di Mario Pagni
Rocchetta Maffei veduta d'insieme |
Assieme ai valori simbolici espressi attraverso proporzioni e geometrie di edifici e strutture passate e presenti comunque realmente esistenti, ci sono costruzioni che di per se assumono ugualmente tali significati costituendo però per l’architettura e la sua storia, esempi totalmente immaginati o creati spesso su scala ridotta, ma che sono stati pensati o creati per esprimere ugualmente tali valori. Un esempio per tutti assieme ad altre centinaia presenti in tutto il mondo o nella letteratura scritta in materia, è il mitico antico faro di Alessandria d’Egitto del quale sappiamo forma e dimensioni soltanto da riproduzioni più o meno attendibili ma sicuramente non certe. Il faro assume in se e trasmette una serie di simbologie assolutamente ricorrenti; i vari stadi o livelli della costruzione che indicherebbero una sorta di scala celeste ovvero proiettata verso l’alto, la stessa luce emanata e diffusa in modo costante e direzionale per favorire si la navigazione ma anche indice di strada da seguire per l’acquisizione della vera sapienza.
Faro di Alessandria d'Egitto ricostruzione grafica |
“E proprio con l’articolarsi sempre più
complesso dell’organismo architettonico, ci si accorse che il simbolismo
viaggiava di pari passo con gli stessi criteri dell’edificare. Gli esseri umani
non cercavano più ora il semplice riparo ma tentavano di riprodurre con sempre
maggior maestrìa e forse presunzione in
scala assolutamente ridotta, un microcosmo organizzato pieno di idee e di
intenzioni, aiutati ormai dalle figure geometriche e dai numeri, che gli
consentivano di ricordare meglio e di riprodurre anche in modo seriale le
proprie scelte. Quello che a distanza di secoli ha destato però nello studioso
moderno subito molto interesse, è stato il fatto che in qualsiasi parte del
mondo, con qualsiasi credo religioso anche se con tecniche e modalità diverse a
seconda dei popoli e delle civiltà prese in esame, le varie forme geometriche e
le proporzioni numeriche, si ripetevano ovunque, rispettando le finalità sia
pratiche che sacrali degli edifici e delle costruzioni considerate.”Mario Pagni – Nicola Iannelli “Il Palazzo e
il Tempio ed. Betti (SI).
Ci troviamo quindi di fronte a realtà edificate solo nella fantasia
degli uomini, ma anche geniali veicoli di trasmissione simbolica della
conoscenza e della antica tradizione. La biblica Torre di Babele innalzata a quote
vertiginose e distrutta perché sfidava lo stesso creato, il Tempio di Salomone più volte anch’esso
distrutto e ricostruito per raccontare l’umana capacità di riaffermare se
stesso e il proprio io dopo averlo ben conosciuto e valutato, sono altri esempi
fra tanti per avvicinare ciascun individuo alla sua matrice iniziale prima del
discusso peccato originale.
Regione Umbria, area della Scarzuola |
Dalle piramidi egizie alle ziggurat asiatiche
e mediorientali, fino alle grandi
cattedrali gotiche europee, il linguaggio usato era ed è dunque clamorosamente
unico, e rispecchia dal punto di vista simbolico e sacrale la stessa comunanza
di intenti. Questa
concezione ideologica, confortata anche dall’assioma vitruviano
dell’architetto-uomo universale, ha come diretta conseguenza, la scelta di
confrontarsi proprio con la realizzazione, o semplicemente con la descrizione
di “oggetti” para-architettonici attraverso proposte ideali, concepite talvolta
con intenti semplicemente allegorici, simbolici, di denuncia, oppure come dimostrazioni della effettiva
“concretezza” di passi delle Sacre Scritture, dei Padri della Chiesa o dei
principali autori classici.
Troviamo
così esempi di ricostruzioni e di riproposte delle “meraviglie” del passato,
edifici fantastici, “pitagorici”, fortificazioni “astrologiche”, edifici
“mnemonici” nonché archetipi urbani
corredati nella maggior parte dei casi da ipotesi di nuove forme di
governo misticizzanti e politicizzate, tutti però quasi sempre trattati come
concretamente esistenti o comunque realizzabili. Ovvero, vuoi sotto la forma di
“descrizioni” iconografiche, vuoi come vere e proprie espressioni progettuali,
completate da precisazioni a carattere architettonico spesso impressionanti e
“di sogno” per definizione tecnologica e formale. Queste “architetture filosofiche” in diretto costante contatto con un
intenso esoterico lavoro introspettivo di cui parlavamo in precedenza, possono essere riassunte e sintetizzate nel
filone legato alla tradizione mnemonica, comprendente tipologie varie quali
fortificazioni, templi, labirinti e
teatri.
Rocchetta Mattei, interno |
Anche in Italia sono molti gli esempi di
creazioni architettoniche legate a gusti ed iniziative individuali, ma anche in
questo caso, tutte accomunate da precise esigenze interiori e introspettive
degli stessi autori e delle loro opere dove prevalgono volutamente simboli e
allegorie in grado di trasmettere messaggi a grandi distanze nello spazio e
soprattutto nel tempo. Da Scarzuola a Rocchetta Mattei, passando per giardini
dal gusto esoterico e magico come Bomarzo, è un panorama denso di mistero sia
per gli occasionali visitatori che anche per molti studiosi di simboli.
Un esempio a Firenze: il Torrino del
giardino Torrigiani dell’architetto Gaetano Baccani
Firenze, Giardino Torrigiani, Torrino di Gaetano Baccali |
L’immagine
architettonica della torre o della cittadella, esemplificazioni tangibili
di particolari valenze anche qui simboliche, compare già nella tradizione
ermetica medievale ed in particolare nelle opere di Ramon Lull. Ci troviamo in
costante presenza di edifici simbolici che di volta in volta esaltano (grazie anche all’identificazione della torre con la succitata Torre di Babele
intesa come specchio della Divina Sapienza),
sia l’aspetto della difficoltà a penetrare la conoscenza, sia la
stabilità delle leggi o della giustizia, sia infine (anche attraverso la
concretizzazione di un moto ascensionale articolato per gradi), l’elevazione
dell’uomo verso Dio. Il cambiamento di livello in fase ascensionale, da sempre
ha identificato una mutazione dell’essere verso uno stadio superiore sempre
meno corporeo, verso la spiritualità e il corpo finalmente sottile e animico.
La torre in molti casi, rappresenterebbe proprio un viatico per tale
ascensione, sottolineato anche dal cambio planimetrico dei volumi sovrapposti. Un
esempio toscano di questo modo di costruire attribuendo alla struttura una
propria necessaria valenza esoterico- iniziatica, è la torre situata
all’interno del Giardino Torrigiani a Firenze e realizzata dall’architetto e
massone Gaetano Baccani verso la fine dell’ottocento. Essa costituisce e
sottolinea quella parte del giardino, progettualmente dedicata al termine della
notte alchemica, per poi raggiungere proprio attraverso i tre piani o livelli
della costruzione, il primo quadrato, (la terra), il secondo ottagonale, (la
speranza nella resurrezione) ed il terzo infine cilindrico, la fuga verso
l’alto, dalla quale finalmente potrà essere liberata la parte “animica”
dell’uomo o la sua essenza spirituale e alchemicamente volatile. C’è anche
ovviamente chi ha visto nella bella e slanciata costruzione, i tre livelli o
gradi massonici: dall’iniziazione, al primo grado quello di apprendista, poi di
Compagno d’arte e infine di Maestro.
Fiabesca immagine di Rocchetta Mattei, esterno |
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