di Chiara Sacchetti
Quando si parla di Dante si pensa subito alla Divina
Commedia, la sua opera più grande e importante e sicuramente la più conosciuta
nel Mondo. Al di là del racconto che per anni è stato oggetto di studio di
innumerevoli studenti dei licei, l’immensa impresa del Sommo Poeta cela secondo
alcuni studiosi più esperti e soprattutto legati all’esoterismo, significati e
simboli più profondi e intrinseci.
All’inizio del 1900, uno di questi, Luigi Valli, discepolo di
Pascoli, ma già prima di lui autori dell’importanza di Foscolo, Perez e
Rossetti, teorizzarono l’esistenza di una setta composta da alcuni autori stilnovisti,
fra cui lo stesso Dante Alighieri, uniti da un comune lessico segreto e magico
che solo gli appartenenti conoscevano ed usavano. Nel suo libro “Il linguaggio
segreto di Dante e dei Fedeli d’Amore”, pubblicato nel 1928, il Valli, espone
infatti una visione personale ed esoterica di alcune opere di questi poeti che
attribuivano un senso diverso alle medesime parole e un significato simbolico a
numeri e colori: il bianco e il rosso, per esempio, di cui è vestita Beatrice nelle
due occasioni in cui incontra il "Sommo Poeta", non sarebbero altro
che due delle tre gradazioni in cui la materia si trasforma durante i passaggi
alchemici, il primo starebbe ad indicare l'elemento purificato, mentre il
secondo la veste regale, ma assieme anche i colori della rosa mistica del Libro
dello Splendore che rappresenta la comunità del popolo di Israele.
A confermare tale teoria secondo lo studioso troviamo la
poesia di Dante, “Donne che avete intelletto d’amore”, tratta dalla Vita Nova,
opera meno nota ma più importante per comprendere l’esistenza del poeta. Qui
l’autore si rivolge ai suoi confratelli, dicendo loro che deve parlare di un
nuovo Amore, diverso e altro rispetto a quello già presente, puro e gentile, ma
subito dopo averlo spiegato, si pente, rendendosi conto di aver detto troppo,
ammonendo se stesso e dicendo e raccomandandosi di essere chiaro solo con
«donne e omo cortese».
La dimostrazione dell’esistenza della setta dei Fedeli
d'Amore si troverebbe in due importantissimi testi, i "Feudi d'Amore"
opera di Giacomo di Baisieux della metà del XIII secolo, e i "Documenti
d'Amore" scritto da Francesco da Barberino fra il 1308 e il 1313, e quindi
nel pieno del processo ai Cavalieri Templari a Firenze. Il primo è un vero e
proprio manuale che tratta della Confraternita e della sua organizzazione: si
scopre che chiunque può farne parte, al momento dell'iniziazione si riceve un
bacio (simbolo per eccellenza dell'Amore), che i membri devono proteggere se
stessi e
Ma chi erano e a cosa credevano questi adepti? Accomunati da
una ispirazione amorosa, e per questo devoti ad una Donna, essi attraverso
"Amore", cercavano di arrivare alla Sophia, ovvero Libro "I documenti d'Amore" di Francesco da Barberino
Statua della Sophia nella Celsus Library a Efeso
Donna ed esempio per eccellenza è Beatrice, amata da Dante
fin dal primo momento in cui l'ha vista. Nella Vita Nova il Poeta ci racconta
che già al momento della sua nascita, seppur anche lui in fasce, ebbe un
"sussulto", quasi a prevedere quello che sarebbe accaduto; e il
"tremore" che avrà alla sua vista è facilmente riconducibile allo
stesso effetto che i poeti ermetici usavano per indicare l'illuminazione
divina. Probabilmente portatrice di beatitudine, come può ben far comprendere il
suo stesso nome, la donna incontrerà Dante due volte, la prima quando aveva
soli nove anni e successivamente nove anni dopo. La donna morirà il nono giorno
del nono mese dell'anno in cui nove volte è compiuto il numero perfetto il tre.
È ben evidente il profondo e deciso significato simbolico e numerico di questi
importanti avvenimenti, perché il tre è il numero che indica
Al momento il
dibattito è ancora assai aperto e nessuno sarebbe in grado di fornire risposte
e spiegazioni esaurienti a queste domande e che possano dare certezze e chiarimenti sul
vero significato delle opere e della vita non solo di Dante ma anche di molti
altri letterati a lui legati molti dei quali appartenenti alla stessa
confraternita. Numerose e indubbiamente plausibili sono le opinioni date finora
dagli studiosi della materia, ma nessuna ancora riesce a dare una
interpretazione che possa colmare e soddisfare definitivamente i dubbi ancora
presenti sull’argomento.
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