di Mario Pagni
Un'intera famiglia di merli fra camino e ricerca di cibo |
Questa volta ci è sembrato particolarmente consono visto il
periodo incerto dal punto di vista meteorologico non in grado quindi di
comunicare certezze, raccontare una leggenda che pur usando una sua simbologia
solo apparentemente popolare ha un suo aspetto piuttosto interessante per la
tradizione contadina e per la possibilità di “divinare” il proseguo della
stagione nella buona o nella cattiva sorte, in particolare per l’agricoltura.
Da sempre i “giorni della merla” sono considerati il picco
più basso delle temperature invernali, complice il cosiddetto Global Worming.
Da un po’ di anni però non sembra essere più così e come lo dimostrano questi
giorni, anche il 2020 non ha nessuna voglia di rispettare le antiche
tradizioni. Per consuetudine sembra che la leggenda abbia origini lombarde c’è
chi dice nella zona compresa fra Milano e Lodi e chi invece propende per il
Bresciano; Sono state altresì rinvenute tracce della stessa leggendaria merla
anche nella Maremma amiatina in particolare nella località di Santa Fiora.
La merla femmina con il piumaggio fra il marrone e il grigio |
E’
interessante sottolineare il fatto che si tratta di una narrazione non scritta
bensì tramandata per via orale da nonno a nipotino e da generazione a
generazione. La leggenda racconta di una terribile notte di maltempo, con un
freddo definibile “diaccio marmato”, mentre la neve cadeva copiosa imbiancando
campi, alberi e case. All’inizio di quei giorni di tregenda, una coppia di
merli volava basso, cercando affannosamente un luogo adatto per potersi
riparare, entrambi erano bianchi e quasi si confondevano con il resto del
paesaggio spettrale. Poi all’improvviso la merla scorse in lontananza del fumo
che si levava dal camino di una modesta ma robusta casa colonica in pietra. I
due volatili decisero allora di dirigersi verso la fattoria e poco tempo dopo
trovarono il giusto ma fumoso riparo nell’ampio e caldo fumaiolo.
Il merlo maschio con il suo piumaggio nero |
Rimasero lì
per tre giorni interi, finché accortisi che era tornato a splendere il sole,
uscirono sul tetto fra le vecchie tegole per stirare le ali prima di riprendere
il volo, ma si accorsero con grande sorpresa che erano diventati entrambi scuri
per la fuliggine che aveva macchiato le loro piume in modo indelebile, la merla
era grigia mentre il maschio addirittura nero. Da quel giorno di un tempo ormai
lontano, i merli maschi sono neri e grigie le femmine, con il becco e le zampe
gialle e il 29, il 30 e il 31 gennaio sono ormai considerati i giorni
tradizionalmente più freddi dell’anno. Vi sono delle varianti della stessa
leggenda che si rifanno a zone diverse; un’altra abbastanza nota parla di una
merla e dei suoi piccoli che a quel tempo avevano il piumaggio nero come i
maschi, ma, per effetto della stessa fuliggine emanata dallo stesso comignolo
(fattore comune in tutti i racconti), divennero alcuni grigi (le femmine) altri invece rimasero neri. Infine
una ultima versione narra dei dispetti che il mese di gennaio faceva ai poveri
merli che incoraggiati dalle prime giornate più lunghe di sole, uscivano in
cerca di cibo rimanendo però sorpresi dall’improvviso peggiorare della stagione
e cercando il solito rifugio. La merla stanca di questa fastidiosa e precaria
situazione per se e per i suoi piccoli, decise di fare una volta per tutte
buona scorta di provviste rimanendo al calore del camino.Allora il mese di
gennaio che si dice allora avesse una durata di soli 28 giorni, chiese in
prestito altri tre giorni a febbraio durante i quali fece piovere e nevicare,
facendo rientrare la merla al suo rifugio dove oltre il calore necessario, subì
una nuova e più scura colorazione.
Celebrazioni pagane come parziale ritorno alla luce della Candelora |
Come si può notare il meccanismo del
racconto se pure con varianti rimane sempre lo stesso, ma per concludere e per
completezza di informazione, la tradizione popolare dice che i giorni della
merla siano utili anche per comprendere il proseguo della stagione, come una
sorta di previsione a lungo termine. Se infatti in quei giorni il tempo è mite
in modo anomalo, si dice che l’inverno sarà ancora lungo, se invece farà
normalmente freddo, la primavera non dovrebbe tardare ad arrivare. Anche nel
giorno della Candelora i nostri vecchi usavano delle strofe poetiche simili a
quelle che sto per dire “Nel giorno di Candelora dell’inverno siamo fora, ma
se c’è il sole o il solicello siamo ancora a mezzo inverno”.
Nessun commento:
Posta un commento