giovedì 30 gennaio 2020

Fra leggenda e tradizioni "I giorni della Merla"


di Mario Pagni
Un'intera famiglia di merli fra camino e ricerca di cibo
Questa volta ci è sembrato particolarmente consono visto il periodo incerto dal punto di vista meteorologico non in grado quindi di comunicare certezze, raccontare una leggenda che pur usando una sua simbologia solo apparentemente popolare ha un suo aspetto piuttosto interessante per la tradizione contadina e per la possibilità di “divinare” il proseguo della stagione nella buona o nella cattiva sorte, in particolare per l’agricoltura.
Da sempre i “giorni della merla” sono considerati il picco più basso delle temperature invernali, complice il cosiddetto Global Worming. Da un po’ di anni però non sembra essere più così e come lo dimostrano questi giorni, anche il 2020 non ha nessuna voglia di rispettare le antiche tradizioni. Per consuetudine sembra che la leggenda abbia origini lombarde c’è chi dice nella zona compresa fra Milano e Lodi e chi invece propende per il Bresciano; Sono state altresì rinvenute tracce della stessa leggendaria merla anche nella Maremma amiatina in particolare nella località di Santa Fiora.

La merla femmina con il piumaggio fra il marrone e il grigio
E’ interessante sottolineare il fatto che si tratta di una narrazione non scritta bensì tramandata per via orale da nonno a nipotino e da generazione a generazione. La leggenda racconta di una terribile notte di maltempo, con un freddo definibile “diaccio marmato”, mentre la neve cadeva copiosa imbiancando campi, alberi e case. All’inizio di quei giorni di tregenda, una coppia di merli volava basso, cercando affannosamente un luogo adatto per potersi riparare, entrambi erano bianchi e quasi si confondevano con il resto del paesaggio spettrale. Poi all’improvviso la merla scorse in lontananza del fumo che si levava dal camino di una modesta ma robusta casa colonica in pietra. I due volatili decisero allora di dirigersi verso la fattoria e poco tempo dopo trovarono il giusto ma fumoso riparo nell’ampio e caldo fumaiolo.
Il merlo maschio con il suo piumaggio nero
Rimasero lì per tre giorni interi, finché accortisi che era tornato a splendere il sole, uscirono sul tetto fra le vecchie tegole per stirare le ali prima di riprendere il volo, ma si accorsero con grande sorpresa che erano diventati entrambi scuri per la fuliggine che aveva macchiato le loro piume in modo indelebile, la merla era grigia mentre il maschio addirittura nero. Da quel giorno di un tempo ormai lontano, i merli maschi sono neri e grigie le femmine, con il becco e le zampe gialle e il 29, il 30 e il 31 gennaio sono ormai considerati i giorni tradizionalmente più freddi dell’anno. Vi sono delle varianti della stessa leggenda che si rifanno a zone diverse; un’altra abbastanza nota parla di una merla e dei suoi piccoli che a quel tempo avevano il piumaggio nero come i maschi, ma, per effetto della stessa fuliggine emanata dallo stesso comignolo (fattore comune in tutti i racconti), divennero alcuni grigi (le femmine) altri invece rimasero neri. Infine una ultima versione narra dei dispetti che il mese di gennaio faceva ai poveri merli che incoraggiati dalle prime giornate più lunghe di sole, uscivano in cerca di cibo rimanendo però sorpresi dall’improvviso peggiorare della stagione e cercando il solito rifugio. La merla stanca di questa fastidiosa e precaria situazione per se e per i suoi piccoli, decise di fare una volta per tutte buona scorta di provviste rimanendo al calore del camino.Allora il mese di gennaio che si dice allora avesse una durata di soli 28 giorni, chiese in prestito altri tre giorni a febbraio durante i quali fece piovere e nevicare, facendo rientrare la merla al suo rifugio dove oltre il calore necessario, subì una nuova e più scura colorazione.

Celebrazioni pagane come parziale ritorno alla luce della Candelora
Come si può notare il meccanismo del racconto se pure con varianti rimane sempre lo stesso, ma per concludere e per completezza di informazione, la tradizione popolare dice che i giorni della merla siano utili anche per comprendere il proseguo della stagione, come una sorta di previsione a lungo termine. Se infatti in quei giorni il tempo è mite in modo anomalo, si dice che l’inverno sarà ancora lungo, se invece farà normalmente freddo, la primavera non dovrebbe tardare ad arrivare. Anche nel giorno della Candelora i nostri vecchi usavano delle strofe poetiche simili a quelle che sto per dire “Nel giorno di Candelora dell’inverno siamo fora, ma se c’è il sole o il solicello siamo ancora a mezzo inverno”.

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