"Innalzati
oltre ogni altezza, discendi oltre ogni profondità, raccogli in te tutte le
sensazioni delle cose create, dell'acqua, del fuoco, del secco, dell'umido.
Pensa di essere simultaneamente dappertutto, in terra e mare e cielo: che tu non
sia mai nato, che tu sia ancora embrione, giovane e vecchio, morto e oltre la
morte. Comprendi tutto insieme: i tempi, i luoghi, le cose, le qualità e le
quantità".
Fra le
dottrine filosofiche ed esoteriche non possiamo tralasciare quella dell’Ermetismo,
una corrente che racchiude vari autori, in particolare greci, che durante il cosiddetto periodo ellenistico
elaborarono un insieme di dottrine mistico-religiose e filosofiche alle quali
si affiancarono teorie astrologiche di origine semita, elementi della filosofia
di ispirazione platonica e pitagorica, credenze gnostiche e antiche procedure
magiche egizie.
Il nome
della corrente deriva dal suo fondatore, personaggio più immaginario che
storico di Ermete Trismegisto, prima divinità greca-egizia e poi presunto
personaggio reale (ma quasi sicuramente inventato) nonché autore di importanti
quanto fondamentali testi esoterico-alchemici.
Ermete Trismegisto in un intaglio nel pavimento del Duomo di Siena
Le origini
dell’Ermetismo
La nascita dell’Ermetismo è da collocarsi tra il I e il III sec. d.C. quando si formò un corpus di testi frammentari di età tolemaica e altri di filosofi pagani attribuiti per lo più ad Ermete e solitamente divisi fra tecnici, ossia scritti astrologici, alchemici e più in generale riguardanti le scienze occulte, oltre che, trattati di contenuto in prevalenza filosofico e teologico. In particolare troviamo 17 scritti (il cosiddetto Corpus Hermeticum) redatti in greco, un trattato in latino dal titolo Asclepius attribuito erroneamente ad Apuleio di Madaura (125–180 circa), e una serie di sunti inseriti nelle opere di Stobeo (V secolo). Ne risultò un complesso di scritti senza un vero e proprio filo conduttore ma che avevano solide basi e citazioni di antichi autori, quali Platone, Aristotele, i filosofi stoici e concetti giudaici e persiani. Non solo. Alla base dell’Ermetismo c’è un interessamento comune mistico e religioso centrato sulla cosmogonia, una concezione dell'universo, basata sulla interconnessione tra le sue parti, il microcosmo dell'individuo connesso al macrocosmo dell'universo. È solo l’Ermetismo, nella concezione filosofica alla base di questa dottrina, che può aiutare a trovare la rivelazione del rapporto fra astri e uomo e che porta al raggiungimento di quella catarsi intellettuale capace di realizzare il destino dell'anima dopo la morte e della sua reincarnazione e ascesa al mondo celeste.
Prima edizione del Corpus Hermeticuma cura di Marsilio Ficino (1471 ca.)
Ma in cosa
consiste l’Ermetismo?
Si tratta
del rapporto più o meno diretto fra l’uomo e la Divinità che può avvenire in
due modi. Uno in cui l’essere umano
eleva il proprio stato di coscienza attraverso la gnosi, ossia una
particolare conoscenza non solo religiosa, un processo che grazie
all’illuminazione da Dio porta l’uomo ad avere facoltà superiori e a poter
ricondurre la propria anima al Creatore; il
secondo invece consta delle tracce che l’Essere Supremo ha lasciato durante la
Creazione e che non sono altro che le impercettibili connessioni e analogie
fra le diverse materie presenti in Natura e che si esplica nel rapporto fra il
micro e il macrocosmo.
Il destino
dell’Ermetismo e il Neoplatonismo
La filosofia
ermetica fu pressoché eclissata fino a quasi tutto il Medioevo, quando nel
periodo rinascimentale il monaco Leonardo da Pistoia in viaggio nella Macedonia
e a Costantinopoli, scoprì 14 libri del Corpus
Hermeticus, appartenuti a Michele Psello e risalenti all’XI sec.
Una volta
tornato a Firenze il religioso consegnò il prezioso manoscritto a Cosimo il
Vecchio che, a sua volta, incaricò Marsilio Ficino di tradurlo. Fu l’inizio di
uno studio che portò Firenze e le sue arti a risplendere in tutto il mondo.
Tavola Smeraldina, Macrocosmo e Microcosmo
La fine della fortuna dell’Ermetismo
iniziò quando il filologo Isaac Casaubon dimostrò che i testi del Corpus attribuiti alla antica sapienza
egizia erano stati in realtà redatti nei primi secoli dell’età cristiana, facendo decadere quell’interesse
generale verso la filosofia che continuò però ad essere studiata e rinvigorita
nelle sette segrete e iniziatiche, grazie anche agli apporti dell’esoterismo e delle
scienze occulte.
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