giovedì 2 marzo 2023

L’eclettica “Rocchetta” di Cesare Mattei fra realtà simboliche e architettoniche e terapie ottocentesche d’avanguardia

di Mario Pagni

Rocchetta Mattei veduta panoramica d'insieme

Stavolta parliamo di una costruzione e del suo ideatore e proprietario che da qualche tempoa questa parte desta molta curiosità e nuovi interessi per i messaggi visivi e umani al tempo stesso che riesce a comunicare ancora a distanza di anni. È il caso del castello di Rocchetta Mattei un edificio situato nel comune di Grizzana Morandi, più precisamente in località “Ponte” nelle vicinanze di Bologna, dalla quale dista circa 50 chilometri. Tutta la struttura è adagiata sulla sommità di un rilievo alto 400 metri: a fare da sfondo spiccano le montagne dell’Appennino settentrionale, che creano attorno una suggestiva cornice. Anche per questo motivo la rocca è considerata uno dei punti migliori dal quale ammirare tutti i Colli Bolognesi. Architettonicamente parlando l’edificio ricalca a pieno titolo una sorta di eclettismo “illuminato” corrente artistica particolarmente in voga fra la metà e la fine del XIX secolo ma che ha avuto seguito ed estimatori seppure in certi ambiti anche in tempi più recenti. Nella realtà dei fatti la “Rocchetta” segue pedissequamente canoni architettonici ideati e voluti dal suo stesso proprietario quel Cesare Mattei noto benefattore di tutti gli abitanti della vallata e che in quegli anni stupirà anche per la creazione di un nuovo rivoluzionario sistema di cura applicabile universalmente denominato “Scienza Elettromeopatica” della quale parleremo a seguire.

La cappella della Rocchetta Mattei interno

 

Ma chi era Cesare Mattei

Cesare Mattei nacque a Bologna l'11 gennaio 1809 da famiglia agiata, e crebbe a contatto con i massimi pensatori dell'epoca come Marco Minghetti e Paolo Costa. Nel 1837 fu uno dei fondatori della Cassa di Risparmio di Bologna. Ricevette il titolo di conte nel 1847 da papa Pio IX a fronte di una donazione terriera in quel di Comacchio che avrebbe aiutato lo Stato pontificio a fermare l'avanzata austriaca. Venne nominato Deputato al Consiglio di arruolamento della Guardia Civica Bolognese con il grado di tenente colonnello e capo dello Stato Maggiore, carica che venne poi abbandonata in quanto eletto, nel 1848, deputato al Parlamento di Roma. Nel 1850, dopo la morte della madre a causa di un tumore al seno, decise di ritirarsi dalla vita politica per dedicarsi allo studio della medicina. Acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell'antica rocca di Savignano (oggi la Rocchetta Mattei) e il 5 novembre dello stesso anno pose la prima pietra del castello al quale avrebbe dato questo nome e dove si stabilì definitivamente a partire dal 1859. Nel 1895, ormai anziano e reso paranoico dalle continue dispute con i medici allopatici, a causa di una incomprensione con la nuora (sospettata di aver tentato di ucciderlo servendogli un caffè avvelenato), cacciò lei e Mario Venturoli suo seguace dal castello e in seguito li diseredò. Morì il 3 aprile 1896 alla Rocchetta, all'età di 87 anni, a causa di un'influenza sfociata in asma che lo affliggeva fa tempo.

Ritratto di Cesare Mattei

Tomba di Cesare Mattei Cappella della Rocchetta

 

La “sua” Rocchetta

Ancora oggi l’edificio è frequentatissimo da turisti provenienti sia dall’Italia che dall’estero ed è un coacervo di archetipi e simbologie di ogni genere sia all’esterno che all’interno. Fino ad ora le ricerche hanno privilegiato la parte architettonica perché oggettivamente la Rocca è molto bella con un pregnante stile moresco intervallato da soluzioni murarie tipiche di vari altri stili. Mattei dunque oltre che abile terapeuta è stato anche altrettanto abile architetto. Basandosi su documenti oggi finalmente noti, non ci sono identità di vedute su chi realmente elaborò il progetto; il 1850-59 sarebbe stato il periodo più importante per la costruzione, lo si desume anche sulla base dei dipinti di Ottavio Campedelli, ma leggendo anche fra le carte del pittore bolognese Giulio Cesare Ferrari (1818–1890), La rocchetta sarebbe stata realizzata con una cospicua mano d’opera costituita da ben quaranta operai e sei caporali dei quali Sabbatone Mazzini di Labante fu il Capomastro. Mattei però seguiva quotidianamente i lavori e il loro svolgimento dichiarando più volte che l’architetto era lui. “Egli (cioè il Mattei) fu l’architetto di se stesso” come riportano gli stessi documenti rinvenuti.

Rocchetta Mattei Cortile interno

 

Il suo metodo terapeutico universale

L'Elettromeopatia (chiamata dal Conte Elettromiopatia, anche detta Elettro-omeopatia) era ed è una terapia medica inventata proprio dal succitato Conte Cesare Mattei nella metà del XIX secolo, principalmente basata sull'abbinamento di granuli medicati e liquidi detti “fluidi elettrici”. È stata in passato la medicina alternativa più praticata al mondo in un lasso di tempo che possiamo comprendere fra il 1870 e il 1930 circa. La posologia era molto complessa, con un’infinità di accorgimenti, di aggiustamenti e di modificazioni a seconda della malattia da curare, e veniva descritta nei Vademecum. Secondo Mattei questa medicina agiva sul “fluido elettrico” del corpo umano per ristabilire l’equilibrio fra le due cariche elettriche del corpo stesso fino a  ricondurre la parte dolente allo stato neutrale. Tutti i rimedi erano lavorati a formulazione e dinamica segreta, ma costituiti usando ingredienti non tossici per l'organismo.

Manifesto pubblicitario della Rocchetta e della cura elettromeopatica

 

Granuli e fluidi elettrici come base della sua medicina

Fondamentali per l'applicazione delle pratiche elettromeopatiche erano alcune tipologie di granuli utilizzati in combinazione con dei liquidi chiamati proprio dal Mattei “fluidi elettrici”.

Per i granuli omeopatici venivano usate erbe medicinali non tossiche o velenose, e di facile reperibilità, tanto che Mattei asseriva non essere importante l’elenco delle erbe, perché egli poteva guarire anche soltanto con una cipolla. I granuli, erano suddivisi in otto categorie sulla base del loro effetto: ANTISCROFOLOSI, ANTICANCEROSI, ANTIANGIOITICI, FEBBRIFUGHI, PETTORALI, ANTI LINFATICI, VERMIFUGHI, ANTI VENEREI.

I liquidi o "fluidi elettrici" invece, sono suddivisi in base alla loro polarizzazione: Fluido Elettricità Rossa (++), Fluido Elettricità Azzurra (+), Fluido Elettricità Bianca (neutra), Fluido Elettricità Gialla (-), Fluido Elettricità Verde (--)

 

Granuli

Custodia aperta a valigetta con i flaconi della cura in vendita

Nel 1904 il Mario Venturoli in fondo suo fido seguace, riuscì a risultare suo coerede con i nipoti, terminò i lavori alla Rocchetta, rimodernò case e villini e continuò l'attività elettromeopatica. Nel 1906, come espressamente richiesto nel suo testamento, le spoglie di Mattei vennero portate in Rocchetta e tumulate nella cappella. Nel 1914, nonostante la sua morte, i depositi aumentarono ancora e divennero ben 266 in tutto il mondo. Nel 1937 morì anche Mario Venturoli e alla conduzione dell'azienda successe la vedova, Giovanna Maria Longhi, che ereditò anche il segreto dei preparati elettromeopatici continuandone la produzione. Negli anni della seconda guerra mondiale avvenne il declino progressivo della azienda elettromeopatica e la Rocchetta subì moltissimi danni e saccheggi. Giovanna Maria Longhi e la figlia Iris Boriani si trasferirono così a Bologna. Nel 1956 Giovanna Maria Longhi morì, lasciando il segreto alla figlia. L'industria elettromeopatica in breve tempo ridusse l'attività fino alla chiusura. Dopo la morte di Iris Boriani nel 1992, il segreto dei rimedi di Mattei passò prima alla figlia ed erede, Gianna Fadda Venturoli, poi, a seguito del decesso di quest'ultima nel 2011, alla nipote Alessia Marchetti.

L'elettromeopatia non è comunque considerata ad oggi una scienza attendibile dalla medicina ufficiale, ed essa ha un valore storico più che scientifico. La “Rocchetta” merita comunque una bella visita approfondita e magari precedetela con qualche buona lettura sull’argomento.

Nessun commento:

Posta un commento