giovedì 3 dicembre 2020

L'altare come centro mistico dell'edificio

di Mario Pagni

Tipico altare cristiano cattolico per la Santa Messa

Basta entrare in una chiesa qualsiasi o in una cappella anche di modeste dimensioni per scorgere quasi sul fondo della navata prima della luce penetrante dell’abside, l’altare,  sul quale e nel quale  vengono celebrati normalmente tutti i riti cristiani in generale e cristiano-cattolici in particolare,  secondo le intenzioni di Santa Romana Chiesa. Esistono però fino dall’antichità più remota, altari o are di tutti i tipi e generi dove avvenivano cerimonie varie e persino sacrifici sia umani che di animali durante quello che viene considerato genericamente il paganesimo, ma che vengono citati anche nella Sacra Bibbia.

Sardegna, Monte D'Accodì, altare protostorico
Scrive Guillaume de Mende nei riguardi dei “biblici” antichi altari”:

“Si innalza un altare nella chiesa per tre ragioni, come si dirà parlando della consacrazione. Ma occorre prima di tutto sapere che Noè, il primo , e poi Isacco, Abramo e Giacobbe hanno costruito degli altari, come si può leggere, e si intende con questo termine nient’altro che la disposizione di alcune pietre, sulle quali si sgozzavano e si uccidevano le vittime del sacrificio, che in seguito venivano bruciate con il fuoco che veniva acceso sotto. Mosè costruì inoltre un altare di legno di Seth e un altare detto dei profumi che rivestì di oro purissimo come è scritto nell’Esodo, dove si può anche leggere quale fosse la forma di questo altare. Anche Salomone, come viene detto verso la fine del Libro dei Re, costruì un altare d’oro. Quindi è da quelli degli antichi Padri che gli altari dei moderni hanno tratto origine, e che vengono innalzati a quattro facce, gli uni fatti di una sola pietra, altri composti da più blocchi”.

Altare del Tempio di Re Salomone

Prima di continuare dobbiamo fare una necessaria premessa riguardante le chiese cattedrali del periodo gotico (ma questo vale anche per il precedente stile romanico), per le quali occorre affermare il sostanziale concetto che si trattava comunque di luoghi sacri, ma che esprimevano valori assai razionali, come lo erano in termini più generali, anche le città che venivano fondate solo con precisi quanto diffusi rituali e disposizioni numeriche e geometriche. La cattedrale dove oggi il visitatore entra in cerca di opere d’arte e meraviglie varie, non era stata costruita quindi solo per funzioni religiose o per mostrare la sua svettante magnificenza. L’uomo medievale maestro della pietra o monaco costruttore che fosse, non aveva nel modo più assoluto il nostro attuale concetto dell’arte. Non si costruiva una cattedrale se non fosse stata considerata “razionalmente” utile e non solo come tempio della fede cristiana.

Altare in fondo alla navata di una cattedrale gotica
Navata centrale di cattedrale gotica e sullo sfondo l'altare

La costruzione seguiva canoni numerici precisi e ancora oggi rilevabili dagli studiosi più esperti, che ponevano i ritmi umani in relazione diretta con le leggi cosmiche, in modo che esse potessero agire direttamente sulla persona anche se in misura non sempre avvertibile. La “città santa” ovvero la chiesa cattedrale era un universo di numeri e di rapporti fra le varie parti della costruzione applicati alle “linee di forza” che essa stessa produceva. La principale direzione ancora oggi ben percepibile per chi entra, è naturalmente quella verso l’abside e il coro, ossia la retta che passando proprio per l’altare maggiore divide in due metà la planimetria. E’ qui che principalmente agisce il numero 10, ovvero il numero triangolare che è ottenuto da quelli precedenti : 1+ 2 + 3 + 4 e che rappresenta la celeberrima ma sempre poco conosciuta Tetraktys pitagorica. L’altare dunque (numericamente identificato con il 3) assume tutto il suo valore, ponendosi in diretto collegamento e all’incrocio con le altre parti dell’edificio, il portale di ingresso, (1) la zona centrale del transetto (2), e l’abside retrostante “governata” dal numero 4. Da lì tutta l’energia raccolta dalla concentrazione dei fedeli o dei visitatori, spicca il suo immaginario volo verso l’alto della cupola, microcosmo terreno dell’universo e del creato.

Parigi, Cattedrale di Chartres, altare e intersezione numerico geometrica di punti di forza 

Non occorre precisare quanto il discorso qui si farebbe complesso, però una cosa la vogliamo in ultimo ricordare: quell’altare che ancora oggi vediamo atto alle più note celebrazioni religiose, erede diretto di due o tre semplici pietroni accostati,  è e rimane lo stesso contatto con la volta celeste e con la grandezza del creato, del paganesimo, della preistoria e della storia dei popoli ormai scomparsi, con tutta la sua energia raccolta e propagata dalle intenzioni umane del celebrante del rito e da chi vi assisteva.

Roma, Colle Palatino, Altare del dio ignoto


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