giovedì 21 gennaio 2021

Architetture simboliche: messaggi da costruire

di Mario Pagni

Rocchetta Maffei veduta d'insieme

Assieme ai valori simbolici espressi attraverso proporzioni e geometrie di edifici e strutture passate e presenti comunque realmente esistenti, ci sono costruzioni che di per se assumono ugualmente tali significati costituendo però per l’architettura e la sua storia, esempi totalmente immaginati o creati spesso su scala ridotta, ma che sono stati pensati o creati per esprimere ugualmente tali valori. Un esempio per tutti assieme ad altre centinaia presenti in tutto il mondo o nella letteratura scritta in materia, è il mitico antico faro di Alessandria d’Egitto del quale sappiamo forma e dimensioni soltanto da riproduzioni più o meno attendibili ma sicuramente non certe. Il faro assume in se e trasmette una serie di simbologie assolutamente ricorrenti; i vari stadi o livelli della costruzione che indicherebbero una sorta di scala celeste ovvero proiettata verso l’alto, la stessa luce emanata e diffusa in modo costante e direzionale per favorire si la navigazione ma anche indice di strada da seguire per l’acquisizione della vera sapienza.

Faro di Alessandria d'Egitto ricostruzione grafica

E proprio con l’articolarsi sempre più complesso dell’organismo architettonico, ci si accorse che il simbolismo viaggiava di pari passo con gli stessi criteri dell’edificare. Gli esseri umani non cercavano più ora il semplice riparo ma tentavano di riprodurre con sempre maggior maestrìa e  forse presunzione in scala assolutamente ridotta, un microcosmo organizzato pieno di idee e di intenzioni, aiutati ormai dalle figure geometriche e dai numeri, che gli consentivano di ricordare meglio e di riprodurre anche in modo seriale le proprie scelte. Quello che a distanza di secoli ha destato però nello studioso moderno subito molto interesse, è stato il fatto che in qualsiasi parte del mondo, con qualsiasi credo religioso anche se con tecniche e modalità diverse a seconda dei popoli e delle civiltà prese in esame, le varie forme geometriche e le proporzioni numeriche, si ripetevano ovunque, rispettando le finalità sia pratiche che sacrali degli edifici e delle costruzioni considerate.”Mario Pagni – Nicola Iannelli “Il Palazzo e il Tempio ed. Betti (SI).

Ci troviamo quindi di fronte a realtà edificate solo nella fantasia degli uomini, ma anche geniali veicoli di trasmissione simbolica della conoscenza e della antica tradizione. La biblica Torre di Babele innalzata a quote vertiginose e distrutta perché sfidava lo stesso creato,  il Tempio di Salomone più volte anch’esso distrutto e ricostruito per raccontare l’umana capacità di riaffermare se stesso e il proprio io dopo averlo ben conosciuto e valutato, sono altri esempi fra tanti per avvicinare ciascun individuo alla sua matrice iniziale prima del discusso peccato originale.

Regione Umbria, area della Scarzuola

Dalle piramidi egizie alle ziggurat asiatiche e mediorientali, fino alle grandi cattedrali gotiche europee, il linguaggio usato era ed è dunque clamorosamente unico, e rispecchia dal punto di vista simbolico e sacrale la stessa comunanza di intenti. Questa concezione ideologica, confortata anche dall’assioma vitruviano dell’architetto-uomo universale, ha come diretta conseguenza, la scelta di confrontarsi proprio con la realizzazione, o semplicemente con la descrizione di “oggetti” para-architettonici attraverso proposte ideali, concepite talvolta con intenti semplicemente allegorici, simbolici, di denuncia, oppure come dimostrazioni della effettiva “concretezza” di passi delle Sacre Scritture, dei Padri della Chiesa o dei principali autori classici.

Troviamo così esempi di ricostruzioni e di riproposte delle “meraviglie” del passato, edifici fantastici, “pitagorici”, fortificazioni “astrologiche”, edifici “mnemonici” nonché archetipi urbani  corredati nella maggior parte dei casi da ipotesi di nuove forme di governo misticizzanti e politicizzate, tutti però quasi sempre trattati come concretamente esistenti o comunque realizzabili. Ovvero, vuoi sotto la forma di “descrizioni” iconografiche, vuoi come vere e proprie espressioni progettuali, completate da precisazioni a carattere architettonico spesso impressionanti e “di sogno” per definizione tecnologica e formale. Queste “architetture filosofiche” in diretto costante contatto con un intenso esoterico lavoro introspettivo di cui parlavamo in precedenza,  possono essere riassunte e sintetizzate nel filone legato alla tradizione mnemonica, comprendente tipologie varie quali fortificazioni, templi, labirinti e  teatri.

Rocchetta Mattei, interno

Anche in Italia sono molti gli esempi di creazioni architettoniche legate a gusti ed iniziative individuali, ma anche in questo caso, tutte accomunate da precise esigenze interiori e introspettive degli stessi autori e delle loro opere dove prevalgono volutamente simboli e allegorie in grado di trasmettere messaggi a grandi distanze nello spazio e soprattutto nel tempo. Da Scarzuola a Rocchetta Mattei, passando per giardini dal gusto esoterico e magico come Bomarzo, è un panorama denso di mistero sia per gli occasionali visitatori che anche per molti studiosi di simboli.    

Un esempio a Firenze: il Torrino del giardino Torrigiani dell’architetto Gaetano Baccani

Firenze, Giardino Torrigiani, Torrino di Gaetano Baccali

L’immagine architettonica della torre o della cittadella, esemplificazioni tangibili di particolari valenze anche qui simboliche, compare già nella tradizione ermetica medievale ed in particolare nelle opere di Ramon Lull. Ci troviamo in costante presenza di edifici simbolici che di volta in volta esaltano  (grazie anche all’identificazione della torre con la succitata Torre di Babele intesa come specchio della Divina Sapienza),  sia l’aspetto della difficoltà a penetrare la conoscenza, sia la stabilità delle leggi o della giustizia, sia infine (anche attraverso la concretizzazione di un moto ascensionale articolato per gradi), l’elevazione dell’uomo verso Dio. Il cambiamento di livello in fase ascensionale, da sempre ha identificato una mutazione dell’essere verso uno stadio superiore sempre meno corporeo, verso la spiritualità e il corpo finalmente sottile e animico. La torre in molti casi, rappresenterebbe proprio un viatico per tale ascensione, sottolineato anche dal cambio planimetrico dei volumi sovrapposti. Un esempio toscano di questo modo di costruire attribuendo alla struttura una propria necessaria valenza esoterico- iniziatica, è la torre situata all’interno del Giardino Torrigiani a Firenze e realizzata dall’architetto e massone Gaetano Baccani verso la fine dell’ottocento. Essa costituisce e sottolinea quella parte del giardino, progettualmente dedicata al termine della notte alchemica, per poi raggiungere proprio attraverso i tre piani o livelli della costruzione, il primo quadrato, (la terra), il secondo ottagonale, (la speranza nella resurrezione) ed il terzo infine cilindrico, la fuga verso l’alto, dalla quale finalmente potrà essere liberata la parte “animica” dell’uomo o la sua essenza spirituale e alchemicamente volatile. C’è anche ovviamente chi ha visto nella bella e slanciata costruzione, i tre livelli o gradi massonici: dall’iniziazione, al primo grado quello di apprendista, poi di Compagno d’arte e infine di Maestro.

Fiabesca immagine di Rocchetta Mattei, esterno


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