di Mario Pagni
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La pianta del vischio fra magia e proprietà terapeutiche |
Personalmente gradisco molto gli addobbi natalizi che se ben
scelti e posizionati arrecano all’ambiente una sorta di sottolineatura in grado
di richiamare la diversità e la letizia che normalmente dovrebbero rendere il
periodo più armonico e festoso. In genere si tratta di una sommatoria di vecchi
e anche preziosi ninnoli che si arrampicano su alberi di natale fortunatamente
non più estorti nella maggioranza dei casi ai nostri bellissimi boschi ma
soltanto ai grandi magazzini, supermercati o cartolerie ben fornite. Anche le
varie tradizioni si incrociano nelle nostre abitazioni spesso neanche ben
comprese nelle loro vere origini, così imparano a convivere il nordico albero
di natale con l’italianissimo e quasi commovente “presepio” (detto alla toscana)
o presepe per il resto della nazione, fatte salve alcune denominazioni locali
di altre regioni.
Quando ero piccolo mia madre insisteva però spesso assieme ad
altri più sfavillanti decori, ad avere in casa anche un consistente rametto di
Vischio che già all’epoca era venduto a prezzi pressoché proibitivi, anche se
di scarsa qualità dal punto di vista arboreo. Anche in questo caso la
tradizione del Vischio aveva come ancora oggi numerose varianti in parte
derivate dalla poca conoscenza di quella originale prettamente pagana. Per
questo avvicinandosi sempre più alla scadenza natalizia per l’anno in corso, ci
è piaciuto trattare dell’argomento proprio sul nostro Blog “Le vie dellaConoscenza”, per tentare di fare luce su questo tipo di pianta peraltro
catalogata e ritenuta botanicamente “infestante” anche se dall’aspetto
abbastanza piacevole con le sue foglie rigide di un verde un po’ spento e le
sue piccole bacche perlacee .
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Vischio già confezionato secondo la tradizione natalizia |
Il vischio è una pianta semi – parassita che vegeta sui rami
degli alberi da frutta, ma anche su pioppi abeti e querce anche secolari, dai
quali succhia la linfa fino a far divenire foltissimi i suoi cespugli. In
passato il vischio quercino era fra i più ricercati mentre attualmente vengono
preferite specie di altre qualità più decorative.
Presso i popoli primitivi più disparati persino del Giappone
e del continente australiano, si è sempre ritenuto che questa pianta fosse
dotata di magici e meravigliosi poteri, tanto che da alcuni di essi veniva
considerata simbolo stesso della divinità. Le notizie che si hanno al riguardo
sono purtroppo poche e frammentarie poiché risalgono ad usanze antichissime
spesso non ben tradotte da storici e studiosi della tradizione. Di certo si sa
che il vischio era sacro per i sacerdoti Druidi, casta ancora misteriosa
sacerdotale e dirigente delle popolazioni celtiche che lo usavano per le loro
cerimonie segrete nel folto dei boschi e per le celebrazioni religiose dei due
solstizi, soprattutto quello invernale ma anche per quello estivo.
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Cerimonia druidica del taglio del vischio sull'albero con falcetto d'oro |
Essi
ritenevano che la nascita di questo cespuglio, specialmente se avveniva su una
quercia considerata l’albero della vita per eccellenza e dimora della divinità,
ne attestasse il suo valore sacrale. Era conseguentemente e severamente proibito
abbatterla o danneggiarla, altrimenti assieme ad essa si riteneva venisse
uccisa anche la divinità che la ospitava con grave danno per l’intera comunità.
Ci si accostava così alla pianta con estremo rispetto e con la solennità
rituale prevista dagli stessi sacerdoti druidi. Alla sesta notte di Luna alla
presenza di tutto il popolo radunato, un sacerdote vestito di bianco, saliva
sull’albero e tagliava con cura con un falcetto d’oro i rametti più belli che
cadevano direttamente su un panno candido precedentemente steso per evitare il
diretto contatto con il terreno sottostante.
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Druido sulla quercia che taglia il vischio secondo tradizione |
La cerimonia proseguiva poi
con canti, balli e lunghe processioni culminando con il sacrificio di due tori
bianchi mai aggiogati in onore del Sole considerato apportatore di benessere e
di fecondità per la terra e per gli esseri viventi. Anche ai giorni nostri in
Gran Bretagna nostalgici e appassionati di vecchie tradizioni in particolare
quella legata ai Druidi hanno ripreso a celebrare questo antico rito nel
santuario megalitico celeberrimo di Stonehenge del Somerset, mentre in Francia
nel mese di giugno quando la luce del Sole è al massimo splendore, nelle
campagne per la festa di Saint Jean vengono accesi dei fuochi in ricordo delle
antiche cerimonie di Celti e Galli.
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Cerimonia druidica con il vischio già raccolto |
Il vischio rientra anche nel mito
nordico del dio Balder che muore appena la pianta viene strappata dalla
quercia. Anche presso i romani questa pianta era ritenuta sacra, secondo alcuni
studiosi infatti l’aspirante al sacerdozio nemorense doveva staccare un rametto
di vischio prima di sfidare quello già in carica. Come pure l’eroe Enea doveva
impugnarlo per ordine della Sibilla prima di poter scendere agli inferi. Nei
primi secoli del cristianesimo come ovvio che fosse, per i tanti legami con la
ritualità pagana, l’usanza del vischio fu bandita dalla Chiesa anche se ormai
le tante usanze precedenti rimasero e sopravvissero se pure parzialmente
modificate adattandosi alla nuova religione. Nel medioevo, si credeva che il
vischio opportunamente manipolato con parole magiche, avesse anche il potere di
evocare fantasmi facendoli persino parlare con i vivi. In tempi più recenti gli
stessi rametti della magica pianticella venivano appesi sugli usci delle
abitazioni in particolare sugli architravi di ingresso (come lo scolpito fiore
della vita), e addirittura sulle culle dei neonati per proteggerli dagli
spiriti maligni e da malefici influssi. I rami però dovevano essere colti prima
della mezzanotte della vigilia di Natale, ne riposti prima di quel giorno. Chi non
si ricorda infine in gioventù da fidanzatini di essersi baciati senza che i
genitori o i futuri suoceri vedessero, sotto la porta dove il vischio era
appeso, come segno di vero e continuativo amore con il proprio partner.
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Già dai primi dell'Ottocento l'usanza di baciarsi sotto il vischio colto da poco |
Doppia valenza dunque anche per il
vischio che come ogni altro presunto amuleto, beneficerebbe di poteri negativi
o positivi a seconda delle intenzioni di chi lo coglie, lo governa o crede
infine di poterlo governare. Noi mettiamocela tutta perché il suo Eggregore o
Eggregoro (entità animata di riferimento rituale), sia sempre positivo e
animato dalle buone intenzioni di ognuno e non solo nel periodo natalizio.
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