di Mario Pagni
Rocchetta Mattei veduta panoramica d'insieme |
Stavolta
parliamo di una costruzione e del suo ideatore e proprietario che da qualche
tempoa questa parte desta molta curiosità e nuovi interessi per i messaggi
visivi e umani al tempo stesso che riesce a comunicare ancora a distanza di
anni. È il caso del castello di Rocchetta Mattei un edificio situato nel comune
di Grizzana Morandi, più precisamente in località “Ponte” nelle vicinanze di
Bologna, dalla quale dista circa 50 chilometri. Tutta la struttura è adagiata sulla sommità di un rilievo alto 400 metri:
a fare da sfondo spiccano le montagne dell’Appennino settentrionale, che creano
attorno una suggestiva cornice. Anche per questo motivo la rocca è
considerata uno dei punti migliori dal quale ammirare tutti i Colli Bolognesi. Architettonicamente parlando l’edificio
ricalca a pieno titolo una sorta di eclettismo “illuminato” corrente artistica
particolarmente in voga fra la metà e la fine del XIX secolo ma che ha avuto
seguito ed estimatori seppure in certi ambiti anche in tempi più recenti.
Nella realtà dei fatti la “Rocchetta” segue pedissequamente canoni
architettonici ideati e voluti dal suo stesso proprietario quel Cesare Mattei
noto benefattore di tutti gli abitanti della vallata e che in quegli anni
stupirà anche per la creazione di un nuovo rivoluzionario sistema di cura
applicabile universalmente denominato “Scienza Elettromeopatica” della quale
parleremo a seguire.
La cappella della Rocchetta Mattei interno |
Ma chi era
Cesare Mattei
Cesare Mattei nacque a Bologna l'11 gennaio 1809 da famiglia agiata, e crebbe a contatto con i massimi pensatori dell'epoca come Marco Minghetti e Paolo Costa. Nel 1837 fu uno dei fondatori della Cassa di Risparmio di Bologna. Ricevette il titolo di conte nel 1847 da papa Pio IX a fronte di una donazione terriera in quel di Comacchio che avrebbe aiutato lo Stato pontificio a fermare l'avanzata austriaca. Venne nominato Deputato al Consiglio di arruolamento della Guardia Civica Bolognese con il grado di tenente colonnello e capo dello Stato Maggiore, carica che venne poi abbandonata in quanto eletto, nel 1848, deputato al Parlamento di Roma. Nel 1850, dopo la morte della madre a causa di un tumore al seno, decise di ritirarsi dalla vita politica per dedicarsi allo studio della medicina. Acquistò i terreni dove sorgevano le rovine dell'antica rocca di Savignano (oggi la Rocchetta Mattei) e il 5 novembre dello stesso anno pose la prima pietra del castello al quale avrebbe dato questo nome e dove si stabilì definitivamente a partire dal 1859. Nel 1895, ormai anziano e reso paranoico dalle continue dispute con i medici allopatici, a causa di una incomprensione con la nuora (sospettata di aver tentato di ucciderlo servendogli un caffè avvelenato), cacciò lei e Mario Venturoli suo seguace dal castello e in seguito li diseredò. Morì il 3 aprile 1896 alla Rocchetta, all'età di 87 anni, a causa di un'influenza sfociata in asma che lo affliggeva fa tempo.
Ritratto di Cesare Mattei |
Tomba di Cesare Mattei Cappella della Rocchetta |
La “sua”
Rocchetta
Ancora oggi
l’edificio è frequentatissimo da turisti provenienti sia dall’Italia che
dall’estero ed è un coacervo di archetipi e simbologie di ogni genere sia
all’esterno che all’interno. Fino ad ora le ricerche hanno privilegiato la
parte architettonica perché oggettivamente la Rocca è molto bella con un
pregnante stile moresco intervallato da soluzioni murarie tipiche di vari altri
stili. Mattei dunque oltre che abile terapeuta è stato anche altrettanto abile
architetto. Basandosi su documenti oggi
finalmente noti, non ci sono identità di vedute su chi realmente elaborò il
progetto; il 1850-59 sarebbe stato il periodo più importante per la costruzione,
lo si desume anche sulla base dei dipinti di Ottavio Campedelli, ma
leggendo anche fra le carte del pittore bolognese Giulio Cesare Ferrari (1818–1890),
La rocchetta sarebbe stata realizzata con una cospicua mano d’opera costituita
da ben quaranta operai e sei caporali dei quali Sabbatone Mazzini di Labante fu
il Capomastro. Mattei però seguiva quotidianamente i lavori e il loro
svolgimento dichiarando più volte che l’architetto era lui. “Egli (cioè il
Mattei) fu l’architetto di se stesso” come riportano gli stessi documenti
rinvenuti.
Rocchetta Mattei Cortile interno |
Il suo metodo
terapeutico universale
L'Elettromeopatia
(chiamata dal Conte Elettromiopatia, anche detta Elettro-omeopatia) era ed è
una terapia medica inventata proprio dal succitato Conte Cesare Mattei nella
metà del XIX secolo, principalmente basata sull'abbinamento di granuli medicati
e liquidi detti “fluidi elettrici”. È stata in passato la medicina alternativa
più praticata al mondo in un lasso di tempo che possiamo comprendere fra il
1870 e il 1930 circa. La posologia era
molto complessa, con un’infinità di accorgimenti, di aggiustamenti e di
modificazioni a seconda della malattia da curare, e veniva descritta nei
Vademecum. Secondo Mattei questa medicina agiva sul “fluido elettrico” del
corpo umano per ristabilire l’equilibrio fra le due cariche elettriche del
corpo stesso fino a ricondurre la parte
dolente allo stato neutrale. Tutti i rimedi erano lavorati a formulazione e
dinamica segreta, ma costituiti usando ingredienti non tossici per l'organismo.
Manifesto pubblicitario della Rocchetta e della cura elettromeopatica |
Granuli e
fluidi elettrici come base della sua medicina
Fondamentali
per l'applicazione delle pratiche elettromeopatiche erano alcune tipologie di
granuli utilizzati in combinazione con dei liquidi chiamati proprio dal Mattei
“fluidi elettrici”.
Per i
granuli omeopatici venivano usate erbe medicinali non tossiche o velenose, e di
facile reperibilità, tanto che Mattei asseriva non essere importante l’elenco
delle erbe, perché egli poteva guarire anche soltanto con una cipolla. I
granuli, erano suddivisi in otto categorie sulla base del loro effetto:
ANTISCROFOLOSI, ANTICANCEROSI, ANTIANGIOITICI, FEBBRIFUGHI, PETTORALI, ANTI
LINFATICI, VERMIFUGHI, ANTI VENEREI.
I liquidi o
"fluidi elettrici" invece, sono suddivisi in base alla loro
polarizzazione: Fluido Elettricità Rossa (++), Fluido Elettricità Azzurra (+),
Fluido Elettricità Bianca (neutra), Fluido Elettricità Gialla (-), Fluido
Elettricità Verde (--)
Custodia aperta a valigetta con i flaconi della cura in vendita
Nel 1904 il
Mario Venturoli in fondo suo fido seguace, riuscì a risultare suo coerede con i
nipoti, terminò i lavori alla Rocchetta, rimodernò case e villini e continuò
l'attività elettromeopatica. Nel 1906, come espressamente richiesto nel suo
testamento, le spoglie di Mattei vennero portate in Rocchetta e tumulate nella
cappella. Nel 1914, nonostante la sua morte, i depositi aumentarono ancora e
divennero ben 266 in tutto il mondo. Nel 1937 morì anche Mario Venturoli e alla
conduzione dell'azienda successe la vedova, Giovanna Maria Longhi, che ereditò
anche il segreto dei preparati elettromeopatici continuandone la produzione. Negli anni della seconda guerra mondiale
avvenne il declino progressivo della azienda elettromeopatica e la Rocchetta
subì moltissimi danni e saccheggi. Giovanna Maria Longhi e la figlia Iris
Boriani si trasferirono così a Bologna. Nel 1956 Giovanna Maria Longhi morì,
lasciando il segreto alla figlia. L'industria elettromeopatica in breve tempo
ridusse l'attività fino alla chiusura. Dopo la morte di Iris Boriani nel 1992,
il segreto dei rimedi di Mattei passò prima alla figlia ed erede, Gianna Fadda
Venturoli, poi, a seguito del decesso di quest'ultima nel 2011, alla nipote
Alessia Marchetti.
L'elettromeopatia
non è comunque considerata ad oggi una scienza attendibile dalla medicina
ufficiale, ed essa ha un valore storico più che scientifico. La “Rocchetta”
merita comunque una bella visita approfondita e magari precedetela con qualche
buona lettura sull’argomento.
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