Fra le
misteriose figure del passato ce n’è una che ancora oggi non ha trovato una
risposta soddisfacente alle numerose supposizioni che nel corso dei secoli si
sono succedute, fra le quali anche alcune di illustri uomini del passato e che
hanno dato, fra l’altro, anche ispirazione a Dumas per il quarto romanzo sulla
sua famosa saga dei Tre Moschettieri.
Come nasce la
storia?
Voltaire ritratto da Nicolas de Largillière, 1724–1725, Institut et Musée Voltaire)
Mentre il
filosofo francese Voltaire era imprigionato per qualche mese nella Bastiglia
venne a sapere che in una cella non lontana dalla sua c’era stato un
prigioniero che veniva comunemente chiamato “La maschera di ferro”, perché
indossava sempre sul volto una maschera di velluto nero, assicurata da cinghie
metalliche. All’uomo, ormai avanti con
gli anni, erano riservati trattamenti diversi, come cibo scelto e abbondante,
vestiti costosi, possibilità di tenere in cella libri e persino un liuto, e
stabiliti, lo scoprirà poi, direttamente dal ministro francese della guerra, il
marchese di Louvois. Il detenuto, venne poi a sapere Voltaire una volta
uscito dal carcere, era morto all’improvviso nell’autunno del 1703 ed era stato
seppellito nel Cimitero di Saint-Paul-des-Champs a Parigi sotto le mentite
spoglie di Marchiergues o Marchioly. Ma
oltre a molti diritti, il detenuto, aveva anche altrettanti obblighi, come il divieto
di parlare con chiunque, escluso il confessore (ma solo in confessione),
l'ufficiale comandante della guardia quando doveva chiedere qualche cosa che
riguardava la sua detenzione e con il medico quando si fosse ammalato.
Inoltre poteva togliersi la maschera solo per mangiare e per dormire, mentre la
doveva indossare ogni qualvolta si trovava in presenza o in vista di qualunque
altra persona. Gli erano consentite anche brevi passeggiate nel cortile della
fortezza, sempre mascherato e sotto stretta sorveglianza delle guardie.
Questo
misterioso individuo ha appunto dato nel corso dei secoli avvio a molte ipotesi
e possibili spiegazioni. Vediamone alcune.
Il gemello o
il fratellastro di re Luigi XIV
Ipotesi abbastanza improbabile attribuita a Voltaire, e che ha dato fra l’altro l’ispirazione a Dumas per il suo romanzo, è quella che dietro alla maschera di ferro si nascondesse il fratellastro o il gemello di Luigi XIV, unica spiegazione plausibile secondo il filosofo e scrittore, dato che la presenza di un altro “re” nato esattamente assieme a quello ufficiale, avrebbe creato non pochi problemi. Difficile però che tale idea possa corrispondere a realtà per il semplice fatto che a quel tempo, il parto non era certamente un momento intimo per la regina che si trovava circondata da numerosissime persone che dovevano fare da testimoni che il figlio fosse vero. La circostanza non portava sicuramente a poter nascondere eventi e fatti e sarebbe stato alquanto irrealizzabile riuscire ad occultare la nascita di un altro bimbo, senza contare che ogni evento era registrato in un apposito documento di corte.
Il “vero”
padre di Luigi XIV
Matrimonio fra Luigi XIII e Anna d'Austria
Invece una delle ipotesi più accreditate è che
dietro alla maschera di ferro si celasse il vero padre biologico di Luigi XIV.
Ma perché questa idea? Il matrimonio fra Luigi XIII con Anna d’Austria fu
celebrato nel 1615 ma si dovettero aspettare ben 23 anni prima della nascita
dell’erede al trono Luigi XIV, non pochi per dare la certezza di una
successione dinastica. Si racconta che
le malelingue di palazzo cominciassero perfino a pensare ad una impotenza del
re e che il timore di un’estinzione facesse capolino fra i funzionari che pensavano
a possibile unica soluzione di continuità il fratello Gastone, uomo non
solo scapestrato e inetto, inadatto a fare il re, ma anche lui senza alcun
erede dopo due matrimoni. Per evitare questa ipotesi Richelieu e il suo
collaboratore Mazzarino, secondo questa teoria, avrebbero quindi organizzato ad
Anna d’Austria un incontro segreto con un bel giovane, aitante e sano ragazzo
che andasse negli appartamenti in segreto, che la mettesse incinta, e assieme
registrare le “visite” del re negli stessi giorni per dare credito alla
gravidanza della regina. Il giovane però, nonostante il compenso ricevuto,
avrebbe preteso altro denaro vista la somiglianza con il bambino, così che alla
fine per tacerlo, sarebbe stato imprigionato, con indosso una maschera in modo
che nessuno avrebbe poi potuto notare la somiglianza con Luigi XIV.
Certo è che solo
due anni dopo, Anna dette alla luce un altro figlio, Filippo duca di Orlèans.
Eustache
Dauger
La prigione dell'Île Sainte-Marguerite
Era un servo
o valet de chambre alla corte di
Luigi XIV arrivato nella rocca di Pinerolo nel 1669, lo stesso anno della
maschera di ferro, per aver avuto accesso a documenti segreti su questioni
diplomatiche dei quali avrebbe spifferato il contenuto e poi coinvolto anche in
scandali e avvelenamenti. Dotato di
alcuni privilegi il prigioniero venne messo a servizio dello stesso Fouquet,
anch’egli detenuto nella stessa prigione; alla morte di quest’ultimo, Dauger
avrebbe seguito invece Saint-Mars prima a Exilles, poi alla fortezza dell'Île
de Sainte Marguerite e infine alla Bastiglia. L’uso della maschera, durante
gli spostamenti fra una prigione e l’altra, sarebbe stata un espediente per far
pubblicità a Saint-Mars e dichiararsi come colui che custodiva segreti di Stato
oltre a prigionieri importanti. Alcuni sostengono anche la teoria che in realtà
a morire non sia stato Fouquet ma lo stesso Dauger e che il primo avrebbe successivamente
assunto la sua identità.
Ercole
Antonio Mattioli
Un’altra
delle figure accostate alla maschera di ferro è Ercole Antonio Mattioli,
ministro del duca di Mantova Carlo III, poi informatore dei Savoia, ma assieme
anche del re di Francia e di quello di Spagna. L’uomo, che si era visto privare
della rendita spagnola di 15 mila ducati annui per il mantenimento di una
guarnigione spagnola a Casale, venne avvicinato da Luigi XIV che voleva
acquistare la piazzaforte della cittadina per 100 mila scudi. L’acquisto doveva avvenire con la massima
segretezza ma Ercole riferì della trattativa sia ai Savoia che agli Spagnoli,
entrambi interessati al Casale. Il gioco però venne scoperto dal re di Francia
che adirato per il comportamento, lo fece imprigionare prima a Pinerolo nel
1679, dove venne registrato sotto il falso nome di Lestang, e poi trasferito
alla fortezza dell'Île de Sainte Marguerite all'inizio del 1694 dove morì di
febbre. Difficile però che si tratti davvero del misterioso prigioniero per due
ragioni. La prima è che se stiamo a quanto raccolto da Voltaire, l’uomo
identificato con la maschera di ferro venne condotto al Forte di Exilles, cosa
che invece non accadde al duca, e la seconda non si spiega perché il
prigioniero dovesse essere tenuto coperto in volto e non avere rapporti con
nessun se non per necessità.
Conclusioni
«Non posso dirlo è un segreto di stato» queste, secondo un documento, sarebbero state le parole di De
Chamillard, successore di Louvois e del figlio Barbezieux, in punto di morte
alla domanda su chi si celasse veramente dietro alla maschera di ferro. E il
mistero ancora permane!
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