giovedì 12 dicembre 2019

Simbolismo determinazione e costruzione di uno Spazio Sacro

Seconda parte

di Mario Pagni

Il demiurgo traccia con il compasso il processo creativo
Come abbiamo già visto la determinazione di uno spazio definibile “sacro” riguardava tutte le civiltà antiche nessuna esclusa dalla lontana preistoria fino ai rituali di tipo iniziatico – esoterici  tramandati e raccolti da allora fino ai nostri tempi da società più o meno segrete detentrici di un presumibile antico sapere. In realtà gesti e operazioni assai semplici e consuete per i nostri progenitori sono divenute (e appartengono oggi) ad una sorta di complicata quanto misteriosofica ritualità, e ricadono sotto la medesima per essere ben comprese e governate in modo pressoché esclusivo da pochi adepti,  gli unici in grado di ben interpretarla. Persino la disposizione urbanistica e architettonica di interi quartieri e grandi edifici era ben tracciata in precedenza in determinati  giorni ed eventi astronomici ritenuti propizi affinché l’intero insediamento ne traesse i dovuti vantaggi armonici. Poi la disposizione generale di strade e funzioni, che partiva da un centro unico ( origine o mundus) secondo assi  ortogonali fra loro e orientati verso i punti cardinali, nord – sud e est – ovest. Tale processo serviva ugualmente per la fondazione degli edifici, Vitruvio ce ne ha lasciata una completa descrizione.Nel centro si piantava un palo, con una corda veniva tracciato attorno ad esso un grande cerchio; poi anche in questo caso, veniva determinato l’asse nord – sud tracciando sul terreno l’ombra nell’attimo in cui essa passava per il suo minimo; quindi mediante la Groma (strumento simile ad un primordiale squadro agrimensorio), veniva costruita la croce est – ovest ad angolo retto, secondo l’orientamento e la disposizione degli stessi punti cardinali. Prendendo questi ultimi come centro venivano tracciati dei cerchi “minori”  ma dello stesso raggio del primo. Le loro intersezioni determinavano le diagonali del quadrato orientato e iscritto nel cerchio originale. Con il semplice uso di una fune quindi si era passati dal centro, al cerchio e al quadrato già orientato. Questa operazione è assai più difficile ad essere descritta che a realizzarla geometricamente mediante l’uso dei normali strumenti di disegno, nella realtà essa veniva tracciata sul suolo che aveva già ricevuto la dovuta necessaria sacralità per mano e merito degli aruspici prima che degli agrimensori che ne determinavano le misure effettive. Il quadrato che potremo definire di base, si sviluppava successivamente in altri quadrilateri o cerchi che conferivano planimetricamente all’edificio la sua elaborata fisonomia.
Solidi geometrici come elementi del simbolismo architettonico

Si era così ripetuta in un rito sacro unito alla geometria di base la stessa genesi dell’universo ad imitazione del Demiurgo Creatore di tutte le cose. L’attributo e il suo strumento dal punto di vista simbolico ma anche operativo era dunque proprio il compasso che serviva a tracciare il cerchio della cosmogenesi ed ad integrarvi l’universo “ordinato”. Nel corso dei secoli gli uomini si impadroniranno in maniera continua e costante di certe simbologie attribuite a queste misure ricorrenti e alle figure geometriche che le governeranno, con il fine unico di imitare la stessa creazione del mondo. Il compasso e la squadra saranno i necessari strumenti per la realizzazione del vero disegno e di tutte le componenti armoniche necessarie al compimento di tale opera. Ancora una volta il macrocosmo celeste (universo) e il microcosmo terreno, saranno la vera guida di queste operazioni che porteranno a comprendere la struttura psichica innata e ripetitiva, insita nello stesso essere vivente e che ritroveremo un po’ in tutte le civiltà antiche, alla nascita di ogni insediamento umano e alla fabbricazione del tempio stesso, prima interiore e poi esteriormente costruito, manifestazione primaria nel dettaglio di certe esigenze sacrali.
Edificio di epoca romanica a tre navate orientato secondo gli i punti cardinali

Il nostro breve viaggio è per il momento terminato ma non dimentichiamoci di chi prima di noi, magari percorrendo in senso destrorso il suolo semiboscoso di una radura ha inteso segnare un perimetro delimitando una semplice area interna nella quale, assieme ad altri cacciatori – raccoglitori, poteva osservare la natura circostante e la soprastante volta celeste, ponendosi molte delle domande che ancora oggi noi uomini tecnologici ci poniamo senza mai avere una risposta completa.

Nessun commento:

Posta un commento