di Mario Pagni
Fuochi di Sant'Elmo su un antico veliero Ricostruzione |
Il nome trae
la sua origine (secondo alcune fonti) da Sant’Erasmo poi Sant’Elmo vescovo di
Formia martirizzato nell’anno 303 sotto l’imperatore Diocleziano. Patrono
dell’intestino (secondo una delle versioni agiografiche sarebbe stato
martirizzato proprio per eviscerazione), sarebbe
anche protettore dei naviganti per i quali le fonti riportano invece la sua
condanna al rogo. Per questo e secondo la tradizione, quando il santo fu
bruciato si levarono fiamme bluastre che furono viste e interpretate come la sua
stessa anima che si levava al cielo. Secondo una ulteriore versione ad esso
collegata, Sant’Elmo si sarebbe ammalato proprio durante un viaggio in mare (da
qui il patrono dei naviganti) e sopraggiunta una forte tempesta trovandosi già
in punto di morte e prima di esalare l’ultimo respiro, promise all’equipaggio
che sarebbe tornato per salvare la nave e i suoi occupanti. In effetti poco
dopo la sua morte una strana luce bluastra comparve sull’alberatura della nave
tranquillizzando i marinai riguardo l’esito propizio della tempesta.
Sant'Elmo o Sant'Erasmo da Formia |
C’è anche chi sostiene invece che Sant’Elmo in verità sarebbe San Pedro Gonzales confuso con Sant’Erasmo vescovo siriano che avrebbe ugualmente due significati: stando ai navigatori che ebbero alla loro vista esperienze confortanti, porterebbero (come detto sopra) le imbarcazioni alla salvezza, al contrario le faville elettriche che durante le tempeste coronano le alberature delle navi rappresenterebbero infausti presagi e conseguenti destini.
Come si vede
esistono infinite versioni del fenomeno appena descritto alle quali viene
associata in passato una certa evidente confusione legata alla stessa sua
natura, tanto da confonderlo con i “fuochi fatui” (emanazione di gas organico
di palude o presso i cimiteri) e i cosiddetti “fulmini globulari” ionizzazione
dell’aria che precederebbe i temporali.
Immagine notturna di fulmine globulare |
La
tradizione e le leggende spesso assai suggestive, vorrebbero invece che questi
fenomeni luminosi in particolare i succitati fuochi fatui sarebbero anime
dannate che attraevano i viandanti verso i cimiteri e le infide paludi
circostanti come terre senza ritorno. Secondo
altri al contrario sarebbero spiriti benigni i quali avrebbero condotto e
guidato i coraggiosi che osavano seguirli nella notte di Santa Walpurga (il
primo maggio quando per il folklore tedesco si facevano i sabba), in luoghi
dove erano sepolti fantastici tesori.
Immagine di fuochi fatui presso un cimitero ricostruzione
La versione
rigorosamente scientifica dei Fuochi di Sant’Elmo
Secondo la
scienza ufficiale i fuochi sono comunque una delle più spettacolari
manifestazioni della presenza di elettricità nell'atmosfera. Il fenomeno è
provocato da una ionizzazione delle molecole di ossigeno (O2) e di azoto
atmosferico (N2), (da qui il colore bluastro luminescente) che si caricano e
quando tornano nello stato precedente, emettono un bagliore che in alcune
circostanze appare proprio come un fuoco, spesso in getti doppi o tripli, che
scaturisce da strutture alte ed appuntite, come alberi maestri delle navi,
guglie e ciminiere.
Fuochi fatui di Palude |
L'effetto è visibile solo quando
l'aria è priva di umidità, infatti l'atmosfera secca accumula più facilmente
elettricità. Per questo motivo essi sono visibili solitamente prima di un
temporale e non appena arriva la pioggia, il bagliore scompare.
I fuochi fatui e ancor peggio i fulmini globulari sono fenomeni ancora
diversi e di altra origine (gassosa i primi, elettricità elettrostatica con
ionizzazione delle molecole dell’aria circostante i secondi).
Aereo in volo con strane luminescenze sulle ali e sul muso del velivolo |
Rimane
indubbia la suggestione nei soggetti che osservano tali fenomeni e che in
passato hanno originato anche le succitate leggende e le conseguenti fantasiose
spiegazioni.
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