

Le donne nell'arte

di Chiara Sacchetti

La figura femminile è sempre stata fin dagli albori dell’arte ritratta e riprodotta. Nella cosiddetta età classica, greci e romani raffiguravano le divinità femminili del loro pantheon divino, bellissime, e ciascuna con i propri attributi tipici del suo essere. Erano quindi principalmente ispirazioni, ovvero donne fantastiche, divine che nulla o quasi avevano a che fare con la realtà.

Prima di loro, in epoca preistorica, era la Dea Madre, con i suoi attributi femminili enfatizzati ad essere venerata e ritratta, a rappresentare la più importante e naturale essenza della donna fecondatrice, quella cioè in grado di poter dare alla luce altri uomini. In lei si racchiudevano poi tutti gli aspetti positivi e negativi dell’essere donna, e che poi andranno a dividersi nelle varie divinità che ancora oggi conosciamo.

Venere di

giovedì 18 giugno 2020

Il "Piccolo Popolo" fra leggende, favole e testimonianze dirette

di Mario Pagni


Il mondo nel quale si penetra quando ci si appresta a parlare e scrivere di fate gnomi elfi e folletti, risulta assai variegato se specialmente la nostra parziale ricerca tenta di spaziare nella tradizione e nel folklore di popolazioni del nord Europa, ma essa è anche assai presente nelle leggende e nelle favole della nostra bella Italia. Si tratterebbe di creature intelligenti appartenenti ad una dimensione diversa dalla nostra, talvolta spiriti dei boschi e degli alberi ma anche abitatori inconsueti di antiche dimore soprattutto di tipo rurale. Essi generalmente di piccole dimensioni, assumerebbero sembianze umane per rendersi riconoscibili all’uomo ma solo per loro esplicita volontà. Molti sono gli scrittori che si sono cimentati nel tentare di descrivere questi strani esseri, ma non tutti sono autori di favole per bambini anzi, è altrettanto facile trovare testi scritti da autorevoli studiosi delle tradizioni culturali e persino da teologi. Proprio questi ultimi in cerca di risposte plausibili anche al di fuori del loro credo religioso, li avrebbero inquadrati come entità facenti parte della teoria del “preternaturale” con una loro precisa collocazione nella gerarchia degli esseri dotati di corpo fisico più o meno denso e visibile, posta appunto a metà fra il naturale e il soprannaturale. La casistica relativa al “Piccolo Popolo” è vasta anche a livello italiano, basti pensare al cosiddetto “cerchio delle Fate” visibile spesso nei nostri boschi durante la stagione dei funghi. E’ una sorta di circolo costituito proprio da queste muffe ben sviluppate intorno ad un albero o in mezzo ad un qualsiasi spiazzato o radura.

lunedì 15 giugno 2020

Jessie White Mario

di Chiara Sacchetti

Mi trovavo alla presentazione di un libro ormai qualche anno fa in un noto circolo fiorentino e alla fine i proprietari del locale fecero la pubblicità del prossimo evento in programma. Parlarono di un libro da un titolo piuttosto particolare che trattava della biografia di una donna forte e decisa che perorò la causa dell’unificazione italiana. Non so perché, ma quella seppur rapida esposizione, mi colpì tanto che decisi di acquistare quel libro e di leggerlo, rimanendone assai colpita.
Quella donna era Jessie White Mario, inglese di nascita ma italiana di spirito e di adozione, paladina del Risorgimento italiano e figura forte e determinata.
Jessie White Mario

giovedì 11 giugno 2020

La vita dopo la morte

di Mario Pagni       


L’argomento che stiamo per affrontare seppure a grandi linee e in modo estremamente sommario è ed è stato all’apice dell’interesse di intere generazioni di studiosi sia contemporanei che di tutti i popoli dell’antichità. Le risposte più o meno convincenti ci sono state date da molte discipline scientifiche ma anche filosofiche e soprattutto religiose. Perché siamo nati se poi la nostra esistenza ha un termine oltre il quale non sappiamo e forse non sapremo mai cosa effettivamente ci aspetta e se ci aspetta qualcosa? Negli scritti precedenti abbiamo affrontato l’argomento del cosiddetto “corpo astrale” e della sua possibile separazione da quello fisico con pratiche attuabili a detta di molti anche in vita e in particolare durante certe fasi notturne del sonno. Anima e corpo astrale potrebbero essere la stessa cosa? Come già si vede sono più l’interrogativi delle risposte ma andiamo per ordine.

lunedì 8 giugno 2020

Mago Merlino

di Chiara Sacchetti

L’immagine che viene subito alla mente parlando di Mago Merlino è quel buffo ometto secco secco e con i capelli e barba lunghi e bianchi, sempre seguito dal suo fidatissimo e sempre arrabbiatissimo gufo Anacleto, intento a insegnare tutto quanto possibile a Semola, come chiamava lui il piccolo e giovane re Artù! Ma chi era ed è stato davvero questo personaggio?
Mago Merlino in un famoso disegno della Disney

giovedì 4 giugno 2020

L'Albero della Vita

di Mario Pagni


Per le sue radici affondate nel suolo e per i rami spogli o folti che si innalzano nel cielo a seconda del divenire delle stagioni, l’albero è universalmente riconosciuto il simbolo per antonomasia del rapporto fra la terra e il cielo. I medievali pilastri delle gigantesche cattedrali gotiche vengono da sempre identificati come veri e propri “boschi sacri” in grado di sostenere e celebrare la volta celeste che ci sovrasta, nella quale si avverte univoca la presenza del Divino.
In alto in corsivo è riportato un brano tratto da un nostro scritto precedente dal titolo “Il simbolismo dell’albero”. Quello che segue può essere considerato un breve approfondimento sullo stesso tema trattando del simbolo più importante per quanto riguarda il ”campione” di tutta la vegetazione presente sul nostro pianeta “L’albero della Vita”. Essenzialmente nella cultura cristiana è la pianta presente nel Paradiso Terrestre e che ritroviamo simbolicamente nei giardini e orti di conventi e monasteri dal medioevo in poi, a volte in duplice veste come albero del Bene e del Male posto all’inizio e alla fine di percorsi di tipo iniziatico ma con matrice religiosa.

lunedì 1 giugno 2020

L’Hypnerotomachia Poliphili, ovvero La battaglia d’amore in sogno di Polifilo

di Chiara Sacchetti

Nell’Italia del Quattrocento l’Umanesimo e la sua riscoperta dei classici hanno dato vita a riletture, traduzioni e discussioni su numerose opere filosofiche e letterarie. Questa spinta ha avuto il pregio e merito di riconsegnare alla letteratura testi antichi e ricchi di temi profondi e che spesso celavano significati e simboli difficili da ritrovare e comprendere per un occhio inesperto. Allo stesso tempo essi hanno anche influenzato e ispirato nuove opere che ci sono rimaste e sono state consegnate alla storia. Fra queste anche il trattato di cui stiamo per parlare e che ancora oggi resta un’opera di difficilissima comprensione nel suo vero e intrinseco significato e lettura.
L’Hypnerotomachia Poliphili è un testo scritto nel 1467 e pubblicato alla fine del Quattrocento dallo stampatore veneziano Aldo Manunzio, uno dei pochi editori dell’epoca capace di numerose innovazioni come il carattere corsivo e il formato ottavo, l’antenato della nostra edizione tascabile.
L'incunabolo del Trattato, originale del 1499