giovedì 30 aprile 2020

La Cabala un enigma fra significato simbolico e numerico

di Mario Pagni
Abbiamo visto in precedenza l’importanza dei numeri nella vita dell’uomo che fino dall’antichità hanno assunto un notevole peso nel suo cammino esistenziale. Dal comune senso di semplice acquisizione di sistemi di numerazione aritmetica e geometrica, ai più profondi studi nei vari campi della scienza sia moderna che antica. Abbiamo anche visto però che il numero può assumere anche altri significati come ad esempio quello legato alla simbologia. La Cabala rientra a pieno titolo proprio in questa categoria ma soprattutto nel modo di interpretazione del significato e del compito spesso arcano della numerologia. Quest’ultima parte dal presupposto che l’Universo, essendo un tutt’uno perfettamente armonico, possa essere spiegato più facilmente con l’uso delle cifre che non a parole, forse dimenticato retaggio di un lontano sapere. In origine la Cabala attribuiva per sua natura un valore numerico a ciascuna delle lettere e specificatamente per l’alfabeto ebraico, che assumeva di per se un valore di simbolo. Così ogni parola oltre al suo significato letterale,  può diventare al contempo anche un concetto assoluto, in grado di riassumere tutti i simboli rappresentati dalle lettere stesse. In estrema sintesi per la Cabala l’Universo e gli equilibri di energia che lo sorreggono, ne regolerebbero tutto il movimento e le trasformazioni da esso derivate sarebbero deducibili dallo studio dei numeri.

lunedì 27 aprile 2020

Artemide

di Chiara Sacchetti

Gemella di Apollo, Artemide è figlia di Zeus e di Leto. Il mito racconta che il padre degli dei si innamorò della donna e per possederla tramutò se stesso e lei in quaglie. Era, però, infuriata dal tradimento del marito e dal fatto che era rimasta anche incinta, decise di vendicarsi ordinando a Pitone, un terribile mostro, di perseguitare la donna per non farla partorire su nessuna terra dove batteva il sole. L’unico luogo che la donna trovò dove non sarebbe potuta avvenire la maledizione fu l’isola di Delo, che secondo alcuni racconti era Asteria, sua sorella trasformata in isola da Zeus quando lui fu rifiutato. In altri miti si racconta che Era arrivò a rapire Ilizia, dea del parto, per non far avvenire quello di Leto e solo l’intervento degli altri dei la fece desistere.
Statua di Artemide, copia romana di statua ellenistica, museo del Louvre

giovedì 23 aprile 2020

Pillola di arcana numerologia

di Mario Pagni

I nostri scolastici ricordi non ci hanno fatto molto amare i numeri specialmente in momenti della nostra vita durante la quale i nostri pensieri e i nostri specifici interessi erano orientati verso ben altri scopi. Poi lentamente con la piena maturazione dell’individuo, si viene spesso portati a riconsiderare quegli aspetti dell’umano percorso, precedentemente ignorati, riscoprendo interessi che l’obbligo quotidiano dello studio ci aveva fatto persino odiare. Eppure la numerologia è una scienza antichissima fondamento in tempi più recenti della filosofia di Pitagora. Già perché in passato filosofia e matematica erano ritenuti molto simili nel riuscire a dare una sorta di spiegazione plausibile ai misteri della natura e a quelli altrettanto complessi dell’umano comportamento. Per cui si rendeva necessario per non dire indispensabile, “associare” discipline scientifiche solo apparentemente distanti fra loro ma molto vicine nella ricerca di risposte complesse ma plausibili. Il numero definisce e racchiude in se il senso vero di molte cose, aiutando l’uomo nel difficile compito di restituire un “ordine cosmico” necessario a superare la primordiale fase di caos avvenuta con la nascita del creato mantenendo una linea costante di comportamento anche se spesso interrotta, dalla mancanza di un reale stabile equilibrio. Vi sono attuali discipline scientifiche che attraverso l’attenta analisi di certe corrispondenze numeriche presenti nel nostro nome cognome e data di nascita, che svelerebbero le nostre segrete inclinazioni, i nostri desideri inespressi e inappagati, indispensabili tracce consistenti per capire il nostro futuro. Non stiamo parlando ne di astrologia (pur nel rispetto della materia) ne di divinazione intesa nel senso di indovinare ciò che ci aspetta, bensì di un sapiente connubio di filosofia e matematica (proprio come in passato) che sarebbe in grado di tracciare il percorso di vita terrena che ci aspetta.

lunedì 20 aprile 2020

Il Diluvio Universale

di Chiara Sacchetti

È la punizione  per eccellenza che la divinità manda agli uomini per castigarli di tutte le azioni malvagie commesse distruggendo per punizione, l’intera umanità. Anche se sicuramente quella più conosciuta è senza dubbio la versione che parla di Noè e di come riuscì a salvare solo chi meritava veramente di vivere,  anche nei racconti di altre civiltà passate sono moltissime le versioni riguardanti l’argomento. Vediamole.
Michelangelo Buonarroti, Il Diluvio Universale, Roma, Cappella Sistina, 1508-10

giovedì 16 aprile 2020

I reperti archeologici. La ceramica e il suo messaggio esoterico

di Mario Pagni


I reperti ceramici, Castello di Miranduolo, Val di Merse
Nella mia più che trentennale esperienza in campo archeologico mi è stato facile comprendere l’importanza del reperto che non sempre è tale per la sua particolare bellezza o la sua rappresentatività in rapporto al significato trasmesso. Anche un semplice “coccio” definito dagli esperti come “ceramica d’uso” può essere determinante per la sua forma, l’impasto da cui è composto e anche (forse più di tutto), lo strato archeologico nel quale esso viene rinvenuto. Le informazioni che si ottengono sono molteplici e raccontano oltre al periodo di frequentazione del sito storico – archeologico oggetto dello scavo, anche le abitudini, i culti e persino i timori e le esigenze quotidiane più elementari  delle popolazioni antiche. La cronologia di appartenenza che il reperto ci restituisce grazie al livello di profondità nel quale si trovava, è il primo sostanziale inquadramento storico per capire a che cosa siamo di fronte, poi la successiva documentazione in merito e la catalogazione finale, completano per così dire l’iter informativo di base. La ceramica è quindi una delle più antiche fra le forme artigianali dei manufatti, dei quali ci siano pervenute ininterrotte testimonianze attraverso i secoli, e che hanno permesso la reale classificazione delle tappe della storia dell’uomo.
Il ceramista nella trasformazione e nella lavorazione dell’argilla, al pari del fabbro per il ferro e degli artigiani in genere, era ritenuto in antico (e non senza ragione), un artefice e un riproduttore nel microcosmo terreno, della stessa azione divina del Creatore, il quale come le sacre scritture ci hanno trasmesso, “plasmò l’uomo a sua immagine e somiglianza”.

lunedì 6 aprile 2020

Il vaso di Pandora e i mali del Mondo

di Chiara Sacchetti

Narra un mito greco che la nascita del fuoco, elemento fondamentale per la vita umana, e soprattutto la sua diffusione fra gli esseri viventi, sia dovuta al titano Prometeo, che con uno stratagemma lo rubò a Zeus. Secondo la leggenda infatti, il dio, impietositosi per gli uomini che morivano sulla Terra, si accordò con Atena che lo fece entrare nell’Olimpo, accese una torcia dal carro di Elio e scappò. Zeus, accortosi del furto, e adirato,  decise di punirlo per quanto aveva fatto.
Heirich Fueger, Prometeo ruba il fuoco, 1817 

giovedì 2 aprile 2020

Quando Sacro e Profano si incontrano. L'iniziazione

di Mario Pagni

Pompei, Villa dei Misteri, Rituale di Iniziazione
La peggiore infermità della nostra epoca è che scienza e religione si presentano come due forze nemiche e antitetiche. L’infermità intellettuale tanto più perniciosa tanto viene dall’alto e si insinua in maniera subdola ma inarrestabile nell’animo di tutti, come sottile veleno respirato con l’aria. Ora ogni infermità dell’intelletto diviene a lungo andare infermità dell’anima e, di conseguenza, infermità sociale.  Edouard Schurè “ I grandi iniziati”
Più volte abbiamo provato a spiegare il nostro pensiero e provare a trasmettere la nostra opinione relativamente al confine assai labile esistente fra ciò che è ritenuto sacro nel senso generale del termine e non solo in quello religioso, e il profano ovvero l’aspetto ritenuto (spesso a torto) quello quotidiano della vita dell’uomo, ma anche suoi tentativi di avvicinarsi attraverso tecniche e rituali complessi a mondi o livelli superiori della vera conoscenza.
L’iniziazione praticata fino dall’antichità ma ancora oggi ben in uso, è al contempo un inizio e una fine: colui che viene iniziato dovrebbe assurgere ed elevarsi ad altri livelli di coscienza e percezione, una sorta di rinascita che potrebbe avvenire (e a volte avviene) anche in età adulta come se all’improvviso dentro di noi si risvegliasse una volontà ma anche un reale bisogno, di trascendere le esigenze e le realtà imposte dal mondo terreno, per porsi almeno in apparenza al di sopra di tutto ciò.
L’iniziazione può essere considerata un dono, che si ricollega alla antica “rivelazione” e può riguardare in concreto una data persona singola considerabile per questo un “adepto”. Si può essere iniziati da un Maestro, un Guru, o uno Sceicco a seconda del percorso sacrale e rituale che si è effettuato durante l’esistenza considerata fino a quel punto “profana”. La dottrina trasmessa, o il mistero svelato, propongono e a volte impongono al tempo stesso, l’universalità del nuovo messaggio e il cosiddetto “potere di chiave” che entra in possesso proprio del singolo adepto. Il Maestro d’ascia, del legno, o della pietra del periodo medievale, trasmetteva soltanto oralmente le sue conoscenze all’allievo, riconosciuto da esso, come l’unico capace di proseguire la sua opera e le sue esperienze di cantiere. Si trattava anche in questo caso di una sorta di iniziazione trasmessa, solo apparentemente profana perché racchiudeva in se, la sacralità del gesto e le finalità per cui esso veniva compiuto.
Il destino dell’iniziato dovrebbe essere quello di spezzare o almeno “corrompere” la circolarità Karmica, alleggerendo il suo peso e sostituendo ai pesanti fardelli delle umane pene, le ragioni che lo inducono a servire progetti celesti. Il termine in se sta a significare quindi un nuovo modo di essere ma anche di operare nei confronti degli altri, una rinascita a se stessi e per se stessi come una  nuova creatura dotata di una spiritualità più consapevole e di una “saggezza in essere” in grado di fare vera Luce sul cammino da percorrere. Infiniti sono i “mezzi” o tramiti per essere iniziati, e altrettanto lo sono le varie situazioni che generano l’adepto. Dall’antichità provengono esempi di ogni genere non certo descrivibili in questa sede, dall’antica Grecia (Misteri di Eleusi) ai culti Etruschi e Romani, per non parlare della complessità dei loro predecessori Egizi. Persino la Cristianità  prevedeva e tutt’ora prevede una sorta di iniziazione ai misteri divini, il sacramento del Battesimo celebrato per primo sul fiume Giordano, ha tracciato il percorso di ogni nuovo attuale nascituro, con San Giovanni il Battista che attingendo all’acqua cospargerà su sua specifica richiesta, la fronte del Cristo giovane, che si sottoporrà comunque volentieri a quel gesto di immensa natura e religiosità profonda.