giovedì 10 dicembre 2020

Simbolismo di pietra a protezione del Tempio

I Gargoyles

di Mario Pagni

Parigi, Notre Dame, Gargoyles

Fino dai tempi più remoti ogni edificio destinato a rappresentare la divinità in terra come il tempio o il santuario, ha avuto caratteristiche ben precise e ripetibili sia nelle forme che nelle funzioni. Già i templi egizi, greci ed etruschi (per rimanere in ambito ben conosciuto), assieme a misure e decori assai simili, avevano sull’esterno di essi figure e particolari architettonici di tipo fitomorfo o apotropaico che assolvevano al doppio compito di rappresentare da un lato tutta la sacralità contenuta all’interno di essi raccontata dalla loro stessa simbologia, ma dall’altro anche quello di servire come copertura o semplicemente per meglio distribuire gli scarichi di acque pluviali. Stiamo parlando di triglifi, metope, formelle e antefisse; fra queste ultime, presenti proprio in ambito italico, gocciolatoi e canali di scolo di vario genere in grado di assumere forme diverse a seconda del tipo di cultualità relativo alla civiltà antica presa in esame.

Antefissa

Il medioevo specialmente quello francese ben rappresentato dalle gigantesche cattedrali presenti nello stile gotico, ha rivisitato e raccolto compiti e significati di questi emblematici e per certi versi misteriosi particolari architettonici, distribuendoli un po’ ovunque all’esterno degli edifici sacri ma soprattutto “a guardia”  delle balaustre, dei davanzali e delle  loro coperture.

Scrive Guillaume de Mende proprio a proposito del tetto della chiesa:

“Le tegole del tetto che impediscono alla pioggia di penetrare nell’edificio sacro sono soldati e cavalieri che proteggono e difendono la Chiesa dai pagani e dagli attacchi dei nemici della fede”.

A Notre Dame de Paris lungo la “Galleria delle Chimere” come in quasi tutte le chiese e cattedrali gotiche del periodo sono presenti i Gargoyles, ovvero gocciolatoi o doccioni in pietra a forma di demoni e di animali fantastici o mostruosi. Letteralmente il nome deriva da “garganta” la gola dalla quale vengono scaricate a terra o in altri doccioni le acque pluviali delle coperture; in latino dette “gargulio”. Questi sono i mostri che sono chiamati ad una ulteriore doppia funzione (assieme a quella prosaicamente pratica),  cioè quella da un lato di esorcizzare i veri demoni che dall’esterno vorrebbero e potrebbero minacciare l’edificio religioso, dall’altro proteggendo la costruzione da essi, far capire a chi è all’esterno che quella minaccia è in perenne costante agguato, pronta a insinuarsi nelle pareti o attraverso i finestroni nell’interno fino a raggiungere corpo e anima dei fedeli assorti in preghiera.

Parigi, Notre Dame, Corridoio delle Chimere gargoylles

Fu l’architetto Viollet le Duc che nel XIX secolo mise mano al ripristino e restauro assieme ad interventi assai più complessi della cattedrale parigina, a queste inquietanti sculture, che in taluni casi furono anche completamente ricostruite.

Scrive Fulcanelli nel suo splendido libro “I misteri delle cattedrali” a proposito proprio di Notre Dame de Paris.: La cattedrale di Parigi, come la maggioranza delle basiliche metropolitane, è posta sotto l’invocazione della benedetta vergine Maria o Vergine Madre. In Francia il “popolino” chiama queste chiese le “Notre Dame”. In Sicilia esse hanno un nome ancora più espressivo, quello di “Matrici”. Si tratta quindi di templi dedicati alla Madre (lat. mater matris), alla Matrone nel senso  primitivo, questo termine per corruzione è diventato poi Madone (ital. Madonna) mia Signora e per estensione Notre Dame.

Eugene viollet-le-duc schizzo per ripristino Gargoylles

Da queste considerazioni è facile comprendere di come Fulcanelli attribuisca un valore non solo primordiale alla cattedrale, ma anche proprio di matrice come riferimento alla sua dedicazione, intesa come nascita, creazione, ma anche inizio e fine della Grande Opera  alchemica alla quale l’autore fa spesso chiari riferimenti in ogni particolare costruttivo e in ogni decoro o scultura, usate nella costruzione stessa. In ultimo ci piace chiarire a parziale definizione di ciò che i Gargoyles avrebbero rappresentato, il medievale concetto di “Mostro”. Nel passaggio fra romanico e gotico la scultura privilegia decisamente l’uso di animali naturali ma anche fantastici, con lo scopo di celebrare il “meraviglioso”, inteso come concetto. Accanto quindi alla naturale classificazione generale della fauna secondo i ben distinti 4 elementi della natura : con l’acqua gli animali acquatici, con l’aria gli uccelli, con la terra i rettili e con il fuoco i mammiferi per il loro sangue caldo, si fanno strada veri e propri mostri carichi di significati simbolici e di riferimenti biblici (come i mostri e i Leviatani del Caos primordiale).

Gargoylles a forma di gocciolatoio per smaltimento acque piovane

Queste sculture in pietra e decori spesso a tutto tondo, occuperanno proprio nel passaggio fra i due stili, sia l’interno che l’esterno delle chiese. Diversamente durante il nascere dello stile gotico, essi saranno confinati marginalmente all’esterno delle costruzioni con gli scopi a cui abbiamo accennato prima. Essi oltre che a guardia dell’esterno degli edifici ricorderanno in modo simbolico-istintivo la tentazione, le pulsioni umane e soprattutto quanto sia facile in ogni momento cadere nel baratro infernale. Gli stessi spiriti che si sono impadroniti della copertura, risiedono come monito perenne ancora là in attesa dell’anima della preda.

un Gargoylles nostrano. Santa Maria del Fiore, Firenze, il Boccalone


Nessun commento:

Posta un commento