Abbiamo già
parlato molte volte di streghe, donne
spesso accusate e condannate per il solo fatto di sapere e di mettere in
pratica (spesso in campo medico) le proprie conoscenze, ma che nella società
del passato non venivano tollerate né tanto meno comprese pienamente e spesso
viste come capri espiatori di tutti i propri guai.
Scena di stregoneria con nani, opera di uno pseudonimo di Faustino Bocchi (primo decennio del Settecento)
Oggi
facciamo la conoscenza di Alice Kyteler, una delle prime donne accusata di
stregoneria in Europa, la cui storia comincia in modo assai semplice ma che
racchiude molti misteri e legami con altri personaggi leggendari legati
all’esoterismo e alla chiesa e della quale si sono perse le tracce.
Gli antefatti
Nel 1299
Alice Kyteler sposò William Outlawe, un ricchissimo banchiere e uomo molto più
grande di lei, che gli avrebbe assicurato anche una certa sicurezza economica: dopo pochissimo la donna rimase incinta e
dette alla luce William Jr. che ebbe come padrino il cancelliere d'Irlanda,
Roger Outlawe, nonché zio del bambino. Il corpo del marito, dopo qualche anno,
venne ritrovato però ai piedi di una torre e le dicerie cominciarono a vagare
per il paese che non si trattasse di un suicidio.
A poca distanza dal tragico evento, Alice sposò un altro facoltoso banchiere Adam Le Blont, dal quale ebbe una figlia chiamata Basilia, ma anche l’uomo morì non molto dopo per una banale indigestione. A seguire si maritò nuovamente con Richard de Valle, un proprietario terriero di origini francesi che aveva combattuto con i Templari in Terra Santa ma già piuttosto anziano e in condizioni di salute piuttosto precarie, morì poco dopo.
Rogo di streghe del 1587, Jacob Truchsess
Dopo queste
vicissitudini Alice si ripromise di non sposarsi più ma si dovette ricredere
quando incontrò Sir John le Poer che la sedusse e la portò all’altare. A qualche anno dal matrimonio anche l’uomo
cominciò a manifestare segni di malattia, i suoi capelli e le sue unghie cadevano
ed egli divenne sempre più debole e malaticcio e (cosa non meno importante), come
per i precedenti, aveva cambiato il testamento guarda caso a favore della
moglie. Questa volta i figli dell’uomo cominciarono a destare i sospetti
sulla matrigna e quelle parole a Sir John non furono indifferenti, tanto che, seppure
già debole cominciò a cercare qualche indizio che potesse fargli capire la
verità e alla fine trovò «un sacco pieno di oggetti orribili e detestabili» tra
cui unghie e capelli umani, vermi morti e barattolini pieni di liquidi non
meglio identificati.
Chi è Alice
Kyteler
Alice nacque nel 1280 a Kilkenny, una cittadina irlandese fortemente cattolica, da un ricco mercante tedesco spesso in viaggio per lavoro e grande appassionato di cultura orientale, e soprattutto con forti legami come già precisato con l’Ordine dei Cavalieri Templari. È una famiglia, quella della donna, molto facoltosa e con molte proprietà che Alice ereditò alla morte del padre nel 1298: per una serie di eventi infatti la ragazza era ormai l’unica rimasta della famiglia, con la madre e i fratelli morti ancora prima del padre curioso inquietante evento che già cominciò a gettare strane ombre su di lei e a farla identificare come portatrice di sfortuna, se non addirittura come assassina vista l’immensa ricchezza ereditata. La storia come abbiamo visto andò di male in peggio con la morte di tre mariti e il quarto in fin di vita.
Come se non
bastasse, per amministrare le sue proprietà, Alice aveva fatto della sua casa
un luogo dove in molti si radunavano ad ogni ora per dedicarsi all’Antica
Religione e la cosa aveva destano non pochi sospetti, fra i quali anche quello
di praticare riti satanici e la credenza che vi fossero nascosti anche oggetti
pericolosi e “importanti” destinati a strani usi.
Le accuse
Dopo i macabri ritrovamenti, Sir John
le Poer si presentò dal vescovo della cittadina, Richard de Ledrede con tutti
gli oggetti e con i sospetti che aveva: il religioso, al culmine della sua
carriera, promise che si sarebbe occupato quanto prima di tutta la faccenda. Nel frattempo i figli dell’uomo
radunarono molti personaggi influenti della nobiltà di Kilkenny ai quali venne
chiesto di sondare e trovare testimoni dei malefici e della cattiva fama che
aveva Alice. La donna risultò non molto amata fra gli abitanti della comunità e
le accuse che affiorarono andavano dall’aver evocato entità demoniache durante
riti magici, a quelle di aver ucciso animali in sacrificio sempre a forze demoniache, fino ad aver usato pozioni per far innamorare
e poi sposare uomini potenti e infine di aver organizzato cerimonie notturne
dove avvenivano riti blasfemi oltre ad aver ucciso tutti i propri mariti.
La cattedrale di San Canizio a Kilkenny
Il processo
Inutile dire
che la famiglia di Alice era molto influente e aveva un certo peso nella
società di allora tanto che lo stesso vescovo venne arrestato e incarcerato nella prigione
di Kilkenny, ma egli una volta fuori continuò la sua battaglia che alla fine riuscì
a vincere seppure a metà. La donna venne
così rinchiusa nelle segrete del castello di Kilkenny, assieme alla sorella, al
figlio del primo marito William Jr. e alla governante con l’accusa di essere
una strega e di aver fatto innamorare i suoi uomini, di averli costretti a
cambiare testamento e infine averli uccisi con chissà quale maleficio. Alla
loro condanna l’unica che soccombette fu però la serva, Petronilla de Meath che
morì bruciata sul rogo il 3 novembre 1324 davanti al luogo dove oggi sorge il
Tholsel, municipio di Kilkenny. Il figlio riuscì a salvarsi offrendosi di
rifare il tetto della Cattedrale di St Canice's con tegole in piombo, Alice per
finire, riuscì a scappare per la seconda volta dal carcere e di lei fu persa
ogni traccia, mentre nulla si seppe del destino della sorella.
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