di Mario Pagni
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Un esempio di albero extra large |
Occorre innanzitutto ricordare che parlare in questo breve
scritto del simbolismo complesso dell’albero sia decisamente difficile e lo
sarebbe altrettanto anche trattarlo in un libro intero di molte pagine. Il
nostro scopo però come ormai sanno gli attenti lettori che ci seguono, è
fornire lo stimolo e almeno lo spunto di partenza, per indagini più
approfondite seguendo una linea corretta e uniforme in relazione all’argomento
affrontato.
L’albero è presente ovunque, dalle foreste amazzoniche ai
viali caotici delle nostre grandi metropoli: nasce e cresce a volte in modo
inopportuno e spesso poco apprezzato, ma lui lo fa lo stesso a dimostrazione
dell’incredibile e caparbia forza della natura che ci circonda come una sorta
di perenne custode e protettore del nostro vivere quotidiano. L’albero ci viene
descritto nei libri di scuola fino dalle elementari e una delle informazioni
scientifiche che per prima impariamo, è la cosiddetta “funzione clorofilliana”
ovvero sia lo scambio ciclico anch’esso perenne che avviene per tramite della
luce solare che come la circolazione sanguigna per l’uomo e gli animali, fa
crescere e sviluppare con la sua linfa il mondo vegetale. Per questo e per
altri validi motivi fino dai primordi dell’umanità esso ha assunto e ancora
oggi assume a seconda delle varie civiltà, una assoluta valenza simbolica tanto
da avere l’imbarazzo della scelta.
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Il Tasso simbolo di immortalità e per questo piantato nei cimiteri |
Per le sue radici affondate nel suolo e per i rami spogli o
folti che si innalzano nel cielo a seconda del divenire delle stagioni,
l’albero è universalmente riconosciuto il simbolo per antonomasia del rapporto
fra la terra e il cielo. I medievali pilastri delle gigantesche cattedrali
gotiche vengono da sempre identificati come veri e propri “boschi sacri” in
grado di sostenere e celebrare la volta celeste che ci sovrasta, nella quale si
avverte univoca la presenza del Divino. La sua crescita però proviene e si
sviluppa nelle profondità della terra, divenendo una sorta di axis mundi (asse del mondo) che raccorda
e mette in comunicazione i tre livelli cosmici per eccellenza: la terra, il
cielo e il mondo sotterraneo. Diverse sono le specie di piante che nei vari
popoli contraddistinguono e sottolineano la sacralità dell’albero. Spesso per
la forma delle sue fronde e per la sua collocazione anche in antico si riesce
bene a comprendere la rappresentatività simbolica che si è voluto esprimere.
Come asse del mondo l’albero è dunque immagine vivente di essa; la quercia in
Gallia, il tiglio presso i Germani, il frassino per le popolazioni scandinave,
l’olivo nell’Islam fino a lambire il continente europeo e delle nazioni che si
affacciano a settentrione sul bacino mediterraneo. Ma potremo andare ben oltre
se si considerano i messaggi e i riferimenti alla pianta nelle Sacre Scritture.
L’albero della vita descritto nella Sacra Bibbia, trova altri numerosi esempi e
parallelismi in religioni diverse dalla nostra, oltre che nei miti e nelle
leggende popolari.
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Albero della vita del Cristianesimo |
Uno degli esempi più noti è l’albero dalle mele d’oro del
giardino delle Esperidi il cui ingresso è sorvegliato dal drago enigmatico guardiano
di soglia a protezione di tesori e accessi a regni favolosi.
Per non parlare degli alberi piantati e cresciuti nei
conventi e nei monasteri dove molto spesso i percorsi all’interno della parte a
hortus conclusus o a giardino, erano
caratterizzati da piante ad alto fusto sia del bene che del male proprio come
nel paradiso terrestre, generalmente posti all’inizio e alla fine del percorso
stesso.
Non trascurabile nemmeno l’aspetto e il significato “fallico”
che l’albero assume in virtù della sua forma con chiaro riferimento diretto
alla potenza e alla castrazione maschile. Anche la mitologia ne parla con la
vicenda di Cibele e Attis (già trattata da Chiara Sacchetti nei precedenti
articoli delle Vie della Conoscenza) dove Cibele Madre degli Dei e simbolo
della libido materna, ardente d’amore per il figlio Attis la rende follemente
gelosa a causa dell’amore di questi per una delle ninfe. La pianta coinvolta in
questo caso è quella del pino che ebbe da allora una importante funzione
proprio nel culto di Attis; una volta l’anno infatti esso veniva ricoperto di
ghirlande alle quali si appendeva una immagine del giovane dio, quindi si
abbatteva l’albero per simboleggiare la sua castrazione. Persino il legno della
croce che ha visto il sacrificio di nostro signore Gesù Cristo ha visto anche
la nascita e la divulgazione di varie leggende perlopiù di origine e diffusione
medievale per l’intenso e costante transito (e traffico) di reliquie dalla
Terrasanta al continente europeo. Molte erano infatti le schegge della croce
stessa presenti fra le reliquie più o meno miracolose, come le spine
dell’altrettanto celebre corona che inflisse ulteriori torture a nostro
Signore. Anche l’Alchimia dedica interessanti aspetti simbolici all’albero
inteso come contenitore e trasformatore di essenze e opere oltre che emblema
della morte ma anche della rigenerazione per eccellenza, dimostrata dalla
stessa ciclicità della natura.
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L'albero in alchimia con l'uroboro eterno alternare delle stagioni |
Non esiste una conclusione se non l’invito a stimolare la
ricerca come si è detto all’inizio; l’albero per sua natura sta sia fuori che
dentro di noi, talmente potente e vasta è la sua simbologia e i suoi allegorici
messaggi che potremo dire da sempre interessano e interesseranno in genere
umano anche per le importantissime valenze scientifiche, legate alle sue proprietà
e allo stretto legame con il clima e la salvaguardia del nostro pianeta.
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L'albero alchemico della vita, miniatura dallo Splendor Solis |
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