giovedì 27 febbraio 2020

Il simbolismo dell'albero

di Mario Pagni

Un esempio di albero extra large
Occorre innanzitutto ricordare che parlare in questo breve scritto del simbolismo complesso dell’albero sia decisamente difficile e lo sarebbe altrettanto anche trattarlo in un libro intero di molte pagine. Il nostro scopo però come ormai sanno gli attenti lettori che ci seguono, è fornire lo stimolo e almeno lo spunto di partenza, per indagini più approfondite seguendo una linea corretta e uniforme in relazione all’argomento affrontato.
L’albero è presente ovunque, dalle foreste amazzoniche ai viali caotici delle nostre grandi metropoli: nasce e cresce a volte in modo inopportuno e spesso poco apprezzato, ma lui lo fa lo stesso a dimostrazione dell’incredibile e caparbia forza della natura che ci circonda come una sorta di perenne custode e protettore del nostro vivere quotidiano. L’albero ci viene descritto nei libri di scuola fino dalle elementari e una delle informazioni scientifiche che per prima impariamo, è la cosiddetta “funzione clorofilliana” ovvero sia lo scambio ciclico anch’esso perenne che avviene per tramite della luce solare che come la circolazione sanguigna per l’uomo e gli animali, fa crescere e sviluppare con la sua linfa il mondo vegetale. Per questo e per altri validi motivi fino dai primordi dell’umanità esso ha assunto e ancora oggi assume a seconda delle varie civiltà, una assoluta valenza simbolica tanto da avere l’imbarazzo della scelta.
Il Tasso simbolo di immortalità e per questo piantato nei cimiteri
Per le sue radici affondate nel suolo e per i rami spogli o folti che si innalzano nel cielo a seconda del divenire delle stagioni, l’albero è universalmente riconosciuto il simbolo per antonomasia del rapporto fra la terra e il cielo. I medievali pilastri delle gigantesche cattedrali gotiche vengono da sempre identificati come veri e propri “boschi sacri” in grado di sostenere e celebrare la volta celeste che ci sovrasta, nella quale si avverte univoca la presenza del Divino. La sua crescita però proviene e si sviluppa nelle profondità della terra, divenendo una sorta di axis mundi (asse del mondo) che raccorda e mette in comunicazione i tre livelli cosmici per eccellenza: la terra, il cielo e il mondo sotterraneo. Diverse sono le specie di piante che nei vari popoli contraddistinguono e sottolineano la sacralità dell’albero. Spesso per la forma delle sue fronde e per la sua collocazione anche in antico si riesce bene a comprendere la rappresentatività simbolica che si è voluto esprimere. Come asse del mondo l’albero è dunque immagine vivente di essa; la quercia in Gallia, il tiglio presso i Germani, il frassino per le popolazioni scandinave, l’olivo nell’Islam fino a lambire il continente europeo e delle nazioni che si affacciano a settentrione sul bacino mediterraneo. Ma potremo andare ben oltre se si considerano i messaggi e i riferimenti alla pianta nelle Sacre Scritture. L’albero della vita descritto nella Sacra Bibbia, trova altri numerosi esempi e parallelismi in religioni diverse dalla nostra, oltre che nei miti e nelle leggende popolari.
Albero della vita del Cristianesimo
Uno degli esempi più noti è l’albero dalle mele d’oro del giardino delle Esperidi il cui ingresso è sorvegliato dal drago enigmatico guardiano di soglia a protezione di tesori e accessi a regni favolosi.
Per non parlare degli alberi piantati e cresciuti nei conventi e nei monasteri dove molto spesso i percorsi all’interno della parte a hortus conclusus o a giardino, erano caratterizzati da piante ad alto fusto sia del bene che del male proprio come nel paradiso terrestre, generalmente posti all’inizio e alla fine del percorso stesso.
Non trascurabile nemmeno l’aspetto e il significato “fallico” che l’albero assume in virtù della sua forma con chiaro riferimento diretto alla potenza e alla castrazione maschile. Anche la mitologia ne parla con la vicenda di Cibele e Attis (già trattata da Chiara Sacchetti nei precedenti articoli delle Vie della Conoscenza) dove Cibele Madre degli Dei e simbolo della libido materna, ardente d’amore per il figlio Attis la rende follemente gelosa a causa dell’amore di questi per una delle ninfe. La pianta coinvolta in questo caso è quella del pino che ebbe da allora una importante funzione proprio nel culto di Attis; una volta l’anno infatti esso veniva ricoperto di ghirlande alle quali si appendeva una immagine del giovane dio, quindi si abbatteva l’albero per simboleggiare la sua castrazione. Persino il legno della croce che ha visto il sacrificio di nostro signore Gesù Cristo ha visto anche la nascita e la divulgazione di varie leggende perlopiù di origine e diffusione medievale per l’intenso e costante transito (e traffico) di reliquie dalla Terrasanta al continente europeo. Molte erano infatti le schegge della croce stessa presenti fra le reliquie più o meno miracolose, come le spine dell’altrettanto celebre corona che inflisse ulteriori torture a nostro Signore. Anche l’Alchimia dedica interessanti aspetti simbolici all’albero inteso come contenitore e trasformatore di essenze e opere oltre che emblema della morte ma anche della rigenerazione per eccellenza, dimostrata dalla stessa ciclicità della natura.
L'albero in alchimia con l'uroboro eterno alternare delle stagioni
Non esiste una conclusione se non l’invito a stimolare la ricerca come si è detto all’inizio; l’albero per sua natura sta sia fuori che dentro di noi, talmente potente e vasta è la sua simbologia e i suoi allegorici messaggi che potremo dire da sempre interessano e interesseranno in genere umano anche per le importantissime valenze scientifiche, legate alle sue proprietà e allo stretto legame con il clima e la salvaguardia del nostro pianeta.
L'albero alchemico della vita, miniatura dallo Splendor Solis

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