lunedì 22 aprile 2024

San Giorgio martire

di Chiara Sacchetti

Uno dei Santi più famosi e affascinanti, spesso rappresentato in atto di combattimento è San Giorgio. Il suo nome in greco significa agricoltore e nel culto lo troviamo riprodotto mentre schiaccia la testa ad un drago, in una immagine simbolica ricca di significati religiosi ed esoterici. Ma chi era San Giorgio?

 

La vita

Non abbiamo notizie ufficiali e dirette della vita del Santo e l’unica fonte da cui trarre informazioni è la Passio sancti Georgii, che però già nel 496 il Decretum Gelasianum classificava come opera apocrifa e dalla quale poi tutti gli altri documenti hanno preso notizie. Questa ci racconta che  Giorgio nacque intorno al 280 in Cappadocia (oggi regione della Turchia), da Geronzio, un persiano, e da Policromia, una cappadoce, entrambi cristiani che lo educarono alla stessa religione.

Icona di San Giorgio

Una volta in Palestina Giorgio entrò nell’esercito di Diocleziano, emergendo come un valoroso soldato tanto da diventare una delle guardie del corpo dell’Imperatore, ufficiale delle milizie e addirittura forse suo successore.

 

Il martirio

Secondo alcune leggende il supplizio sarebbe avvenuto proprio sotto Diocleziano mentre secondo altre sotto Daciano, imperatore dei Persiani che avrebbe convocato settantadue re per decidere quali misure prendere contro i cristiani per sterminarli.

Ma perché venne martirizzato? Si racconta che Giorgio regalò tutti i propri beni ai bisognosi e si professò cristiano. A quel gesto l’Imperatore gli chiese di fare un sacrificio agli Dei, ma lui si rifiutò più volte e per questo venne torturato e messo in carcere dove ebbe la visione di Dio. Questi gli predisse sei anni di tormenti , tre volte la morte e altrettante resurrezioni.

Carlo Crivelli, San Giorgio

Una prima morte e resurrezione avvenne quando Giorgio venne tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade ma poco dopo ritornò in vita: il fatto, straordinario, fece convertire perfino il magister militum Anatolio e tutti i suoi soldati che vennero uccisi. Un’altra conversione importante fu quella dell’imperatrice Alessandra, che vide Giorgio buttarsi giù nel tempio dove si trovava con un soffio di fiato, la donna si convertì ma venne successivamente martirizzata.

A domanda del re Tranquillino, Giorgio risuscitò due persone morte da quattrocentosessant'anni, le battezzò e le fece sparire. A seguito degli eventi l'imperatore lo condannò di nuovo a morte e il futuro santo, prima di essere decapitato, implorò Dio che l'imperatore e i settantadue re fossero inceneriti; dopo la sua preghiera, Giorgio si lasciò decapitare, promettendo protezione a chi avesse onorato le sue reliquie, le quali sono conservate in una cripta sotto la chiesa cristiana (di rito greco-ortodosso) a Lidda, nello stato di Israele

La tomba di San Giorgio a Lidda

 

San Giorgio e il drago

Nella Legenda Aurea si racconta che in un grande stagno di una cittadina della Libia di nome Silena vivesse un drago che ogni tanto si avvicinava al centro abitato, terrorizzava gli abitanti e uccideva con il solo respiro tutte le persone che incontrava sulla sua strada. Gli abitanti per placare l’animale decisero di dargli due pecore ogni giorno, ma il tempo passò e le bestie cominciavano a scarseggiare così venne concordato di offrigli una pecora e un giovane tirato a sorte.

Il destino volle che un giorno venne estratta la figlia del re che offrì tutti i suoi beni e metà del regno in cambio della vita della figlia ma la popolazione non cedette, e dopo otto giorni di trattative il sovrano fu costretto a cedergli la figlia. Per fortuna passò di lì un cavaliere di nome Giorgio che tranquillizzò la ragazza rassicurandola che l’avrebbe salvata grazie all’aiuto di Cristo.

Raffaello, San Giorgio e il drago, 1505, National Gallery of Art, Washington.

Quando il drago si avvicinò, Giorgio protetto dalla croce, salì a cavallo con grande audacia affrontò la terribile bestia ferendolo gravemente con la lancia e gettandolo a terra; poi si rivolse alla fanciulla chiedendole di avvolgere la sua cintura al collo dell’animale, il quale prese a seguirla docilmente verso la città. Quando gli abitanti videro la ragazza avvicinarsi con il drago rimasero atterriti ma Giorgio li tranquillizzò, dicendo loro di non aver timore poiché «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono e il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città, trascinato da quattro paia di buoi.

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