Seconda parte
di Mario Pagni
Il demiurgo traccia con il compasso il processo creativo |
Come abbiamo già visto la determinazione di uno spazio
definibile “sacro” riguardava tutte le civiltà antiche nessuna esclusa dalla
lontana preistoria fino ai rituali di tipo iniziatico – esoterici tramandati e raccolti da allora fino ai nostri
tempi da società più o meno segrete detentrici di un presumibile antico sapere.
In realtà gesti e operazioni assai semplici e consuete per i nostri progenitori
sono divenute (e appartengono oggi) ad una sorta di complicata quanto
misteriosofica ritualità, e ricadono sotto la medesima per essere ben comprese
e governate in modo pressoché esclusivo da pochi adepti, gli unici in grado di ben interpretarla.
Persino la disposizione urbanistica e architettonica di interi quartieri e
grandi edifici era ben tracciata in precedenza in determinati giorni ed eventi astronomici ritenuti propizi
affinché l’intero insediamento ne traesse i dovuti vantaggi armonici. Poi la
disposizione generale di strade e funzioni, che partiva da un centro unico (
origine o mundus) secondo assi
ortogonali fra loro e orientati verso i punti cardinali, nord – sud e
est – ovest. Tale processo serviva ugualmente per la fondazione degli edifici,
Vitruvio ce ne ha lasciata una completa descrizione.Nel centro si piantava un
palo, con una corda veniva tracciato attorno ad esso un grande cerchio; poi
anche in questo caso, veniva determinato l’asse nord – sud tracciando sul
terreno l’ombra nell’attimo in cui essa passava per il suo minimo; quindi
mediante la Groma
(strumento simile ad un primordiale squadro agrimensorio), veniva costruita la
croce est – ovest ad angolo retto, secondo l’orientamento e la disposizione
degli stessi punti cardinali. Prendendo questi ultimi come centro venivano
tracciati dei cerchi “minori” ma dello
stesso raggio del primo. Le loro intersezioni determinavano le diagonali del
quadrato orientato e iscritto nel cerchio originale. Con il semplice uso di una
fune quindi si era passati dal centro, al cerchio e al quadrato già orientato.
Questa operazione è assai più difficile ad essere descritta che a realizzarla
geometricamente mediante l’uso dei normali strumenti di disegno, nella realtà
essa veniva tracciata sul suolo che aveva già ricevuto la dovuta necessaria
sacralità per mano e merito degli aruspici prima che degli agrimensori che ne
determinavano le misure effettive. Il quadrato che potremo definire di base, si
sviluppava successivamente in altri quadrilateri o cerchi che conferivano
planimetricamente all’edificio la sua elaborata fisonomia.
Solidi geometrici come elementi del simbolismo architettonico |
Si era così ripetuta in un rito sacro unito alla geometria di
base la stessa genesi dell’universo ad imitazione del Demiurgo Creatore di
tutte le cose. L’attributo e il suo strumento dal punto di vista simbolico ma
anche operativo era dunque proprio il compasso che serviva a tracciare il
cerchio della cosmogenesi ed ad integrarvi l’universo “ordinato”. Nel corso dei
secoli gli uomini si impadroniranno in maniera continua e costante di certe
simbologie attribuite a queste misure ricorrenti e alle figure geometriche che
le governeranno, con il fine unico di imitare la stessa creazione del mondo. Il
compasso e la squadra saranno i necessari strumenti per la realizzazione del
vero disegno e di tutte le componenti armoniche necessarie al compimento di
tale opera. Ancora una volta il macrocosmo celeste (universo) e il microcosmo
terreno, saranno la vera guida di queste operazioni che porteranno a
comprendere la struttura psichica innata e ripetitiva, insita nello stesso
essere vivente e che ritroveremo un po’ in tutte le civiltà antiche, alla
nascita di ogni insediamento umano e alla fabbricazione del tempio stesso,
prima interiore e poi esteriormente costruito, manifestazione primaria nel
dettaglio di certe esigenze sacrali.
Edificio di epoca romanica a tre navate orientato secondo gli i punti cardinali |
Il nostro breve viaggio è per il momento terminato ma non
dimentichiamoci di chi prima di noi, magari percorrendo in senso destrorso il
suolo semiboscoso di una radura ha inteso segnare un perimetro delimitando una
semplice area interna nella quale, assieme ad altri cacciatori – raccoglitori,
poteva osservare la natura circostante e la soprastante volta celeste,
ponendosi molte delle domande che ancora oggi noi uomini tecnologici ci poniamo
senza mai avere una risposta completa.
Nessun commento:
Posta un commento